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Tertium non datur

Considerazioni sull’editoriale ‘La satira e l’architetto’ di Luigi Boccanfuso pubblicato da Il Dispari.

di Luigi Telese. Al di là delle tante considerazioni che si potrebbero fare sull’articolo di “satira” di Luigi Boccanfuso (ma che non intendiamo svolgere in questa sede per non svilirne l’effetto-denuncia), appare evidente che l’ex vice sindaco di Giosi Ferrandino ha formulato accuse gravi nei confronti della conduzione amministrativa di Silvano Arcamone (Dirigente e responsabile del Settore Tecnico del Comune di Ischia), fatta secondo l’estensore a titolo personale anche se spesso per conto terzi.

Infatti Boccanfuso parte dal “fattaccio” relativo alla caserma della Guardia Forestale di Casamicciola (e su cui la Procura si è già espressa con chiarezza chiedendo il rinvio a giudizio del nostro oltre che del suo sindaco); ma poi l’ex vice sindaco estende la sua critica ad una serie di episodi che – sotto la direzione di Silvano Arcamone – rappresentano altrettanti illeciti amministrativi (se non anche penali):

1) la revoca della chiusura della spiaggia di Cartaromana;
2) l’ affidamento di lavori pubblici d’ urgenza ad una ditta a lui “congiunta“;
3) l’ aggiustamento della graduatoria di concorsi da una stanza di Quercia;
4) la sistemazione “logistica” dei banchi di concorsi per favorire alcuni a discapito di altri;
5) la redazione di transazioni per coprire suoi errori compiuti nell’ esercizio delle sue funzioni di Dirigente;
6) rapporti non chiari da “uomo di potere molto sensibile anche alla ‘mazza tosta’…”.

Tutti fatti che – se hanno un fondamento – sono gravissimi perchè rappresentano da parte di Silvano Arcamone un uso sistematicamente distorto della sua funzione pubblica (Dirigente dell’ UTC di Ischia) per finalità illegittime e per interessi personali (così “limita i rischi di rimanere al verde” dice Boccanfuso: come? La domanda sorge spontanea… e la risposta “automatica“).

Non si tratta di episodi isolati ma – a detta di Boccanfuso – di un modo sistematico di gestire il “ruolo (ed il potere) di Dirigente in maniera spregiudicata per favorire alcuni a danno di altri, per assecondare i “desiderata” di qualcuno, oltre che per trovare un proprio “utile” diretto e personale per non “rimanere al verde“; e quindi il caso da “giudiziario” diventa anche “politico“.

I fatti sopra indicati sono riferiti da un avvocato che per SEI anni ha svolto anche la funzione di vice sindaco, e quindi non solo consapevole di cosa dicesse per il suo titolo professionale ma naturalmente ben addentro alle cose di Palazzo per sapere di cosa parla avendo libero accesso agli Uffici comunali più di ogni altro (eccetto l’ attuale sindaco).

Fino ad oggi Silvano Arcamone non ha ritenuto in modo alcuno di rispondere al J’Accuse di Luigi Boccanfuso, nè alcuno dei tanti “politici” citati (a partire dal sindaco per arrivare ai “gelatai” ivi riferiti) ha ritenuto di fare chiarezza, magari difendendo l’arch. Silvano Arcamone o prendendone le distanze. Certo, il silenzio è assordante e non giova nè a Silvano Arcamone nè all’ attuale amministrazione comunale. Si ha netta l’ impressione che sulla Denuncia giornalistica di Boccanfuso qualcuno ha “interesse” a far calare il silenzio, a mettere la sordina, a “sopire” le accuse, sperando che – passata la nottata – nessuno ricordi quanto detto dall’ estensore “satirico” e rimanga solo uno sfogo di un rosicone rimasto a boccasciutta, come ha commentato qualcuno. Noi invece crediamo che la “macchia” rimanga ed anzi è destinata ad allargarsi, a spandersi proprio perchè una vicenda simile non può passare sotto silenzio!

Vogliamo ricordare che Silvano Arcamone fa il Dirigente del Comune di Ischia non perchè abbia vinto un concorso pubblico ma perchè “qualcuno” l’ha nominato a tale ruolo e sistematicamente gli rinnova la fiducia sottoscrivendo il relativo decreto di nomina dirigenziale (magari anche dopo il J‘Accuse di Boccanfuso). Infine è appena il caso di sottolineare come Silvano Arcamone non viene pagato personalmente dal sindaco, ma viene retribuito dai Cittadini di Ischia (tra cui il sottoscritto), che hanno il DIRITTO-DOVERE di sapere come stanno veramente le cose, come Silvano Arcamone esplica le sue funzioni di Dirigente, quali interessi persegue, quali atti amministrativi produce, come impiega il suo tempo e se lo fa nell’interesse legittimo della collettività o per tornaconti opachi di qualcuno, di sè stesso, del sindaco, di qualche consigliere/assessore, di qualche privato e magari di qualche sua “congiunzione celeste” e che c’entri la “mazza tosta” nella vicenda.

Certo meraviglia che Silvano Arcamone non abbia sentito fino ad oggi il bisogno di smentire Boccanfuso, di rispondere ai rilievi piuttosto chiari fattigli, e non si sia comportato di conseguenza se le accuse dell’ex vice sindaco sono infondate, errate o addirittura false. A nostro sommesso avviso Silvano Arcamone ha il DOVERE (prima ancora che il diritto) di chiarire le vicende sottolineate da Boccanfuso per affermare una sua correttezza istituzionale e professionale (oltre che morale) che gli consenta di restare nell’Ufficio Dirigenziale di cui gli viene contestato l’ operato così violentemente: se non lo fa ammette di avere torto e dobbiamo ritenere che quanto dichiarato da Luigi Boccanfuso corrisponde al vero. E quindi ognuno – a partire dal sindaco – deve comportarsi di conseguenza (etica della responsabilità) dismettendo il rapporto di fiducia nei suoi confronti: o si è volutamente complici dello stesso nella “gestione” dell’Ufficio Tecnico!

Delle due l’una: o quanto detto da Boccanfuso è vero (e quindi Arcamone deve essere allontanato da una Funzione Pubblica che così ha mal gestito), o quanto riferito nell’ articolo “di satira” è falso e deve essere con coraggio rintuzzato da chi di dovere. Il SILENZIO in questa vicenda non giova a nessuno, sicuramente non fa bene ad Ischia ed agli Ischitani, perchè alimenta sospetti, illazioni e paure che speravamo di aver seppellito con la Prima Repubblica. Tertium non datur!

PS: stia tranquillo chi spera nell’oblio: noi non dimenticheremo e faremo di tutto affinchè la vicenda non cada nel vuoto senza un necessario chiarimento pubblico. Silvano Arcamone sarà certo che ogni volta che lo saluteremo gli chiederemo anche conto del suo operato, gli ricorderemo i “rilievi” di Boccanfuso, fino a rivolgerci a chi di dovere se non sarà lui a chiarire la vicenda alla luce del sole.


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