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Geotermia a Ischia: la posizione del Club Alpino Italiano

di Emanuele Verde. Un doveroso chiarimento e una serie di illazioni. Può esser questa la sintesi delle due ore di convegno sulla geotermia cui ho assistito stamane (sabato 30 Aprile 2016 -ndr-) all’Hotel Gattopardo di Forio. Partiamo dal doveroso chiarimento del Club Alpino Italiano, rappresentato a tutti i livelli, dalla sottosezione di Ischia col Vice Presidente, nonché padrone di casa, l’Arch. Giovannangelo De Angelis, fino al Presidente del Comitato Scientifico Nazionale, il Prof. Carlo Garzonio (vd. copertina). Chiarimento reso necessario dal tono liquidatorio che in più punti traspare nelle controdeduzioni della società Ischia Geotermia Srl pubblicate sul sito del Ministero dell’Ambiente in data 2 dicembre 2015 (leggi qui).

“Mera speculazione”; “mancanza di basi empiriche”; “pretestuosità“; “non pertinenza” ecc. Come è comprensibile, queste affermazioni hanno ferito un’associazione che da statuto, invece, ha nella conoscenza e divulgazione scientifica la sua “mission” principale. Questo il senso degli interventi del Presidente CAI Napoli Ing. Simone Merola, del Presidente CAI Campania Ing. Raffaele Luise e del Presidente TAM CAI Campania Ing. Gino Guadalupo. Interventi brevi, ottimamente moderati dal Prof. Vincenzo Di Gironimo, anch’egli membro del Comitato Scientifico del CAI.

Insomma, è stato ribadito che il CAI non è pregiudizialmente contrario alla geotermia; che nella storia dell’associazione non v’è traccia di estremismo ambientalista; e che, soprattutto, le osservazioni prodotte dalla Sottosezione Isola d’Ischia per quel che riguarda l’impianto geotermico da realizzare (?) a Serrara Fontana sono pertinenti col più generale interesse alla tutela dell’ambiente pedemontano della Regione Campania. Questo, in definitiva, anche il tenore dell’intervento del Prof. Carlo Garzonio dell’Università di Firenze. Un excursus sul grande contributo scientifico-culturale del Club Alpino Italiano che sin dall’inizio, il 1863, ha avuto tra i suoi iscritti scienziati e intellettuali di livello.

Veniamo ora alle illazioni o, se preferite, deduzioni un po’ ardite. Ha cominciato il sindaco di Forio, Dott. Francesco Del Deo che, dalla mancata unità di intenti, sulla vicenda, da parte delle sei amministrazioni dell’isola, ha trovato conferma alla sua ostilità al Comune Unico. Hai visto mai – questo il senso del ragionamento – ci fosse stato un solo sindaco, perdipiù favorevole alla realizzazione dell’impianto geotermico? Che sarebbe successo? Il primo cittadino di Forio ha poi stigmatizzato l’atteggiamento troppo morbido delle associazioni ambientaliste, condizionate – a suo dire – delle lobbies dell’energia. In pratica, le società impegnate nel fotovoltaico, nell’eolico, nella geotermia ecc. comprerebbero il silenzio di molti ambientalisti ben protetti dal paracadute ideologico fornito dal mito delle rinnovabili. Punti di vista, magari altrove suffragati da inchieste giudiziarie, e che però nel caso specifico restano allusioni senza che siano chiari i destinatari.

Anche l’intervento del Prof. Ortolani ha dato il là a diversi spunti polemici. Le ragioni della contrarietà al progetto di Serrara Fontana sono le stesse cui abbiamo già dato evidenza in altra circostanza (leggi qui) e sulle quali, inoltre, si basano le osservazioni prodotte dal comune di Forio. Ortolani, al riguardo, ha precisato che la consulenza fornita all’ente locale è stata a titolo  gratuito e che il suo attivismo, su Ischia come sui Campi Flegrei, è esclusivamente mosso da passione civile. Di contro, secondo il geologo napoletano, l’attività di consulenza fornita a suo tempo dall’Osservatorio Vesuviano alla Taddei Green Power (prima titolare del progetto poi ceduto a Ischia Geotermia Srl, società del Gruppo Gavio) rappresenterebbe un vulnus morale oltre che scientifico, dal momento che un ente di ricerca, cui perdipiù è demandata la sicurezza di milioni di cittadini, non dovrebbe in alcun modo fornire consulenza a supporto di attività commerciali.

Il tema, si sa, è molto dibattutto, e se ne porta dietro altri che vanno dall’esiguità dei fondi a disposizione degli enti di ricerca, al fantomatico conflitto di interesse: argomento, come sappiamo, di difficilissima definizione. Il Prof. Giuseppe De Natale, all’epoca dei fatti contestati Direttore dell’Osservatore Vesuviano, è intervenuto in prima persona su IschiaBlog per ribadire l’assoluta liceità della condotta, commentando un articolo realizzato a margine di un convegno di cui egli stesso è stato protagonista l’anno scorso in quel di Forio (leggi qui).

L’ultimo intervento, prima del dibattito finale, è stato del Prof. Sergio Vellante della II Università di Napoli (SUN). Vellante, ingegnere gestionale e responsabile scientifico del progetto SUN Eagle, ha insistito molto sulla tutela del patrimonio boschivo dell’isola d’Ischia come antidoto alle emissioni di CO2. Tutela del patrimonio boschivo da affiancare al recupero e alla valorizzazione di antiche tecniche colturali improntate alla sostenibilità ambientale. Il Prof. Vellante ha fatto riferimento esplicito al bel libro “Merecoppe. Storie di Miseria e Grazia nelle terre d’Ischia” scritto da Nino Caparossa e pubblicato dalla casa editrice locale Imagaenaria (leggi qui).

Nello stile di vita frugale dei contadini della parte alta dell’isola d’Ischia starebbe – secondo l’ing.Vellante – la risposta ai guasti della modernità che, invece, si vorrebbe risolvere con l’impianto geotermico. Con una battuta si può dire che, sia per i favorevoli che per i contrari alla realizzazione della centrale geotermoelettrica, la risposta ai propri quesiti “abita” dalle parti di Serrara Fontana. Bisogna vedere quanto siano contenti i serraresi della circostanza.

Continueremo a seguire gli sviluppi della vicenda.


8 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. norman - Data: 1/5/2016 19:37:57 - IP: 82.59.96.xxx

    Il punto vero della questione secondo me non e’ tecnico ma prettamente politico. Cioe’ l’Isola d’Ischia quale energia vuole avere ? Se si sceglie il geotermico allora e’ necessario ponderare con grande attenzione, tutto il progetto, che e’ di forte impatto (e mai difeso apertamente dai suoi promotori, che mi pare mandino sempre avanti qualcun altro).
    Bisogna essere consapevoli pero’ che si puo’ anche rifiutare politicamente quel tipo di sviluppo energetico, magari per aspettare gli sviluppi di tecnologie meno impattatanti, o fare un grande progetto di solarizzazione, combinata con il risparmio energetico ecc. Il trucco dei bravi venditori e’ quello di farci credere che esista solo il prendere o lasciare. Una comunita’ matura aprirebbe una discussione approfondita su questi temi, con calma, senza farsi imporre diktat.

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  2. Emanuele Verde - Data: 1/5/2016 20:38:57 - IP: 87.21.145.xxx

    @Norman una curiosità: chi sarebbe questo qualcun altro mandato avanti dai promotori dell’impianto?

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  3. norman - Data: 2/5/2016 13:24:59 - IP: 87.7.136.xxx

    Per es: perche’ non ci mette la faccia l’amministratore delegato della Taddei Green Power invece di far difendere il progetto (a mio parere impropriamente ) dal capo dell’Osservatorio Vesuviano ?
    Vorrei anche aggiungere che presentarsi su un qualsiasi territorio che non sia la Papuasia ( e forse oggi nemmeno quella…) con un impianto di cosi’ forte impatto senza una adeguata opera di informazione e’ contrario alle buone e profittevoli pratiche industriali, dunque indice di management arrogante e/o poco perspicace, e, infine, cattivo segnale per il prosieguo dell’opera.
    Cio’ detto, so bene che la legge glielo permette; pero’ non lamentatevi se poi spuntano i Comitati anti-triv.

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  4. Bartolomeo Garofalo - Data: 3/5/2016 10:38:32 - IP: 86.138.120.xxx

    È abbastanza evidente che nonostante tutto le idee non sono affatto chiare su questa faccenda. La Taddei non c’entra più niente con il progetto. De Natale è venuto a Forio invitato da Ischia Forum in quanto uno dei massimi esperti di geotermia in Italia e perché direttamente coinvolto nel progetto. È utile ricordare che nelle relazioni dell’osservatorio vesuviano non c’è scritto da nessuna parte “la centrale si può fare”. Si limitano a stimare il potenziale geotermico dell’isola che, ricordiamoci, è tra i più alti al mondo. Per quanto riguarda l’impatto ambientale vale la pena sottolineare che l’area è una discarica di materiale inerte abbandonata da decenni. Adesso sembra che stiamo parlando del belvedere di Ravello. Approfondire la conoscenza del sistema Ischia è l’unica via. Le barricate non servono a nessuno, specialmente se vengono costruite sull’ipocrisia e sulla non conoscenza dei fatti. Le conferenze sono utili ma solo se basate su una dialettica equilibrata.

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  5. lucia manna - Data: 3/5/2016 15:15:32 - IP: 95.238.149.xxx

    La reinezione nel sottosuolo di Ischia vulcanica provoca terremoti? Secondo esperti si. Chi ha ragione? Nell’incertezza non sarebbe bene lasciare perdere lo sfruttamento geortermico in un’isola altamente sismica?

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  6. antonio di francesco - Data: 5/5/2016 05:00:16 - IP: 93.35.212.xxx

    Decisamente si! Lasciamo stare tutto come è! Inoltre che vantaggi ne avrebbe Ischia?

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  7. lucia manna - Data: 5/5/2016 19:06:22 - IP: 87.18.146.xxx

    Un amico sulla mia pagina Facebook ha così commentato al mio interrogativo del precedente commento 3/ 5/2016.”la stessa ditta che dovrebbe costruire l’impianto (gruppo Gavio, tramite la società veicolo IschiaGeotermia s.r.l.) dichiara nel progetto che ci potrebbero essere scosse di magnitudo 2,4 indotte dalla reiniezione dei fluidi. E’ scritto nell’allegato 5 a pagina 10″

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  8. norman - Data: 7/5/2016 13:09:38 - IP: 87.7.107.xxx

    @Bartolomeo Garofalo: conosco abbastanza la zona dove si ubicherebbe la centrale, terreni abbandonati, c’è qualche discarica di materiale, ma sono zone recuperabilissime ad una fruizione turistica ed agricola con un minimo impegno amministrativo. Comunque, l’impatto paesistico, niente affatto trascurabile, non è il punto centrale della storia. Il punto è politico (=polis, democrazia, cittadinanza, diritti). Oggi scienza e tecnica permettono di fare molte cose, forse troppe. L’ipotizzata centrale rivoluzionerebbe la produzione dell’energia sull’isola: la gente è stata messa nelle condizioni di capire se c’è un reale vantaggio collettivo o no? Ci sono dei rischi paventati, anche gravi, devono poter essere valutati da tutti, sia pure ovviamente con diversi gradi di competenza? O bisogna fidarsi ciecamente di “illuminati onniscienti”? In Italia non c’è, come invece in altri paesi, il procedimento preliminare di consultazione collettiva delle popolazioni interessate da opere di importanza strategica, come questa. Quindi arriva un’impresa con carte, timbri e V.I.A. a posto e, incurante di ogni interesse e specificità locali, rischi e pericoli compresi, ci dà dentro. A questo punto i cittadini, nelle loro malferme case abusive, vengono svegliati da tremori inusitati, si incazzano e insorgono contro il Progresso Geotermico con pale e forconi. Seguono scontri fisici ed ideologici, il progetto si arena, la montagna è sventrata e tale rimane per decenni. Dov’è la razionalità scientifica, politica, imprenditoriale ed economica in tutto ciò?
    P.S.: I Campi Flegrei (terraferma) sono in allarme giallo, gradino subito inferiore all’allerta rossa, cioè emergenza.

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