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No al comune unico, l´elenco dei rischi

di Giovanni Monti Innanzitutto preciso che il seguente elenco non rappresenta una sfida, bensì un terreno di confronto. Inoltre, non essendo stato prodotto mediante un’analisi sistematica che abbracci tutti i diversi aspetti coinvolti nell’ipotesi di converg…enza delle sei municipalità in una, esso si presenta come un’individuazione iniziale “qualitativa” di parte dei possibili rischi associati a tale processo, da arricchire e completare.
Elenco dei rischi:
1. La poca chiarezza circa le procedure che saranno utilizzate per la realizzazione dell’unificazione dei municipi potrebbe comportare una nuova organizzazione della municipalità distante dai buoni propositi emersi in questo gruppo. Esiste il rischio che dopo il referendum i cittadini isolani non possano più incidere direttamente sulla gestione del transitorio fino ad arrivare alla nuova entità, ma che essa sia indirizzata da pochi, ad uso e consumo proprio.
2. Una delle maggiori critiche rivolte da parte della cittadinanza agli attuali amministratori è di non riuscire nell’arte del “buon governo”. Siccome oggi essi operano su piccoli territori e governano poche persone, c’è il rischio che (nel caso in cui il primo rischio si concretizzi) su un territorio più ampio, con più persone da amministrare incontrino maggiori difficoltà e dunque producano risultati peggiori.
3. Un problema comune a tutte le realtà municipali è la diversa qualità generale che i centri offrono rispetto alle zone periferiche. Ciò è evidente anche in piccole realtà quali i sei comuni isolani. L’unificazione comporterebbe un aumento esponenziale delle zone periferiche rispetto ad un centro, qualsiasi esso sia. Trasponendo in tale nuova configurazione le considerazioni precedentemente esposte, si corre il rischio di far si che la media della qualità di vita dell’isolano si abbassi.
4. Il rapporto [numero amministratori / numero cittadini] diminuirà drasticamente. Ciò comporterà che intere zone isolane non verranno rappresentate nel consiglio comunale (e tantomeno nella giunta). Ne consegue il rischio che si creino disparità di trattamento nell’erogazione dei servizi base offerti a cittadini in zone diverse dell’isola in base al fatto che essi abbiano o meno referenti diretti a cui rivolgersi.
5. L’accentramento del controllo amministrativo dell’isola comporta il rischio di eliminare la pluralità di visione che è garantita da sei amministrazioni. Mentre da un punto di vista decisionale ed attuativo tale struttura presenta degli innegabili vantaggi, d’altra parte, in virtù dell’essenza stessa della concentrazione di responsabilità, si corre il rischio di derive politico-economiche non arginabili.
6. L’efficientamento dei servizi e delle funzioni che si otterrà con l’unificazione amministrativa comporterà nel medio – lungo periodo una riduzione di posti di lavoro. C’è il rischio che tali perdite non possano essere recuperate dallo sviluppo socio – economico che si pensa possa essere innescato dal processo unificativo, con conseguente aumento del livello disoccupazionale.
7. Nell’attuale situazione, la selezione dei rappresentanti elettorali locali consente ai cittadini di conoscere bene i loro politici nonché a questi ultimi di conoscere bene i bisogni e i desideri dei loro elettori. Nel caso di unificazione si perde tale valore aggiunto, col rischio che non venga premiato il politico che, essendo conosciuto bene dall’elettorato è giudicato idoneo alla mansione, ma che venga nominato quel politico che avrà più possibilità di svolgere attività promozionali a proprie spese, pur non mostrando le proprie qualità. C’è in più il rischio che il politico così individuato sia totalmente sprovveduto rispetto alle esigenze del cittadino.
Per ora vi auguro una buona serata… alla prossima!


11 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. Gerardo Calise - Data: 4/3/2011 19:25:41 - IP: 79.41.48.xxx

    Bravissimo Giovanni,
    le tue sono argomentazioni che sfiorano la verità evangelica, talmente sono vere e reali. Mi auguro che il tuo post sia letto sopratutto da molti giovani, che, giustamente sperano in un futuro migliore, che purtroppo, non potrà assicurare il Comune Unico. Complimenti davvero e buona serata anche a te da Gerardo Calise

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  2. Domenico - Data: 4/3/2011 20:24:48 - IP: 87.11.198.xxx

    Concordo pienamente con l’analisi fatta ,in particolar modo al punto 6 riferita alla sicura perdita di posti di lavoro ( solo questo motivo ,ritengo,sia sufficiente a che non si debba fare il comune unico ) e al punto 3 .Tutte le località dell’isola diventeranno periferia di Ischia che ,invece ,diventerà città (nel senso dispregiativo del termine ) ed è la cosa di cui l’isola non ne ha proprio bisogno.

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  3. Davide Iacono - Data: 5/3/2011 10:27:17 - IP: 79.13.148.xxx

    Domenico,punto 6 : i posti di lavoro non cambiano,si riducono le cariche amministrative che sono occupate da gente che ha gia un lavoro.
    punto 3: le periferie gia ci sono ,i dessesti credo siano gia evidenti proprio a causa dele cattive 6 gestioni, o vuoi affermare di stare bene sull isola?perche, se sei felice di come è oggi amministrativamente,economicamente,ambientalmente, socialmente etc etc , allora vota NO e rimarrà tt uguale ,tt in mano ai soliti e continueremo a cadere ,contento?
    Votare SI è perche non va bene –votare NO è perche va bene.
    A te .

    Gerardo se parli di verità evangeliche , allora credo tu viva lontano dall Isola, i giovani che parli tu abitano altrove , causa il dissesto socio-economico, oggi I isola non è un paese per giovani sia per vivere che per fare etica politica.

    Cmq sia siete liberi di difendere la politica attuale, ma evitate di dire di difendere l isola.

    Complimenti a Giovanni(un mio amico unico ad argomentare il resto è difesa di poltrona) per le domande o dubbi esposti , ma sarebbero validi e voterei anche IO NO , se si dimettessero tutte le cariche isolane con l obbligo di non presentarsi nei propri comuni, allora avrebbe senso.

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  4. MARCO - Data: 5/3/2011 19:12:02 - IP: 95.247.144.xxx

    spassionatamente, non ci resta che piangere su quanto detto da giovanni monti

    l’unica cosa che rischiamo a rimanere con 6 municipalità o meglio frazioni è solo la continua diramazione del potere di persone che con la politica ha solo ed esclusivamente avviato ed inventato una nuova professione con corrispettivo.

    con una famiglia di 30 persone in alcuni comuni si riesce ad essere portatori di prebende per se e per gli amici.

    le derive politiche vengono fermate dalla consapevolezza del vivere civile, con la forza della gente e dei giovani sopratutto che dovranno cimentarsi su una politica isolana e non più comunale dove il parente il fratello il cugino consigliere possono tutto …..a discapito degli altri

    si è già visto come si amministrano le micro comunità quindi da quanto hai detto e pare di capire meglio accentuare tanti piccoli piaceri o meglio piccoli interessi che essere travolti dall’interesse collettivo di un unica comunità.

    un discorso perfetto da sempre inserito nella genetica mentale dell’ischitano: l’importante che stanno bene i cavoli miei gli altri possono anche andare a fare un giro in barcai

    il buon giovanni si vede preoccupato anche della perdita dei posti di lavoro sull’isola, posti di lavoro conquistati con rigorose procedure di selezione pubblica ampiamente diffusi e che quasi mai hanno coinvolto un parente conoscente o un amico di qualche pubblico amministratore vero?

    che bella poi la conoscenza del politico magari ci può sempre favorire, vero giovanni, per spostare il cassonetto da sotto casa, per rivedere una multa, per una prenotazione, per una pratica edilizia in comune, insomma perchè perdere l’aiuto dell’uomo della porta accanto anche se favorendo qualcuno si calpesta l’interesse della collettività?

    gli interessi di pochi devono sempre prevalere sul bene della collettività vero giovanni gerardo l’evangelico e domenico?

    l comune unico può essere una svolta epocale per la nostra società ma bisogna prima di tutto rimuovere il provincialismo e l’egoismo personale

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  5. Brigida - Data: 6/3/2011 14:30:14 - IP: 217.201.42.xxx

    Il punto 4 si può anche organizzare con delle quote di presenza. Ogni ex-comune avrà un numero stabile di consiglieri anche in proporzione. Ma perché pensate che sia poi Ischia il “capoluogo”?
    Poi ci saranno cmq le municipalità con ufficio territoriale, si potrebbe anche decentrare il Comune a Ischia, la Sanità direttamente a Lacco Ameno, l’Inps e il Collocamento a Barano e Serrara, l’Ufficio Tecnico a Forio…. giusto per fantasticare un po. Ogni ex-comune potrebbe avere un settore da gestire il che eviterebbe anche un traffico pauroso e delle attese enormi.
    Io, più ci penso, più vedo solo vantaggi. Va da se che dipende dai cittadini che tipo di politico verrà eletto. Certo che il voto di scambio non é solo vergognoso ma anche dannoso per l’Isola.

    Per quanto riguarda i livelli occupazionali mi sento di dire che sarà invariato o magari anche meglio organizzato e distribuito. Come già detto, si risparmieranno tanti soldi sui dirigenti. Ma si può andare avanti con 6 e più vertici diversi con presidenti, vice, consulenti etc e ognuno di questi personaggi prende stipendi stellari? Invece gli operai rischiano il licenziamento e già sono al minimo assoluto.

    Lo so bene che ogni cambiamento radicale è difficile e a volte doloroso. Ma pensiamoci a questi giovani! Io li vedo fuori dalle scuole e mi chiedo sempre che “fine” devono fare un domani. Saranno loro poi a subire le conseguenze delle scelte fatte oggi. Allora diamoci una mossa per migliorare questo scoglio perché così come stiamo ora non va più.

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  6. Domenico - Data: 6/3/2011 22:05:36 - IP: 82.59.87.xxx

    Davide , se il maggior punto di forza di coloro che sono a favore del comune unico è la riduzione degli stipendi dei sindaci ,assessori ,consiglieri e politicanti ,non ti rendi conto che un comune è costituito oltre che da questi ,anche di dirigenti , impiegati ,vigili , operai , nonchè da un indotto terziario ( operatori ecologici,giardinieri ,operai o ditte che lavorano per conto del comune )?
    Perchè la riduzione dovrebbe essere solo per i politici,che oltretutto vengono pagati con soldi dello Stato e non dei lavoratori ?

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  7. Davide Iacono - Data: 8/3/2011 14:27:12 - IP: 79.13.144.xxx

    perche per 65mila abitanti occorreranno gli identici numero di funzionari per anagrafe ,vigili ,operatori ecologici etc etc……..il futuro accorpamento è solo amministrativo, 1 sindaco 40 consiglieri 5-8 assessori, persone che oggi hanno gia un lavoro( e ben retribuito,medici,ingegneri etc) ed esercitano la professione del politico che per mia passione dovrebbe essere a titolo qs gratuita e fatta da competenti in specifico .

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  8. Davide Iacono - Data: 8/3/2011 15:43:27 - IP: 79.13.148.xxx

    Occorre un unificazione decisionale è fatta da gente competente,personalmente mastico problematiche ambientali ed energetiche che oggi non vengono affrontate seriamente : progetti per discariche sull isola,differenziata male organizzata(qualcuno si evidenzia), ma danneggia il restante dell isola come immagine,politica energetica da anni 60 e falsa(promuovono la metanizzazione Isolana come progetto di sostenibilità ambientale e fonti rinnovabili), ecco tutto qst è un segnale che non ce una giusta amministrazione del territorio, non si crea forza lavoro oltre all edile o turismo.
    Questi soli 2 accenni bastano a mettere punto e cambiare rotta prima del punto di non ritorno( che è vicinissimo),anzi la delibera di bacoli verso Ischia N. 163 del 04.6.2007 per la condotta marina (consiglio di leggere ) ne metto un punto chiave dove specifica la fine del territorio subacqueo isolano!!!! : 2)Darsi atto, altresì, che l’opera “ de quo” incide negativamente su di un’area d’eccezionale valenza
    paesaggistica e naturalistica, compromettendone inevitabilmente le plurime possibilità di utilizzo
    alterandone anche sul piano imprenditoriale del territorio, in gran parte di proprietà pubblica, per
    cui il danno è conseguentemente incalcolabile.

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  9. Davide Iacono - Data: 8/3/2011 15:49:26 - IP: 79.13.148.xxx

    Quindi riassumendo ,me, non sono un distruttore delle amministrazioni ,ma valuto in sintesi il referendum “consuntivo ” per il comune unico in : SI-non va bene cosi ; NO-va bene cosi.

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  10. graziano petrucci - Data: 8/3/2011 16:36:38 - IP: 151.56.123.xxx

    Domenico, specie per i lavoratori che non perderanno il posto di lavoro ma anzi troveranno una ricollocazione – il che non avviene e non può avvenire su due piedi, sarebbe semplicistico e poco reale pensarlo, nella ipotesi la ricollocazione durerebbe per lo stesso periodo che dovrà essere utilizzato per rendere operativo il Comune unico dunque almeno dai 7 ai 10 anni – all’interno dei comparti della nuova amministrazione. Gia è avvenuto nei piccoli Comuni e non ci sarà nessun licenziamento.

    Ad ogni modo, per ” cronaca ” visto che è anche qua e la discussione sul Comune Unico, oltre che sulla pagina del gruppo di supporto al C.U. su facebook, ultimamente si sta espandendo, devo riportare la ” risposta ” a Giovanni la cui articolazione dei rischi si muove su base ” teorica” e sulal stessa si possono dare risposte. Un dato però l’abbiamo e cioè la situazione attuale che non è delle migliori, nè dal punto di vista politico amministrativo e nè, specie, da quello economico.
    Su questo scambio di vedute, sul gruppo Facebook appunto, si stanno articolando una serie di discussioni al fine di ” spiegare” attraverso lo strumento normativo cosa accadrà.

    Insomma prima di tutto informazione per diradare la nebbia. Le risposte sono nel Testo unico degli Enti locali ed è in base a quello, assieme alla Legge Regionale, che si dovrà ” costruire e strutturare ” il nuovo Ente. Ricordo poi che questo referendum è ” consultivo “. Cioè non è che nella ipotesi prevalesse il ” Si “, il giorno dopo ci troviamo il Comune unico ma anzi ci vorrà approssimativamente il periodo che ho indicato.

    Qui la risposta in punti:

    1 ) Il diritto ammini…strativo potrà di sicuro dare una mano. Di fatti è la cartina di tornasole da utilizzare sia nel periodo di transizione che in quello della effettiva operatività del nuovo ente. Non c’è possibilità di ” uscire ” dal solco individuato dalla legge, anzi probabilmente questa è – e deve essere – l’unica certezza. Altrimenti facciamo prima, tutti, ad andare a raccogliere i pomodori!

    2 ) Per la deficienza di rappresentatività. E’ evidente che un soggetto candidato potrà essere votato sulla base di un programma che potrà essere realizzato. Sarebbe, in concreto un cambio di schema. Ossia non si voterebbe più per ” conoscenza ” – collegata al singolo territorio – ma per ” programma ” favorendo, dunque, il voto d’opinione piuttosto che quello di ” parentela “.

    3 ) In questo punto non si tiene conto della possibilità di collegamento, ulteriore, col territorio. Infatti se da un lato cambierebbe la possibilità di “collegarsi ” al referente di turno, da votare in sintesi, non di meno dovrà considerarsi, nella possibilità di strutturazione del nuovo statuto, quegli organismi individuati, secondo la precedente legge, in circoscrizioni. Ad oggi le circoscrizioni probabilmente, se retribuite, non sono ammesse per esclusive ragioni economiche. Saranno ammesse pertanto le consulte che senza gettoni sia per i presidenti di circoscrizione e sia per i componenti della stessa, contribuiranno al collegamento tra la cittadinanza e il consiglio comunale. Non disdegnando la consulta stessa come probabile trampolino di lancio per il nuovo rappresentante, futuro consigliere ” di domani”.

    4 ) In base alla risposta nr 3, e per tal verso, si diminuirà o addirittura rimarrà inalterato il rapporto tra amministratori e cittadini. Vale a dire che la consulta, incaricata delle problematiche che potrebbero colpire quella fascia di territorio – per questo allora potrebbero prevedersi da Statuto più consulte rispetto alle attuali estensioni amministrative – sarà delegata alla trattazione di problematiche ” legate ” alla fascia di territorio su cui insiste e, paradossalmente rispetto alla situazione attuale, potrebbe avere, quella zona, maggiore rappresentanza.

    5 ) Le derive politico economiche non arginabili in conseguenza potrebbero essere rallentate dalla ” nascita” – o dal consolidamento – di soggetti o gruppi in grado di essere espressione, nella misura proporzionale delle proprie attività, della parte del territorio. Ad ogni modo deve strutturarsi l’idea che un nuovo ” Ente ” ancor più capace di raccogliere realtà propriamente divise, dovrà essere visto – e percepito – come rappresentante di ogni parte del territorio stesso non solo di una sola.

    6 ) La disoccupazione è dietro l’angolo. Nel senso, non è che con la divisione in sei comuni si può decidere dell’assegnazione dei posti di lavoro in base alla prospettiva attuale. Di contro con l’unificazione se da un lato, su lungo termine però, i posti di lavoro potranno essere dimezzati o almeno accorpati in una percentuale in linea con la crescita economica, dall’altro dovrà tenersi conto delle economie di scala e, assieme, della ripartizione dei posti di lavoro in altri settori che sebbene non scaturenti direttamente potranno, in base alla costituzione di un nuovo sistema, fornire la base per il riordino delle efficienze.

    7 ) La mancanza di rappresentatività, ovviamente, è dietro l’angolo. Anche questa. Di certo bisogna considerare che la scelta del ” politico di riferimento “, nel nuovo Ente, avverrà secondo dinamiche differenti. Vale a dire – riprendendo una delle risposte date poco sopra – che non si sceglierà il politico sulla base della ” conoscenza ” ma sulla base della qualità del programma, dando modo, pertanto, alla nascita del voto di opinione. Tuttavia, la nascita – e dunque la previsione – di comitati a mò di consulta, potrebbero attuare una nuova dinamica – nuova rispetto a quella che solitamente siamo abituati a considerare – per la quale la lontananza del cittadino potrebbe essere dissolta se non in toto almeno in parte da organi consultivi. Tuttavia se da un lato il politico – benchè non retribuito, ricordiamolo – vuole fare gli interessi della comunità di riferimento, peraltro avrà uno strumento, appunto la consulta, per appropriarsi non solo del modus operandi del Politico che diventerebbe faro in riferimento alla zona di cui porta gli interessi ma anche degli strumenti adatti e idonei per la dimostrazione della proprie capacità. Insomma una nuova dinamica che col nuovo Ente prenderebbe corpo, ponendo in secondo piano quella attuale.

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  11. francesco - Data: 9/3/2011 12:04:39 - IP: 89.97.190.xxx

    Sono per il comune unico…. solo così si ridurranno i politici ed i costi della politica e specialmente ora che c’è il federalismo fiscale, non mi sembra poco… e poi dei posti di lavoro dei dipendenti comunali, noi sessantenni sappiamo come sono stati “conquistati”, onestamente me ne frego…..cominceranno a preoccuparsi come tutte le persone “normali” di imparare un’altro mestiere….

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