Ischia | Il marciapiede alticcio
Per la serie Esopo news
Questa si chiama “riqualificazione urbanaâ€!
di Bruno Mancini. Intitolando questo articolo “Marciapiede alticcio” mi riferisco in particolare alle prime tre foto di questa serie.
Nel titolo ho inteso far ricorso ad almeno tre figure retoriche.
La prima è una delle figure retoriche maggiormente utilizzata e maggiormente conosciuta dal popolo dei lettori, ossia la nota “allegoria” la cui descrizione potrebbe essere questa: procedimento retorico per cui un (A) contenuto concettuale viene espresso attraverso (B) una immagine che rappresenta una realtà diversa e autonoma rispetto al contenuto stesso.
Riportandola alle foto ed al loro titolo ne deriva che
(A) Contenuto concettuale = Il responsabile di ciò che si vede nelle foto era per lo meno “alticcio”
(B) un’immagine che rappresenta una realtà diversa = il marciapiede più alto del dovuto.
La seconda figura retorica utilizzata intitolando le foto “Marciapiede alticcio” è quella denominata sarcasmo, meglio conosciuta come una locuzione atta ad esprimere in modo aspro o brutale un giudizio sociale, morale, etico, spirituale, contro qualcuno. Definire qualcuno alticcio durante la realizzazione di un marciapiede pubblico (sprecando malamente i soldi dei cittadini) è certamente un modo aspro e brutale con il quale si consegna ai lettori un giudizio sociale, morale ed etico del tutto negativo.
La terza figura retorica è la metonimia che si configura esprimendo una qualità attraverso un rapporto di causa per effetto “Marciapiede alticcio” vale a dire che la qualità del marciapiede (effetto) è data dalla situazione non sobria “alticcio” (causa) da parte di chi ne è stato il responsabile della realizzazione.
Qui si vede, infatti, che il marciapiede in alcuni tratti forma un dosso del tutto incomprensibile.
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