Marx contro Marx

di Emanuele Verde. Carletto Marx si starà rivoltando nella tomba. O, più verosimilmente, non gli importerà un fico secco dal momento che lui per primo rifiutava l’etichetta di marxista. Sta di fatto che a Ischia ci sono due politici di lungo corso – il professore Gianni Vuoso e Domenico Savio – entrambi sacerdoti dell’ortodossia marxista (finanche nel rimando alle sigle di partito) che praticamente sono su posizioni opposte su tutto. Si dirà che il frazionismo è un antico male della sinistra, e ci sta pure, ma la faccenda ha un suo fascino dal momento che è trasferibile anche sul piano della dottrina. So che queste cose non interessano i più, ma non si sottovaluti il fatto che il marxismo – meglio, nel caso dei due attori politici la locuzione esatta è marxismo-leninismo – ha sempre ambito, si è sempre configurato come teoria del tutto, come un sistema di sapere completo. Una dottrina, e va da sé che dinanzi a tale pretesa l’aderenza rispetto a quanto prescrive la teoria è ostacolo non facilmente aggirabile.
Debbo dire che come custode della Norma il professor Gianni Vuoso è sacerdote assai più preparato del dirimpettaio Savio che, a me pare, dovrebbe levare po’ di polvere dai voluminosi tomi della sua biblioteca. Proviamo a spiegare perché. Il marxismo, per quanto attraversato anch’esso da correnti, movimenti antimodernisti (il luddismo, l’estremismo ecologista ecc.), ha sempre assecondato i processi di modernizzazione, in particolar modo ha sempre avuto la pretesa di prevederne e gestirne gli effetti. È questa fiducia nella linearità della modernità, l’evocazione di sorti magnifiche e progressive, che fa sostenere, ad esempio, al professor Vuoso nel commentare l’esito del referendum consultivo sul Comune Unico a TeleIschia, che un unico ente locale avrebbe favorito una diversa organizzazione degli interessi sul territorio. Non più col cappello in mano dal politico di turno, ma finalmente associazioni di categoria rappresentative delle esigenze degli iscritti, siano essi commercianti, albergatori, consumatori, finalmente, ma diciamolo sottovoce, sindacati, o quantomeno una maggiore coscienza di classe dei lavoratori del turismo. Con lessico marxista la questione andrebbe messa in questi termini: il clientelismo come fenomeno sociale, favorito, non generato dall’attuale frazionamento amministrativo, è il più grande ostacolo all’instaurazione di un processo di proletarizzazzione e salarizzazione dei rapporti economici e sociali. In maniera più accessibile: il lavoro invece della fatica, i diritti in luogo dei piaceri.
In fondo anche io ho votato sì al Comune Unico per le stesse ragioni con la differenza che, mentre per me il divenire di questi processi era una possibilità tra mille incognite, per un marxista si tratta, come dire, dell’inesorabile fluire della storia. Sembrano astrazioni concettuali lontane della quotidianità e invece sono senso comune più di quanto si creda. È, per dire, lo stesso atteggiamento di chi in questi mesi di campagna referendaria ha associato l’idea di comune unico alla naturale affermazione di un voto d’opinione e all’emergere niente meno di una nuova classe politica. I grillini, da questo punto di vista sono dei marxisti inconsapevoli.
Ma se rispetto a queste posizioni si può obiettare un ingenuo meccanicismo – ed in verità è argomento tutt’altro che secondario – l’internazionalismo di Domenico Savio si ferma incredibilmente a Cavallaro.
Del resto, già sulla questione dell’abusivismo edilizio il nostro Mimì ha preso più di un granchio, finendo nei fatti col difendere la proprietà privata e la rendita immobiliare invece che il lavoro produttivo con l’argomento dell’abusivismo di necessità, che, per ritornare a Marx, è un caso emblematico di falsa coscienza, nient’altro che un argomento falso di cui si nutre il popolo a giustificazione della propria condotta, ma di cui, in ultima istanza, si avvantaggiano le classi dominanti a presidio dello status quo.
4 Commenti, Commenta o fai un Ping
nicola manna - Data: 8/6/2011 20:19:49 - IP: 82.107.80.xxx
Secondo me è più comunista-marxista Savio che, il brutto in tutti i sensi, Gianni Vuoso. Se non altro lui, Savio, non ha combinanto danni, visto che non ha mai amministrato a differenza di Vuoso. Per il resto Emanuele ha scritto come sempre un bel articolo, solo che io non condivido, e lui lo sa, il suo discorso sul comune unico.
Nicola Manna
Ivan - Data: 9/6/2011 09:37:32 - IP: 87.7.92.xxx
Come al solito il sig. Manna non perde occasione per commentare su argomenti di cui con evidenza poco conosce, visto che li riduce a ciò che gli è più familiare: le solite beghe di quartiere.
Ad ogni modo, complimenti ad Emanuele “bell’articolo”!!
nicola manna - Data: 9/6/2011 17:29:17 - IP: 82.107.80.xxx
Conosco tante cose, sig. Ivan, come ho tanto da imparare. Certamente so conoscere chi è in buona fede e chi no. Poi, oltretutto non so a cosa si riferisce. Ho il pregio di dire sempre quello che penso, e i fatti mi danno quasi sempre ragione, come in questo caso.
Nicola Manna
Ivan - Data: 10/6/2011 10:27:07 - IP: 87.17.148.xxx
…i fatti prendono forma e significato nello sguardo di colui che li osserva e nelle parole di chi li comunica…
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