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Parliamo del Comune Unico

Ci risiamo con il Comune Unico. Con l’arrivo della brutta stagione, sembra essere il leit motiv preferito per trascorrere l’inverno apportando qualche contributo, democratico, a questo argomento, che per quanto mi riguarda è stantio.

cartina ischia
di Gerardo Calise. Nell’estate scorsa abbiamo votato e tutti sappiamo come è andata a finire: il referendum è risultato non valido perché quelli che lo avevano voluto, indetto, fortemente  spinto per tanti anni, non erano andati a votare per raggiungere il classico quorum previsto dalla legge. I non votanti non appartengono solo  all’ACUII, ma a tante associazioni anche su FB, fiancheggiatrici del SI, tutte rigorosamente in ordine sparso,  tanto per gradire, alla faccia dell’unione, qualcuna come Ischia Felix, morta prima di nascere, cioè abortita. Come sono da sempre abortite tutte le associazioni isolane di qualunque categoria, che hanno avuto una gestazione ed una vita difficilissima, dai commercianti, agli artigiani, ai pescatori, ai coltivatori, agli albergatori, alla Cantina Sociale, al Cafi-Cisi-Evi, ad ogni forma, anche la più larvata di associazionismo. Le uniche ancora in vita (con l’ossigeno), si mantengono grazie ai soliti pochi “volontari” che restano dopo un radicale screening che vede tanti petali scomparire giorno dopo giorno. A tal proposito, in una animata discussione con amici, coniai il termine di “associazionismo individuale”, che tanto si addice alla nostra litigiosa ed inconcludente società in cui siamo costretti a vivere, con poche individualità atte a invertire una zotica condotta da pagliaio di galline che ci sta facendo sprofondare nel baratro.
Qualche giorno fa è apparsa sul quotidiano locale una interessante intervista all’ex europarlamentare Franco Iacono, che vivaddio, abbiamo il piacere di averlo ancora tra di noi e mi auguro ancora per molto tempo, il quale come sempre è uno dei pochi ad avere un cervello in ordine ed acceso, capace di alzare di molto l’asticella qualitativa dell’argomento in oggetto. Ho letto attentamente le sue convinzioni, che non mi sono sembrate né campanilistiche né di parte, e da cui si evince che la istituzione, che comunque deve essere democratica, di un eventuale Comune Unico, è semplicemente non necessaria, sopratutto, fino a quando  tra gli abitanti dell’Isola d’Ischia non  maturi il concetto che tutto quello che noi facciamo lo dobbiamo inserire, al di là di etichette istituzionali, in un  contesto unitario. La contrapposizione storica tra lui e l’altro grande della politica isolana quale era Enzo Mazzella era proprio questa: mentre Mazzella vedeva Ischia come un Unico Comune sotto l’egemonia del Comune di Ischia, Franco Iacono, anche con l’istituzione delle circolari dei bus, con gli aliscafi che arrivavano fino a S.Angelo, con il Metro del Mare, vedeva l’isola come  tutto un insieme, al di là, appunto, di etichette. Il coordinatore del quotidiano, Raicaldo, come unico esempio di unione recente, nell’intervista, faceva notare il costituendo Distretto Turistico, che per adesso è virtuale, e che comunque, se e quando diventerà reale e funzionerà come si deve, annullerà, di fatto, la utilità del C.U. La cronaca reale, di contro, registra  la comatosa esistenza del Regno di Nettuno, che qualcuno ha ribattezzato di Nessuno.
Ovviamente, ognuno fa finta di non vedere che nella sola Forio ci sono due associazioni di commercianti, non c’è la minima parvenza di una associazione albergatori né di termalisti, non esiste la minima collaborazione fra l’ente locale e le poche eccellenze presenti sul territorio: I Giardini Termali Poseidon e “La Mortella”, eletto giardino d’Italia nel lontano 2004, la Tenuta Giardini Arimei, le Cantine Pietratorcia, la d’Ambra Vini, i Giardini Ravino e la nascente realtà che sta mettendo su la Sachs nella ex tenuta Piromallo. Tutte rigorosamente fuori il contesto del tessuto produttivo, senza il minimo accenno ad una collaborazione, ad un cammino insieme, ad un accenno di sinergia, per migliorarci, al plurale, e non in senso egoistico, come abbiamo fatto fino adesso, tutti in ordine sparso, con gli squallidi risultati che abbiamo davanti ai nostri occhi.
Ecco, quando incominceremo a capire che ISCHIA, come Isola deve finalmente fare sistema, come si dice ora, e diventare un marchio di qualità non solo in campo turistico,  per mano nostra e non grazie ad illuminati personaggi come Rizzoli, Walde, Malcovati, Buchner, Marzotto ,Sielevitch, Walton ed altri, di cui non serbiamo nemmeno una buona memoria, avendoli rimossi tutti e buttati nel cestino mostrandoci anche ingrati ed infami. Mi chiedo, con questi chiari di luna: a cosa servirebbe il C.U.
Non si fa altro che parlare di semplificazione amministrativa: ma con quali uomini,  andremo ad affrontare il futuro, senza dare le solite colpe ai soliti politici. Io sono convinto che questi sono una risultante, una conseguenza e non la causa dei nostri mille problemi. Un detto antico recita che “da questo cuoio esce questa cinghia”.
Un’altra cosa che mi è piaciuta nell’intervista a Franco Iacono, è stata la citazione della penisola sorrentina, che abbiamo di fronte, frammentata in tanti comuni, tra cui Atrani, che è uno dei più piccoli d’Italia, ma che funzionano molto ma molto meglio di noi. In questo luogo fortunato non solo come natura, la gente quando deve risolvere problemi più grandi si unisce naturalmente, o con Unione di Comuni come hanno fatto sei anni fa. La stessa cosa fanno nella vicina Capri, che del resto sono sorrentini trapiantati sull’Isola Azzurra. Io non a caso vado spesso in quei luoghi, che amo tanto, sopratutto perché sono gestiti certamente meglio dei nostri, e molti miei coisolani, farebbero bene ad imitarli, sopratutto nella loro concretezza, lungimiranza e professionalità.
Alla fine, ci sarà pur un motivo che in mille anni di storia dei Comuni, una  istituzione che è un vanto dell’Italia, ci siano stati pochissimi e sporadici casi che hanno accorpati pochi e piccolissimi comuni, come, attraverso regolare referendum, hanno cercato di fare domenica 25 novembre scorso, cinque comuni  di Valsamoggia, in Emilia, per mettere insieme poco più di trentamila persone, fallito perché in due comuni è prevalso il No. Per la cronaca, questo referendum era senza quorum. Va ricordato che quello dell’Isola dell’Elba, pareva ancora una volta arenato, si svolgerà, con quorum, con le prossime elezioni politiche del 2013 . In definitiva, io resto ancora dell’idea che il C.U. non sia necessario, e se fossimo convinti della utilità di stare insieme, ci sono tante formule per poterlo fare, senza spendere soldi per referendum, e tante altre modifiche inerenti al cambiamento radicale che si metterebbe in moto, vanificando molti risparmi presunti. Dobbiamo ficcarci bene nella mente, che è venuto il tempo che le moderne amministrazioni pubbliche devono essere sane e virtuose rispettando rigorosamente leggi e principi economici finanziari e che i debiti non si sanano facendo la somma con altre gestioni fallimentari e ballerine. Questo è il vero principale risparmio sui conti pubblici. In definitiva c’è un detto popolare che recita che “quant ‘cchiù simm’ megghie parimme”.


1 Commento, Commenta o fai un Ping

  1. Enzo - Data: 29/11/2012 20:56:06 - IP: 93.67.136.xxx

    Non sono assolutamente daccordo su quanto scritto e trovo dannoso per una piccola isola quale Ischia sei comuni in quanto significa conoscendo gli ischitani una enorme corruzione e un sempre piu’ dilagante abusivismo, in quanto sei sindaci e relative giunte farebbero come d’altronde fanno favori ad una gran quantita’ di amici e parenti per potersi garantire la elezione nonche’ un enorme spreco di soldi.Tali soldi vanno recepiti aumentando le tasse,che vanno a gravare su quei pochi che non usufruiscono di impiego publico o meglio comunale.

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