I primi segni del cristianesimo ad Ischia
di Roberta Vespoli L’impero romano offrì alla chiesa nascente l’unità mediterranea, la lingua la cultura, le vie di comunicazione; si può aggiungere che la complessa strutturazione giudirica, gerarchica, amministrativa dell’organizzazione del Basso Impero passò a quella ecclesiastica. Lo sviluppo del cristianesimo seguì le grandi vie di comunicazione, trovando le sue sedi principali nei centri commerciali: Antiochia, Efeso, Tessalonica, Corinto, Pozzuoli, Roma; con la conseguenza che già nella metà del II secolo molti ricchi si trovarono nelle comunità cristiane di cui costituivano il nerbo, comunità che furono generalmente cittadine, portuali e non contadine.1 Dall’esame di questi rapporti commerciali e dall’irradiazione evangelica che partiva dalle vicine comunità cristiane di Napoli e Pozzuoli (già nel II secolo organizzate e costituite da vescovi, presbiteri e diaconi), si possono ricavare delle deduzioni. Si tratta di precisare un momento storico importante, quando l’isola non era spoglia né di villaggi né di basi commerciali; quando nello specchio d’acqua tra gli scogli di Sant’Anna e la Cattedrale ferveva l’attuale Aenaria (attuale Ischia Ponte, era un sito romano) e a Lacco Ameno (alle falde di Monte di Vico) c’era un altro abitato romano (sorto su un precedente sito greco); quando altri villaggi romani si trovavano a Casamicciola, Forio, Noia, Murpano e Nitrodi.
2. L’indagine cristiana, per i fatti di Ischia, data la scarsezza di documenti, diventa possibile solo attraverso i dati archeologici, con lo studio dei quali si può tentare di ricostruire la vita e l’arrivo del cristianesimo sull’isola. Le vie del mare, da e verso Ischia, erano solcate da imbarcazioni, che mantenevano i rapporti con Napoli e con i porti più lontani. Ciò è attestato dal materiale archeologico d’importazione: ceramiche dal I al IV secolo di fabbricazione puteolana; ceramiche provenienti dal nord Africa, marmi, tavolette epigrafiche, cippi, statue, imbarcati ad Ostia antica o a Pozzuoli.
3. Probabilmente, proprio seguendo le rotte commerciali, il cristianesimo approdò sull’isola.
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