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“Vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia”. La propaganda postale del fascismo

di Emanuele Verde. Di rado mi capita di curiosare tra le carte di mio padre e devo dire che quando lo faccio ne esco spesso con qualche chicca nuova. Per carità, niente di che, roba per appassionati e collezionisti, nel caso che sto per raccontarvi acquistabile pure su ebay. Eppure, a toccare con mano questo materiale non si rimane indifferenti. Perlomeno io avverto il peso tragico della storia del ‘900. Dopo l’agendina del ’19 con il racconto della cattura di mio nonno, il Sottotenente Admeto Verde, stavolta dagli scatoloni paterni son saltate fuori una serie di cartoline postali per le forze armate dei primi anni ’40.

Si tratta appunto di cartoline scritte tra il 1941 e il 1942 da Italo Bonaventura Verde, impegnato nella campagna d’Africa, al fratello Admeto. Corrispondenza privata con generiche rassicurazioni sullo stato di salute e null’altro, anche perché sulla posta operava, come sappiamo, il controllo sistematico della censura. La cosa interessante di questi reperti perciò non è il loro contenuto (normali messaggi che oggi invieremmo con Messenger, Whatsapp ecc.) ma le didascalie sul fronte del cartoncino dove, per capirci, venivano scritti mittente e destinatario.

Si tratta di stralci di discorsi tenuti da Mussolini e Vittorio Emanuele, e testimoniano il modus operandi della propaganda fascista. In verità già prima del ventennio quello postale era uno dei canali propagandistici più efficaci; il fascismo non fece altro che perfezionare la tecnica in un modo che retrospettivamente potremmo paragonare ai “meme” e alle card che oggi infestano le nostre bacheche facebook.

Per esempio avete presente le immagini del Presidente Pertini che girano sui social? A corredo ci sono sempre frasi di forte impatto emotivo (tuttavia rigorosamente decontestualizzate) pronunciate dallo stesso nel corso della sua lunga vita politica. Ecco, quello è un esempio di quel che abbiamo detto sopra, evoluzione di una tecnica che, dicevamo, il fascismo aveva già sperimentato con notevole successo.

Tra le cartoline trovate, la mia “preferita” (le virgolette sono d’obbligo) è quella recante una parte del celebre discorso con cui Mussolini il 10 giugno 1940 annunciò dal balcone di Piazza Venezia l’entrata in guerra dell’Italia. Il passaggio è questo:

Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione: è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra! è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta fra due secoli e due idee.” MUSSOLINI

In questa frase è condensato gran parte del “succo” ideologico del fascismo: la denuncia delle demoplutocrazie; l’ambizione rivoluzionaria; la concezione vitalistica e la retorica guerrafondaia. Sappiamo tutti come è andata a finire per cui non mi dilungherò oltre. Restano i documenti, le tracce, i frammenti di un’epoca che va raccontata, non foss’altro per evitare che ritorni anche grazie ai meme virali di facebook & co.


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