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Procida: continua lo scempio ambientale sulla spiaggia Punta della Lingua

Procida è uno dei classici esempi dove lo Stato fa il forte coi deboli e il debole coi forti.

di Gennaro Savio. Prosegue a Procida, sulla scogliera della spiaggia di Punta della Lingua, la realizzazione di uno stabilimento balneare, il quale, oltre a rappresentare uno scempio ambientale che snatura uno degli angoli rimasti ancora selvaggi nell’isola di Graziella, ostruisce lo straordinario panorama sul porto turistico e sul Golfo di Napoli e al tempo stesso pone le basi per la futura, possibile  privatizzazione dell’arenile o di parte di esso.

Uno scempio autorizzato dalle  Istituzioni dello Stato che hanno il dovere di preservare il nostro ambiente e il nostro paesaggio. E proprio in tal senso, i più continuano a chiedersi come la Sopraintendenza ai Beni Ambientali di Napoli abbia potuto dare parere favorevole alla realizzazione dello stabilimento balneare su questa scogliera se molto spesso ai semplici cittadini non viene concesso neppure l’ok per realizzare una piccola tettoia sul proprio balcone onde evitare che entri l’acqua piovana in casa.

Ma qui a Procida lo stravolgimento di questo autentico angolo di Paradiso con la realizzazione di cabinati alti da terra quasi quattro metri e voluto dall’Amministrazione comunale guidata dal duo politico Vincenzo Capezzuto e Luigi Muro, rappresenta un’offesa indelebile per quelle famiglie a cui negli anni scorsi è stata abbattuta la casetta di necessità e a quelle che rischiano l’abbattimento. Casette ben inserite nell’ambiente circostanze e ormai presenti  in zone più che urbanizzate.

Le autorizzazioni rilasciate per dare il là allo scempio ambientale sulla scogliera della spiaggia di Punta della Lingua in nome e per conto di affari privati e l’intransigenza che invece viene riservata ai poveri cristi quando si devono abbattere le piccole abitazioni di necessità, a Procida come altrove, dimostra come lo Stato capitalistico – quello che legalizza il disumano sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le disuguaglianze economiche e sociali, che nega al popolo i diritti più elementari e che consente a pochi capitalisti di essere ricchi sfondati al contrario delle masse popolari sempre più povere e disperate – sia abituato a fare il debole coi forti e il forte coi deboli, anche quando questi ultimi si ribellano e invocano a gran voce giustizia come nel caso della realizzazione dello stabilimento balneare sulla scogliera osteggiato dalla cittadinanza, dai frequentatori abituali dell’Isola, dagli ambientalisti e dal PCIML con iniziative pubbliche e manifestazioni di protesta oltre che con esposti presentati a tutte le Istituzioni deputate alla tutela del nostro territorio e del nostro ambiente: da non credere!

E la cosa triste è che a parte il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista guidato da Domenico Savio, nessuna forza politica procidana di centro, centrodestra e centrosinistra si è schierata a difesa degli interessi collettivi e affinché Punta della Lingua non venisse snaturata. L’augurio, naturalmente, è quello che lo Stato voglia restituire la spiaggia di Punta della Lingua a procidani e turisti nella naturalezza che l’ha contraddistinta per secoli.



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