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Rinnovare la Pubblica Amministrazione accorpando i Comuni, abolendo la Provincia ed eliminando il Senato

Giuseppe Mazzella Si è perso il conto da quanti anni si discute di una SERIA riforma costituzionale in Italia. I francesi – dai quali mutiamo in peggio tutto – si accorsero nel 1958 – appena 12 anni dopo la sua costituzione – che la IV Repubblica tutta fondata sul parlamentarismo conteneva una instabilità permanente dei Governi che metteva in gioco la stessa sopravvivenza di una Nazione che era ancora una potenza mondiale. Ma – se la Storia si facesse sui “se”ed i “ma”– probabilmente chissà quando sarebbe nata la V Repubblica con il ritorno al potere del generale Charles de Gaulle, il più “illustre dei francesi”come lo chiamò l’ultimo Presidente della IV Repubblica Coty, se non ci fosse stata la guerra d’Algeria ed il tentativo del colpo di Stato dei generali di Algeri. Fu quel fatto traumatico che riportò de Gaulle al potere e fece della Francia una “Repubblica semipresidenziale” con forti poteri del Capo dello Stato e con un Parlamento dal solo ruolo legislativo e fondato soprattutto sull’importanza dell’Assemblea Nazionale. Nessuno avrebbe scommesso un franco o un dollaro che la V Repubblica sarebbe sopravvissuta a de Gaulle. Quella Costituzione sembrava scritta appositamente per lui e nessuno credeva che invece sarebbe durata anche dopo di lui sia pure con revisioni ed addirittura presa in esame dai “cugini”italiani per riformare la loro “Repubblica parlamentare”.

In Italia si discute di modificare il modello di Repubblica con un parlamentarismo eccessivo da almeno 40 anni e sistematicamente si fanno riforme “parziali”che invece di migliorare il sistema lo peggiorano. Senza modificare formalmente la Carta del 1948 attraverso una legge elettorale – cioè ordinaria non costituzionale – si è di fatto personalizzata la lotta politica con “partiti personali”che indicano il nome del candidato premier sulla scheda elettorale togliendo il potere di fatto al Presidente della Repubblica di “nominare il Presidente del Consiglio”. Oggi con incredibile faciloneria si parla di “costituzione materiale”rispetto alla “costituzione formale”. Berlusconi si dichiara “eletto dal popolo”con un Parlamento di “nominati”eletti con una legge elettorale che è una porcata tanto che viene chiamata “porcellium”.

Non partendo dall’alto il rinnovamento della forma di Stato è partito dal basso – altra assurdità – così sotto la pressione del movimento referendario di Mario Segni è stata approvata la legge nel 1993 sull’elezione diretta del sindaco istituendo, di fatto, un “presidenzialismo”a livello di Comuni e Province con un sindaco-podestà che ha ridotto il Consiglio Comunale ad un ruolo marginale. Si è passato da un eccesso all’altro e invece di riformare prima di tutto lo Stato si è tentato di riformare i Comuni e le Province senza nemmeno organizzare un accorpamento dei comuni-polvere e rivedere i livelli di potere locale.

Il vice capogruppo del PD alla Camera dei Deputati, Alessandro Maran ha scritto un articolo che appare nel numero 29 del settimanale web “Qualcosa di Riformista” dal titolo “più coraggio su province e comuni”dove sostiene la necessità di “mettere ordine nella casa della politica: la Pubblica Amministrazione”

“Non si capisce perché l’Italia debba avere quattro livelli territoriali costituzionalmente garantiti: lo Stato, Le Regioni, le Province e i Comuni. La Francia prevede in Costituzione i Comuni ed i Dipartimenti; la Germania i Comuni e i Lander. Questo non vuol dire che non esistono altri livelli territoriali (le Regioni in Francia, i Distretti in Germania) ma non sono enti politici costituzionalmente garantiti bensì luoghi di coordinamento territoriale”scrive Maran che sottolinea quindi l’opportunità di abolire le Province e di accorpare i Comuni.

“La dimensione territoriale dei nostri Comuni è ancora quella del Medio Evo: la distanza che si poteva percorrere a piedi sulle strade di allora nelle ore di luce. Ma oggi l’economia del paese ha bisogno di avviare grandi trasformazioni e il ripensamento di un’organizzazione territoriale finora policentrica e dispersa costituisce forse il capitolo più importante di questo progetto”aggiunge ancora Alessandro Maran.

Maran riferisce anche che altri paesi d’Europa hanno avviato la riforma degli enti locali. In Germania ogni Land ha usato le ricette più convenienti per gli accorpamenti dei Distretti. In Danimarca hanno ridotto i Comuni da 1388 a 275, in Belgio da oltre 2500 a meno di 600, in Inghilterra da 1830 a 486.

“Insomma – conclude Maran – quello delle cento città è un mito antico della politica italiana ma questa deve rinnovare le sue parole d’ordine se vuole affrontare le sfide del futuro”.

Maran tuttavia non accenna – ed avrebbe dovuto farlo – di rinnovare prima di tutto lo Stato con la riforma costituzionale che prima di tutto dovrebbe abolire, perché inutilmente e costosamente ripetitiva, una Camera e cioè il Senato rendendo il sistema “unicamerale”. Il bicameralismo perfetto – due Camere con identici poteri – esiste solo in Italia e nel piccolo Belgio. In Francia il Senato è eletto dai consiglieri comunali e comunque non è essenziale per approvare tutte le leggi mentre in Inghilterra la Camera dei Lords non è elettiva non approva le leggi ed è mantenuta solo per tradizione. Se l’Italia può permettersi finanziariamente – e non mi pare – un Senato con poteri non uguali a quelli della Camera comunque per efficienza legislativa lo faccia ma non si può continuare con un bicameralismo perfetto. Così non si può consolidare una vera Democrazia Repubblicana con una legge elettorale che si definisce porcata e che allontana i cittadini dalla politica invece di avvicinarli. Gli esempi di riforma devono venire dall’alto e poi estendersi al basso e l’abolizione dei privilegi dei politici di oggi definiti “la Casta” è la prima riforma di costume da fare.

Riformato in senso di autentica e di efficiente partecipazione lo Stato con una sola Camera, un ritorno al sistema elettorale proporzionale con uno sbarramento del 5% alla tedesca, tale da realizzare formalmente una Seconda Repubblica che sarebbe molto simile a quella francese o tedesca, si dovrebbe avviare il rinnovamento degli enti locali abolendo la Provincia ed accorpando i Comuni per Comprensori come il caso emblematico dell’isola d’Ischia che per dimensione economica e sociale riceve un danno dallo spezzettamento in sei Comuni istituiti nel 1806 dalla dominazione francese quando si tenne conto probabilmente della “distanza che si poteva percorrere a piedi sulle strade nelle ore di luce”.

La battaglia per il Comune Unico dell’isola d’Ischia – che sembrava perduta con la bocciatura del referendum consultivo indetto dalla Regione Campania lo scorso 5 giugno – è ben lontana dal concludersi. Anzi la recessione economica nazionale e mondiale la ripropone ogni giorno e chi l’ha proposta e sostenuta non era affatto un visionario. Aveva soltanto buon senso. La più rara delle virtù eternamente in minoranza nonostante l’evidenza dei fatti.

Casamicciola, 29 settembre 11
Giuseppe Mazzella su IschiaNews
gmazzella@ischianews.com


7 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. il volo - Data: 30/9/2011 03:12:52 - IP: 109.53.81.xxx

    …ma favore si copii almeno……. Francia e Geramania hanno attuato un modello partecipativo che dà i propri siccessi rispetto a idee di retroguardia ….di stampo anglossassone…per inseguire un modello asiatico…i dierritti di partecipazione, civili e sociali costano…la casta politica? ….vediamo chi sono i castati… .Comuni della Francia da Wikipedia, l’enciclopedia libera

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    Questa voce è parte della serie su: Divisioni amministrative della Francia

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    Voce principale
    Regioni
    (incl. Regioni d’oltremare)

    Dipartimenti
    (incl. Dipartimenti d’oltremare)

    Arrondissements
    Cantoni
    Intercomunalità
    Comunità urbane
    Comunità di agglomerazione
    Comunità di comuni
    Syndicat d’agglomération nouvelle

    Comuni
    Comuni associati
    Arrondissements municipali

    Altre nella Francia d’oltremare
    Collettività d’oltremare
    Collettività sui generis
    Paese d’oltremare
    Territori d’oltremare
    Proprietà demaniale dello Stato

    Il comune (la commune) è la più piccola suddivisione amministrativa della Francia, che corrisponde generalmente al territorio di una città o di un villaggio. La sua superficie e la popolazione possono variare notevolmente (dal comune più popolato, Parigi, con 2 milioni di abitanti si arriva agli zero abitanti di 3 comuni).

    Al 9 gennaio 2008 c’erano in Francia 36.781 comuni (di cui 212 oltremare)[1][2], che coprono tutto il territorio (eccetto Wallis e Futuna e alcune zone senza popolazione permanente); secondo uno studio del 2003, essi erano la metà del numero totale dei comuni dell’Unione europea a 15[3].

    Indice [nascondi]
    1 Ruolo e amministrazione
    2 Storia
    3 Statistiche
    3.1 Numero di comuni
    3.2 Modificazioni territoriali
    3.3 Popolazione
    3.4 Superficie
    3.4.1 Totalità del territorio
    3.4.2 Francia metropolitana
    4 Estremità geografiche
    4.1 Francia continentale[17]
    4.2 Francia metropolitana
    4.3 FRANCIA
    4.4 Nome
    5 Comuni insulari
    6 Divisioni comunali
    7 Intercomunalità
    8 Note
    9 Voci correlate
    10 Altri progetti
    11 Collegamenti esterni

    Ruolo e amministrazione [modifica]Malgrado le differenze di popolazione e di superficie tra i comuni francesi, tutti sono caratterizzati dalla stessa struttura amministrativa e tutti hanno le stesse competenze legali, con l’eccezione di Parigi.

    Un comune è amministrato da un “consiglio comunale”, i cui membri sono eletti a suffragio universale per sei anni. Il consiglio municipale elegge al proprio interno il sindaco, che ha la responsabilità tra le altre cose di applicare le decisioni del consiglio, e i suoi assessori, che possono ricevere certe deleghe.

    Il numero dei consiglieri comunali è determinato in base alla popolazione del comune, con un minimo di nove. Le sedute del consiglio sono pubbliche, ma solo i consiglieri possono prendere parola. Le risorse finanziarie di un comune sono costituite essenzialmente dalle tasse sulla proprietà immobiliare e sulle attività professionali (versate dagli artigiani, i commercianti e le imprese); si occupa dell’amministrazione locale (gestione dell’acqua, permessi di costruzione e così via). In quanto rappresentante dello Stato nel comune, il sindaco ha l’incarico di ufficiale di stato civile (per nascite, matrimoni, divorzi, decessi…) e dispone anche di poteri di polizia, tranne che a Parigi dove questi poteri sono affidati al “prefetto di polizia”, alle direttive del governo nazionale.

    Il sistema elettorale prevede l’assegnazione in blocco di metà dei seggi del Consiglio comunale alla lista classificatasi in testa al primo o all’eventuale secondo turno di votazioni, cui accedono le liste che abbiano conseguito un decimo dei suffragi. Sulla base dell’ultimo turno celebratosi, l’altra metà degli scranni è divisa proporzionalmente con metodo D’Hont fra tutte le liste che abbiano conseguito almeno un ventesimo dei suffragi. Le liste sono bloccate. Il Consiglio di Parigi è eletto allo stesso modo, ma su liste di circondario.
    Nei Comuni sotto i 3.500 abitanti, invece, viene utilizzato un primitivo metodo maggioritario plurinominale con panachage, in cui gli elettori hanno tanti voti quanti sono i seggi da coprire. Il risultato è frequentemente una dittatura della maggioranza in tali piccoli centri, nei quali spesso non sono presenti consiglieri d’opposizione.

    I tre comuni più popolati (Parigi, Lione e Marsiglia) sono a loro volta suddivisi in “circondari municipali” (che non hanno nessun rapporto con gli arrondissements dipartimentali, un’altra divisione amministrativa francese), ma le loro competenze sono poche, non avendo tra l’altro a disposizione un bilancio proprio.

    Ci sono in Francia circa 500.000 consiglieri municipali (sindaci inclusi).

    Storia [modifica]I comuni furono creati durante la Rivoluzione francese, il 14 dicembre 1789, per uniformare il territorio francese, allora diviso in parrocchie, città o villaggi, quando furono create anche altre suddivisioni amministrative: i dipartementi, gli arrondissement e i cantoni.

    Il termine di “comune”, nel senso contemporaneo di amministrazione del territorio, è stabilito dal decreto della Convenzione Nazionale del 10 brumaio anno II (31 ottobre 1793) : « La Convenzione Nazionale, su proposta di un suo componente, decreta che tutte le denominazioni di città, borgo o villaggio siano soppresse e che siano sostituite da quella di comune ». I componenti del consiglio municipale erano eletti a suffragio censitario. Il sindaco era nominato dal governo centrale per i comuni più popolosi, dal prefetto per gli altri.

    Fu la legge municipale del 5 aprile 1884 a stabilire che il consiglio municipale sia eletto a suffragio diretto.

    Statistiche [modifica] Numero di comuni [modifica]
    Mappa dei 36,569 comuni della Francia metropolitana (al 1 gennaio 2008)Evoluzione del numero di comuni (Francia metropolitana + DOM-TOM[4] 1º gennaio Francia metropolitana DOM-TOM totale
    1999 36 565 – 114 36 679
    2000 36 566 +1 114 36 680
    2001 36 563 -3 114 36 677
    2002 36 565 +2 114 36 679
    2003 36 564 -1 114 36 678
    2004 36 568 +4 114 36 682
    2005 36 570 +2 114 36 684
    2006 36 571 +1 114 36 685
    2007 36 569 -2 114 36 683
    2008 36 569 = 112 36 681
    2009 36 568 -1 112 36 680

    Al 1º gennaio 2011, la Francia contava 36 780 comuni[4] così ripartiti:

    36 568 in Francia metropolitana[4],
    129 nei Dipartimenti d’Oltremare[4],
    83 nelle Collettività d’Oltremare[5].
    Tale numero è nettamente superiore a quello degli altri paesi europei: la Germania ha circa 13.000 comuni, la Spagna e l’Italia circa 8.000.

    La totalità del territorio francese è diviso in comuni a eccezione di:

    Wallis e Futuna, divise in tre regni;
    le TAAF;
    le isole sparse dell’Oceano indiano;
    l’isola Clipperton.
    La lista seguente ricapitola il numero di comuni per dipartimento o comunità d’oltremare. Generalmente si contano più comuni nei dipartimenti del nord e dell’est della Francia, mentre nella prima periferia parigina e oltremare le divisioni sono più rade.

    894 – Passo di Calais
    816 – Aisne
    783 – Somme
    745 – Senna Marittima
    730 – Mosella
    707 – Côte-d’Or
    705 – Calvados
    693 – Oise
    675 – Eure
    652 – Nord
    620 – Marne
    602 – Manche
    594 – Doubs
    594 – Meurthe-et-Moselle
    588 – Alta Garonna
    573 РSa̫ne-et-Loire
    557 – Dordogna
    547 – Pirenei atlantici
    545 – Giura
    545 РHaute-Sa̫ne
    542 – Gironda
    533 РIs̬re
    526 – Basso Reno
    515 – Vosgi
    514 – Senna e Marna
    505 – Orne
    500 – Mosa
    474 – Pirenei settentrionali
    472 – Charente Marittima
    470 РPuy-de-D̫me
    463 – Ardenne
    463 – Gers
    454 – Yonne
    438 – Aude
    433 – Aube
    432 – Haute-Marne
    419 – Ain
    404 – Charente
    403 – Eure-et-Loir
    377 – Alto Reno
    375 – Sarthe
    373 – Côtes-d’Armor
    369 РDr̫me
    363 – Maine-et-Loire
    353 – Gard
    352 – Ille-et-Vilaine
    343 РH̩rault
    340 – Lot
    339 РArd̬che
    334 – Loiret
    332 РAri̬ge
    331 – Landes
    327 – Loira
    324 – Tarn
    320 – Allier
    319 – Lot-et-Garonne
    312 РNi̬vre
    307 РDeux-S̬vres
    305 – Savoia
    304 – Aveyron
    294 – Alta Savoia
    293 – Rodano
    291 – Loir-et-Cher
    290 – Cher
    286 РCorr̬ze
    283 РFinist̬re
    282 – Vandea
    281 – Vienne
    277 – Indre-et-Loire
    262 – Yvelines
    261 – Mayenne
    261 – Morbihan
    260 – Cantal
    260 – Creuse
    260 – Alta Loira
    247 – Indre
    236 – Corsica settentrionale
    226 – Pirenei orientali
    221 – Loira atlantica
    201 – Alta Vienne
    200 – Alpes-de-Haute-Provence
    196 – Essonne
    195 – Tarn-et-Garonne
    185 РLoz̬re
    185 – Val-d’Oise
    177 – Alte Alpi
    163 – Alpi Marittime
    153 – Var
    151 – Vaucluse
    124 – Corsica del Sud
    119 РBouches-du-Rh̫ne
    102 – Territorio di Belfort
    48 – Polinesia francese
    47 – Val-de-Marne
    40 – Senna-Saint-Denis
    36 – Hauts-de-Seine
    34 – Guadalupa
    34 – Martinica
    33 – Nuova Caledonia
    24 РR̩union
    22 – Guyana Francese
    17 – Mayotte
    2 – Saint-Pierre-et-Miquelon
    1 – Parigi

    Modificazioni territoriali [modifica]Il numero totale di comuni in Francia non è fisso e si evolve. Dal 1º gennaio 2006 si sono avute le seguenti modificazioni territoriali:

    1º marzo 2006:
    Creazione di Cuisles per distacco da Châtillon-sur-Marne[6](Marna).
    1º settembre 2006:
    Fusione di Argenton-Château, Boësse e Sanzay con il nome di Argenton-les-Vallées (Deux-Sèvres)[7]
    1º gennaio 2007:
    Ricreazione di Bosselshausen e di Kirrwiller per distaccamento da Kirrwiller-Bosselshausen (Bas-Rhin)[8]
    Fusione di Tancua in Morbier (Giura)[9]
    Fusione di Frohen-le-Grand e Frohen-le-Petit con il nome di Frohen-sur-Authie (Somme)[10]
    28 febbraio 2007:
    Fusione di Graignes e Le Mesnil-Angot con il nome di Graignes-Mesnil-Angot (Manche)[11]
    29 giugno 2007:
    Fusione di Guitalens e Lalbarède nel nuovo comune di Guitalens-L’Albarède (Tarn)[12]
    1º gennaio 2008:
    Creazione di Verquigneul, distaccato da Béthune (Pas-de-Calais)[13]
    Creazione del comune di Saint-Symphorien per distaccamento di parte del comune di Hédé e Bazouges-sous-Hédé (Ille-et-Vilaine)[14]
    28 febbraio 2008:
    Creazione di Rosoy, distaccato da Sens (Yonne)[15]
    13 febbraio 2008:
    Creazione di Lieoux, distaccato da Saint-Gaudens (Haute-Garonne)[16]
    1º gennaio 2009:
    Fusione di Blessey e Saint-Germain-Source-Seine nel nuovo comune di Source-Seine (Côte-d’Or)
    Popolazione [modifica] Per approfondire, vedi la voce Lista dei comuni francesi con più di 50.000 abitanti.

    Dati del censimento 1999, popolazione senza doppi conti.

    La popolazione mediana dei comuni della Francia metropolitana è di 380 abitanti (a titolo di paragone, quella dei comuni belgi è di 11 265 abitanti, dei comuni italiani di 2 343 abitanti e spagnoli di 5 505 abitanti). La popolazione media è di 1 542 abitanti.

    In Francia metropolitana, 31 927 comuni hanno meno di 2 000 abitanti (25,3% della popolazione totale), 3 764 tra 2 000 e 10 000 abitanti (25,5%), 762 tra 10 000 e 50 000 abitanti (25,3%), 102 tra 50 000 e 200 000 abitanti (14,4%), 10 più di 200 000 abitanti (8,9%). Più di 10 000 comuni non raggiungono 200 abitanti.

    Il comune più popolato è Parigi (2 125 246 abitanti). Il più densamente popolato nel 1999 era Le Pré-Saint-Gervais (Senna-Saint-Denis, 23 396 ab/km²). Le stime INSEE del 2004 hanno indicato invece Levallois-Perret (Hauts-de-Seine) con 25 934 ab/km². Il comune urbano (comune con una zona di più di 2 000 abitanti con abitazioni distanti al massimo 200 metri) meno densamente popolato è Arles (Bouches-du-Rhône, 67 ab/km²).

    Sei comuni totalmente devastati dopo la battaglia di Verdun del 1916 non furono mai ricostruiti e non hanno abitanti: Beaumont-en-Verdunois, Bezonvaux, Cumières-le-Mort-Homme, Fleury-devant-Douaumont, Haumont-près-Samogneux e Louvemont-Côte-du-Poivre. Sono qualificati come comuni morti per la Francia; ciascuno di essi è amministrato da un consiglio municipale di tre membri nominati dal prefetto della Mosa.

    Tra gli altri comuni Rochefourchat (Drôme) ha un solo abitante, Leménil-Mitry (Meurthe e Mosella) e Rouvroy-Ripont (Marna) due abitanti.

    La tabella seguente mostra i comuni con più di 200 000 abitanti:

    Comune Popolazione
    (1999)
    1 Parigi 2 125 246
    2 Marsiglia 798 430
    3 Lione 445 452
    4 Tolosa 390 350
    5 Nizza 342 738
    6 Nantes 270 251
    7 Strasburgo 264 115
    8 Montpellier 225 392
    9 Bordeaux 215 363
    10 Lilla 212 597
    11 Rennes 206 229

    Fonte: INSEE

    Superficie [modifica]I territori comunali sono delimitati dal catasto.
    La superficie media di un comune della Francia metropolitana è di 14,88 km², la superficie mediana di 10,73 km². Per la presenza di numerosi comuni di scarse dimensioni, la Francia si distingue per la bassa superficie mediana: in Germania la superficie mediana è quasi ovunque superiore ai 15 km², in Italia è di 22 km², in Spagna di 35 km², in Belgio di 40 km²). Più di 15 000 comuni hanno una superficie compresa tra 2,5 e 10 km².
    Oltremare i comuni sono in genere più grandi che in Francia metropolitana e possono raggruppare villaggi relativamente distanti.
    Il comune più esteso è Maripasoula (Guyana, 3 710 abitanti) con 18 360 km². In metropoli Arles (758,93 km²) e Saintes-Maries-de-la-Mer (374,45 km²), entrambi nelle Bouches-du-Rhône, sono i due comuni più estesi.
    Il comune più piccolo è Castelmoron-d’Albret (Gironda, 62 abitanti) con 0,0376 km². Plessix-Balisson (0,08 km², Côtes-d’Armor, 83 abitanti, enclave nel territorio di Ploubalay) e Vaudherland (0,09 km², Val-d’Oise, 88 abitanti) sono gli altri comuni più piccoli.
    Totalità del territorio [modifica]I 50 comuni più estesi di Francia (oltremare incluso) :

    Comune Suddivisione Superficie (km²)
    1 Maripasoula Guyana 18 360
    2 Régina Guyana 12 130
    3 Camopi Guyana 10 030
    4 Mana Guyana 6 339
    5 Saint-Élie Guyana 5 680
    6 Saint-Laurent-du-Maroni Guyana 4 830
    7 Saül Guyana 4 475
    8 Roura Guyana 3 903
    9 Iracoubo Guyana 2 762
    10 Papaichton Guyana 2 628
    11 Saint-Georges Guyana 2 320
    12 Kourou Guyana 2 160
    13 Grand-Santi Guyana 2 112
    14 Apatou Guyana 2 020
    15 Yaté Nuova Caledonia 1 356
    16 Sinnamary Guyana 1 340
    17 Rémire-Montjoly Guyana 1 181
    18 Lifou Nuova Caledonia 1 170
    19 Ouanary Guyana 1 080
    20 Thio Nuova Caledonia 1 007
    21 Hienghène Nuova Caledonia 1 002
    22 Houaïlou Nuova Caledonia 945
    23 Boulouparis Nuova Caledonia 905
    24 Poya Nuova Caledonia 884
    25 Voh Nuova Caledonia 842
    26 Bourail Nuova Caledonia 825
    27 Arles Bouches-du-Rhône 759
    28 Kaala-Gomen Nuova Caledonia 738
    29 Païta Nuova Caledonia 726
    30 Ponérihouen Nuova Caledonia 708
    31 Pouembout Nuova Caledonia 691
    32 Ouégoa Nuova Caledonia 678
    33 Poindimié Nuova Caledonia 675
    34 Maré Nuova Caledonia 670
    35 Le Mont-Dore Nuova Caledonia 649
    36 Montsinéry-Tonnegrande Guyana 600
    37 Koumac Nuova Caledonia 563
    38 Poum Nuova Caledonia 529
    39 La Foa Nuova Caledonia 506
    40 Canala Nuova Caledonia 448
    41 Koné Nuova Caledonia 406
    42 Kouaoua Nuova Caledonia 391
    43 Nuku Hiva Polinesia francese 388
    44 Macouria Guyana 378
    45 Saintes-Maries-de-la-Mer Bouches-du-Rhône 375
    46 Moindou Nuova Caledonia 346
    47 Hiva Oa Polinesia francese 327
    48 Touho Nuova Caledonia 290
    49 Dumbéa Nuova Caledonia 258
    50 Laruns Pirenei Atlantici 249

    Dati: Institut géographique national

    Francia metropolitana [modifica]I 30 comuni più estesi in Francia metropolitana:

    Comune Dipartimento Superficie (km²)
    1 Arles Bouches-du-Rhône 758,93
    2 Saintes-Maries-de-la-Mer Bouches-du-Rhône 374,61
    3 Laruns Pirenei Atlantici 248,96
    4 Chamonix Alta Savoia 245,46
    5 Marseille Bouches-du-Rhône 240,62
    6 Saint-Fargeau Yonne 220,23
    7 Bressuire Deux-Sèvres 218,39
    8 Saint-Martin-de-Crau Bouches-du-Rhône 214,87
    9 Lacanau Gironda 214,02
    10 Saint-Paul-sur-Ubaye Alpes-de-Haute-Provence 205,55
    11 Sartène Corsica del Sud 200,19
    12 Névache Alte Alpi 191,93
    13 Hourtin Gironda 190,50
    14 Calenzana Corsica settentrionale 182,77
    15 Aix-en-Provence Bouches-du-Rhône 180,68
    16 La Teste Gironda 180,20
    17 Haguenau Basso Reno 180,00
    18 Bourg-Saint-Maurice Savoia 179,07
    19 Termignon Savoia 178,34
    20 Tende Alpi Marittime 177,47
    21 Carcans Gironda 175,40
    22 Saint-Étienne-de-Tinée Alpi Marittime 173,81
    23 Narbonne Aude 172,96
    24 Fontainebleau Senna e Marna 172,05
    25 Porto-Vecchio Corsica del Sud 168,65
    26 Millau Aveyron 168,22
    27 Prads-Haute-Bléone Alpes-de-Haute-Provence 165,64
    28 Auzat Ariège 162,74
    29 Nîmes Gard 161,85
    30 Saint-Martin-de-Belleville Savoia 161,76

    Dati dell’Institut national d’études démographiques

    Parigi ha una superficie di 105,40 km²

    Estremità geografiche [modifica] Francia continentale[17] [modifica]Posizione Comune Coordinate Regione Dipartimento
    NORD Bray-Dunes 51°04′00″ N Nord-Passo di Calais Nord
    SUD Lamanère 42°22′00″ N Linguadoca-Rossiglione Pirenei Orientali
    OVEST Le Conquet 4°46′00 W Bretagna Finistère
    EST Lauterbourg 8°10′00″E Alsazia Basso Reno

    Francia metropolitana [modifica]Posizione Comune Coordinate Regione Dipartimento
    NORD Bray-Dunes 51°04′00″ N Nord-Passo di Calais Nord
    SUD Bonifacio 41°23′15″N Corsica Corsica del Sud
    OVEST Ouessant 5°06′00″W Bretagna Finistère
    EST Aleria 9°30′48″E Corsica Corsica settentrionale

    FRANCIA [modifica]Posizione Comune Coordinate Regione / TOM – DOM Dipartimento / Suddivisione
    NORD Bray-Dunes 51°04′00″ N Nord-Passo di Calais Nord
    SUD Rapa 17°35′24″ S Polinesia Francese Isole Australi
    OVEST Rimatara 152°51′21″ W Polinesia Francese Isole Australi
    EST Île des Pins 167°29′00″ E Nuova Caledonia Provincia del Sud

    Nome [modifica]
    Cartello che indica la fine del comune di YI comuni francesi col nome più lungo sono Saint-Remy-en-Bouzemont-Saint-Genest-et-Isson (Marna, 592 abitanti, 45 segni), Saint-Germain-de-Tallevende-la-Lande-Vaumont (Calvados, 1 731 abitanti, 44 segni) e Beaujeu-Saint-Vallier-Pierrejux-et-Quitteur (Alta Saona, 739 abitanti, 43 segni) e hanno tutti e tre 38 lettere.
    Al contrario, il comune francese col nome più breve è Y (Somme, 89 abitanti). 15 altri comuni hanno un nome di due lettere (Ay, Bû, By, Eu, Fa, Gy, Oô, Oz, Py, Ri, Ry, Sy, Ur, Us et Uz).
    Il primo comune in ordine alfabetico è Aast (Pirenei Atlantici, 190 abitanti); l’ultimo Zuytpeene (Nord, 469 abitanti).
    3 927 comuni iniziano per « Saint » (10,7 % dei comuni francesi), tra cui Le Saint. Il santo più frequente è Saint-Martin (222 comuni), seguito da Saint-Jean (170 comuni) e Saint-Pierre (155 comuni). 471 altri comuni hanno il termine « Saint » nel loro nome.
    334 comuni iniziano per « Sainte » (0,9 % dei comuni francesi), tra cui Saintes. La santa più frequente è Sainte-Marie (40 comuni, tra cui Saintes-Maries-de-la-Mer), seguita da Sainte-Colombe (27 comuni) e Sainte-Croix (25 comuni). 62 altri comuni hanno il termine « Sainte » nel loro nome.
    I nomi hanno generalmente origine francese o sono stati francesizzati (come Toulouse dall’occitano Tolosa, Strasbourg dal tedesco Straßburg o Perpignan dal catalano Perpinyà). Molti comuni che stati francesizzati o conservano il nome nella lingua di origine:
    Lingua Dipartimento / Regione / Collettività
    Italiano[18] Corsica
    Alpi Marittime
    Bretone[19] Bretagna
    Loira Atlantica
    Basco Pirenei Atlantici
    Catalano[20] Pirenei Orientali
    Fiammingo e Olandese Nord
    Tedesco[21] Alsazia
    Mosella
    Francoprovenzale Ain
    Isère
    Giura
    Doubs
    Loira
    Rodano
    Savoia
    Alta Savoia
    Occitano Aquitania
    Alvernia
    Limosino
    Midi-Pirenei
    Rodano-Alpi
    Charente
    Comoriano Mayotte
    Kanak e lingue austronesiane Nuova Caledonia
    Lingue polinesiane Polinesia Francese
    Lingue amerindie Guyana Francese

    Comuni insulari [modifica]Comuni formati interamente da una o più isole (senza confini terrestri con altri comuni):

    Comune Dipartimento Regione
    ÃŽle-d’Aix Charente Marittima Poitou-Charentes
    ÃŽle-d’Arz Morbihan Bretagna
    Île-de-Batz Finistère Bretagna
    ÃŽle-de-Bréhat Côtes-d’Armor Bretagna
    Groix Morbihan Bretagna
    HÅ“dic Morbihan Bretagna
    ÃŽle-d’Houat Morbihan Bretagna
    ÃŽle-aux-Moines Morbihan Bretagna
    Île-Molène Finistère Bretagna
    Ouessant Finistère Bretagna
    Île-de-Sein Finistère Bretagna
    L’ÃŽle-d’Yeu Vandea Paesi della Loira
    Saint-Martin[22] Saint-Martin Saint-Martin
    Saint-Barthélemy Saint-Barthélemy Saint-Barthélemy

    Inoltre ci sono 2 comuni su isole fluviali che non confinano con altri comuni:

    Comune Dipartimento Regione
    L’ÃŽle-Saint-Denis ÃŽle-de-France Senna-Saint-Denis
    Béhuard Paesi della Loira Maine e Loira

    Comuni posti interamente su isole (con confini terrestri con altri comuni):

    i 4 comuni di Belle ÃŽle (Bangor, Le Palais, Locmaria, Sauzon) nel Morbihan (Bretagna)
    i 360 comuni della Corsica
    i 32 comuni della Guadalupa
    i 34 comuni della Martinica
    i 17 comuni di Mayotte
    i 4 comuni dell’ÃŽle de Noirmoutier (Barbâtre, L’Épine, La Guérinière, Noirmoutier-en-l’ÃŽle) nella Vandea (Paesi della Loira)
    i 33 comuni della Nuova Caledonia
    gli 8 comuni dell’isola di Oléron (La Brée-les-Bains, Le Château-d’Oléron, Dolus-d’Oléron, Le Grand-Village-Plage, Saint-Denis-d’Oléron, Saint-Georges-d’Oléron, Saint-Pierre-d’Oléron, Saint-Trojan-les-Bains) nella Charente Marittima (Poitou-Charentes)
    i 48 comuni della Polinesia Francese
    i 10 comuni dell’isola di Ré (Ars-en-Ré, La Couarde-sur-Mer, La Flotte, Le Bois-Plage-en-Ré, Les Portes-en-Ré, Loix, Rivedoux-Plage, Saint-Clément-des-Baleines, Sainte-Marie-de-Ré, Saint-Martin-de-Ré) nella Charente Marittima (Poitou-Charentes)
    i 24 comuni di Riunione
    i 2 comuni di Saint-Pierre e Miquelon (Miquelon-Langlade e Saint-Pierre)
    Divisioni comunali [modifica]Alcuni comuni sono divisi tra diversi cantoni, come capita alla città d’Hyères. Questi casi sono diversi dalle intercomunalità, associazioni di più comuni.

    Intercomunalità [modifica]Alcune competenze possono essere trasferite a delle strutture amministrative intercomunali, cioè formate da più comuni.

    L’immensa maggioranza dei comuni francesi (il 90%) conta meno di 2.000 abitanti. Per questo si è pensato di ridurre il numero di comuni tramite un meccanismo di fusione. Introdotto con la legge del 16 luglio 1971, detta legge Marcellin, questo meccanismo può dar luogo a un nuovo e unico comune che raggruppa i comuni fusi, oppure anche a conferire a due comuni che si fondono i titoli a uno di “capoluogo” e all’altro di “comune associato”. Nella dinamica della legge, erano stati previste circa 3.500 fusioni coinvolgendo 10.000 comuni. Nel 1982 si contavano tuttavia solo 810 fusioni e 1952 comuni interessati.

    Note [modifica]1.^ (FR) Government of France INSEE. Code officiel géographique — Présentation. URL consultato il 27 giugno 2008.
    2.^ (FR) Government of France INSEE. Code des collectivités d’outre-mer (COM). URL consultato il 27 giugno 2008.
    3.^ L’analyse des comptes 2003 des communes. Ministère de l’Économie, de l’Industrie et de l’Emploi; Ministère du Budget, des Comptes publics et de la Fonction publique
    4.^ a b c d Codice ufficiale geografico dell’Institut national della statistique et des études économiques (INSEE).
    5.^ Documentazione del Codice ufficiale geografico – Codici oltremare
    6.^ Journal Officiel n° 97, 25 aprile 2006, p. 6161, texte n°1
    7.^ Journal Officiel n° 176 (1er août 2006), p. 11409, texte n°2 – rectificatif : n° 191 (19 août 2006), p. 12248, texte n°2
    8.^ Journal Officiel n° 19 (23 janvier 2007), p. 1289, texte n°1
    9.^ Journal Officiel n° 272 (24 novembre 2006), p. 17609, texte n°3
    10.^ Journal Officiel n° 22 (26 janvier 2007), p. 1489, texte n°1
    11.^ Journal Officiel n° 56 (7 mars 2007), p. 4378, texte n°26
    12.^ Journal Officiel n° 137 (15 juin 2007), p. 10360, texte n°5
    13.^ Journal Officiel n° 272 (23 novembre 2007), p. 19120, texte n° 6
    14.^ Journal Official n°226 du 29 septembre 2007 page 15901 texte n° 13
    15.^ JORF n°0036 du 12 février 2008 page 2555, texte n° 5
    16.^ JORF n°0043 du 20 février 2008 page 3036, texte n° 12
    17.^ Dalla Francia continentale viene sempre esclusa la Guyana Francese, che si trova sulla terraferma.
    18.^ La lingua italiana era la lingua ufficiale e di cultura in Corsica fino al 1805, ma fu vietata definitivamente nel 1859. Nelle Alpi Marittime che facevano parte della Contea di Nizza sabauda fino al 1860 era ufficiale l’italiano, mentre i comuni di Tenda e Briga Marittima, già parte della Contea di Nizza e poi della provincia di Cuneo furono annessi alla Francia solo nel 1947.
    19.^ Il bretone è stata l’unica lingua ufficiale del Regno di Bretagna fino al 1491.
    20.^ I Pirenei Orientali fino al 1659 era parte del Regno di Spagna e le lingue ufficiali erano il catalano e lo spagnolo.
    21.^ La tedesco fu lingua ufficiale in Alsazia-Lorena dal 1870 al 1919 e dal 1940 al 1945.
    22.^ Il comune confina con la parte olandese dell’isola, chiamata Sint Maarten
    Voci correlate [modifica]Amministrazione territoriale della Francia
    Area urbana (Francia)
    Beni comunali
    Cambiamenti di nome dei comuni francesi
    Comune associato
    Comune urbano (Francia)
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    Lista dei comuni francesi con più di 50.000 abitanti
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    (FR) Pagina Collectivités Locales del sito del Ministero delle Finanze e dell’Industria (MINEFI)
    (FR) Legislazione sulle competenze comunali
    (FR) Regolamento sulle competenze comunali
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  2. il volo - Data: 30/9/2011 03:32:59 - IP: 109.53.81.xxx

    e poi….e manco tanto poi..anzi
    COMUNE UNICO: LA LOGGIA DEI COGLIONASTRI DAI MATTONI AMMAZZAPALLE
    Salvate le giuste autonomie locali da interessi speculativi lobbisti di politici e di una politica malata, diventata diretta propaggine di quella cattiva impresa che in vent’anni ha distrutto non solo l’economia ma l’intera isola, oggi che invece bisognerebbe attivare il dovuto (da vent’anni) accorpamento dei servizi e funzioni della pubblica amministrazione (una sola area ecologica per tutta l’isola, depurazione, sanità, trasporti, , estirpare il cancro delle municipalizzate, welfare, crescita socio-economica e culturale del territorio etc.) IL VOLO si trova da solo a cercare di scardinare il sistema di mala-politica, sprechi, ruberie, clientelismo dei politici geniacci isolani! Perché delle due l’una: o si è in buona fede, e quindi incapaci a intendere la politica che pertando non si può presumere di imporre e/o proporre. Oppure in malafede…e allora? E allora, …di tutto cuore, poche parole dedicate ai geniacci di quando i c…. casi propri diventano forse politica.
    ////////Ma cosa avete combinato amici ischiesi, ischioni, o come vi chiamate chiamate. Non vi posso lasciare soli a decidere del vostro futuro che combinate pasticci. Ma com’è, è da oltre trent’anni che dibattete il problema, ed ora che che vi è stata concessa la possibilità di autodeterminarvi cosa accade? Che a tre di voi su quattro non interessa un fico secco del Comune Unico o dell’Unico Comune. Ma allora tutti questi vocianti apostoli dell’unità, questi interpreti della cicalata ischi tana, quest’arrondissement di balbuzienti, questi parvenu della politica, questi PENNARUOLI ONANISTI che se la cantavano e se la scrivevano cosa faranno ora? Non demordono, ho sentito uno che con fare serafico elucubrava.”La legge dice che bisogna sentire le popolazioni locali prima di legiferare sull’unità, orbene le popolazioni locali si sono sentite, il loro parere era solamente consultivo e, comunque, quelli che si sono espressi sono nettissima maggioranza, quiandi che le Regioni sancisca l’unità ed avvii tutte le procedure amministrative”. Alla faccia faccia della democrazia diretta! Ed un altro, iscritto alla LOGGIA DEI COGLIONAZZI, con fare da togato così pontificava.”La maggioranza non ha espresso il suo pensiero, ma ciò non vuol dire che sia contraria alla unitarietà dei comuni; si è solo posta nella vasta platea degli agnostici:ora per il loro bene dobbiamo decidere, come abbiamo già fatto, noi, per cui il Comune Unico deve essere varato sotto il motto che la maggioranza ha fatto proprio: fate vobis”. E mentre la regione dirà cosa pensa di fare o se ne fotterà anch’essa del Comune Unico, cosa faranno tutti gli iscritti (per il Comune Unico) a facebook che per mesi si sono fatti venire i calli alle mani per la loro VIRULENZA ONANISTICA? E che ne sarà di Peppino Mazzella da Casamicciola, loro coordianatore, soprannominato il Suslov dei poveri, ora che non potrà sfornare quei MATTONI AMMAZZA PALLE? Boh! Se la spassano gli oppositori: Paolini Paperino della stirpe dei Maramaldi ha tuonato.”che si sciolga l’ACUI”. E che è quest’ACUI da sciogliere: un nodo gordiano, un simil sangue di San Gennaro, una loggia segreta? No, SOLO UN’ASSOCIAZIONI DI BUON TEMPONI CHE VIVEVANO NEL LORO CIRCUITO CONVINTI DI RAPPRESENTARE L’UNIVERSO MONDO.////////
    DA: SOGNANDO OLIVA DI POPEY – Il Dispari del 30/6/2011.

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  3. Davide Iacono - Data: 30/9/2011 09:38:21 - IP: 217.133.118.xxx

    Francia ,germania…………..siamo ad ischia e le cose le conosciamo, la lettura è semplice, ce chi vuole cambiamento e ce chi vuole l attuale(comodo).

    Current score: 0
  4. nicola manna - Data: 30/9/2011 09:48:29 - IP: 82.107.80.xxx

    Rispondo a quest’articolo ma faccio riferimento anche all’altra nota del sig. De Costanzo, che non si discosta più di tanto da questo. Auspicavo che dopo l’esito, negativo per i sostenitori del comune unico, del referendum il dibattito politico si sarebbe elevato. Sono un folle! Si fa fatica ad accettare la democrazia, nel suo vero significato. Non passa giorno che ad ogni provvedimento errato, ad ogni proposta, e ad ogni azione negativa della pessima classe dirigente che oggi governa, si riaffaccia l’ipotesi del comune unico, come risolutore dei problemi. Sono gli uomini e le donne che fanno la storia di un paese e di un popolo, ed oggi, in assenza di un comune unico siamo bene rappresentati in enti sovracomunali, ma con scarsi esiti. Le vere alternative devono partire dal popolo e da una seria classe dirigente non propriamente dedita solo agli interessi personali. Mi dispiace ma in democrazia va rispettato il verdetto elettorale, e il verdetto del 5-6 Giugno è stato inesorabile, decretando una bocciatura per il comune unico e per i suoi sostenitori.
    Nicola Manna
    IL VOLO

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  5. Davide Iacono - Data: 30/9/2011 10:34:31 - IP: 217.133.118.xxx

    Nicola ,sarebbe stato bello se avresti sintetizzato i 2 commenti su,perche se è di popolo che vuoi attivo, gli devi anche spiegare che l attuale è frutto di chiunque ha collaborato con minoranze e maggioranze, chi di la e chi di qua attuali , o NO, sintetizza non confondere, il Basso Popolo vorrebbe capire , Io pure!!!!
    *Non parlare di voto democratico ,ci sono i video di serrara e forio sulle attivita fuori ai seggi, almeno qst evitalo di dirlo il 5 e 6 giugno è una sconfitta della società non dei SI o dei NO .
    Per il resto sono felice se il Volo emerga indipendente qst è fuori dubbio, ma confido piu in Ignazio come motivazione, su di te non vedo indipendenza ,ma sudditanza( per correttezza non dico a chi) ,e non è innovativa come approccio alla politica,resta l uguale sotto altre spoglie tutto qua.

    Current score: 0
  6. nicola manna - Data: 30/9/2011 14:46:11 - IP: 79.34.45.xxx

    E che male c’è Davide a sottolineare una cosa che sanno tutti, ossia la mia amicizia e ammirazione nei confronti di Gaetano Colella, che però fino ad oggi, legittimamente ha scelto di fare un’esperienza diversa. Per quanto riguarda IL VOLO, di cui sono segretario, dico che di domani non v’è certezza, ma certamente saremo in contrapposizione a questo modo di amministrare a Forio. Ignazio il suo ruolo lo ricopre bene, ma su tutto bisogna dire che IL VOLO è un’associazione con veri princìpi democratici, non assoggettata a nessun sovrano. Puoi avere tutti i dubbi che vuoi, ma presuntuosamente ti dico che a Forio non v’è ragazzo più leale, trasparente e lontano dai giochi politici che avvantaggiano la persona, di me.
    Con ossequio
    Nicola Manna
    Segretrio
    IL VOLO

    Current score: 0
  7. Davide Iacono - Data: 30/9/2011 15:46:27 - IP: 217.133.118.xxx

    Risposta chiara e decisa, okay Nicola.

    Current score: 0
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