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L’onda lunga del clamore

di Davide Conte*
La tragedia della Costa Concordia ha messo a dura prova la sensibilità di ciascuno di noi. E per questo non intendo rimarcare nuovamente quanto è stato fritto e rifritto da qualche giorno a questa parte in tutte le “padelle mediatiche” che hanno riguardato l’accaduto all’Isola del Giglio.
L’aspetto su cui intendo soffermarmi, invece, è la consuetudine dell’italiano medio (in cui anche l’ischitano si incarna alla perfezione) di scatenare il proprio spirito critico e la conseguente miriade di giudizi (spesso affrettati) solo nell’imminenza o immediatamente dopo accadimenti del genere. Gli “inchini” delle navi da crociera sono sempre stati parte integrante del traffico crocieristico del Mediterraneo (e non solo); ma la percentuale di residenti indignati e di turisti tutt’altro che pronti a impugnare tele-fotocamere, cellulari e palmari per filmarli, ha sempre rappresentato una sparuta quanto ignorata minoranza.
Per restare poi vicino casa nostra, quanti sono i cittadini isolani o i politici allarmati per il gravissimo rischio idrogeologico sull’Isola d’Ischia? Beh, prima delle tragedie di Monte Vezzi e Casamicciola, non ricordo interventi rilevanti (non dico risolutivi) al riguardo. E a parte pochi fessi (chi vi scrive e Isidoro Di Meglio tra tutti), anche dopo tali sciagure non è che vi sia stata una particolare indignazione rispetto alla totale inerzia della Regione, che ancora oggi non ha mosso un dito per la partenza dei lavori di messa in sicurezza delle zone interessate.
Tornando alla “Concordia”, mi piace ricordare che all’epoca in cui ero Assessore con il Sindaco Giuseppe Brandi, accogliemmo positivamente un suggerimento di Giovan Giuseppe Mazzella “Mizar”, accordandoci con la Costa Crociere per un “inchino” nel passaggio della loro nave nel Canale di Ischia (passaggio già previsto dalla rotta ufficiale): a poche miglia dall’Isola, l’altoparlante di bordo annunciava ai passeggeri che di lì a breve la nave avrebbe costeggiato la splendida Isola d’Ischia, e che ai canonici tre fischi della nave, il Sindaco avrebbe ricambiato il saluto a nome dell’Isola con tre colpi “in bianco” dalla Collina di San Pietro. Un messaggio pubblicitario niente male e a costo zero, che ha inorgoglito molti Ischitani presenti a bordo e ignari di tale consuetudine.
Gli effetti della notizia clamorosa, dagli esiti preferibilmente commoventi, utile a puntare il dito contro questo o quello, colpevolizzando i malcapitati protagonisti ed esaltando le azioni esemplari degli eroi (o pseudo tali) di turno, si esauriscono puntualmente nel corso di un tempo medio di decantazione, talvolta con l’adozione di provvedimenti ad effetto che nulla hanno a che vedere con l’obiettiva necessità di sicurezza mai reclamata sino a quel momento, ma rispondenti esclusivamente alla logica del “è o’popolo c’a o’vvò”.
Ora mi chiedo: può l’errore umano o la mera fatalità condizionare negativamente l’indotto derivante da un settore così importante per il turismo, come quello crocieristico? Non mi pare che dopo i disastri ecologici in Nuova Zelanda o nel Golfo del Messico (giusto per ricordarne un paio) sia stata impedita la navigazione di cargo, petroliere e altre navi di ampio cabotaggio intorno al mondo. O che qualche assessore regionale all’ambiente, tutt’altro che zelante, sia stato chiamato a pagare i danni alle famiglie Migliaccio e De Felice per i cinque morti delle frane avvenute tra il 2006 e il 2009.
Qualche esperto del momento miracolato dalla politica (sempre per avvicinarci a casa nostra) ha dissertato su presunte scelte strategiche nell’aver rinunciato da sempre alle grandi navi per affidarsi a piccole realtà crocieristiche: per intenderci, quelle che di tanto in tanto ormeggiano al largo della Mandra e che, pur non disprezzandole, poco portano all’economia ischitana. L’accostamento al gatto che, quando non può arrivare al lardo, dice che puzza, vien fuori alquanto automaticamente. Ho sempre invidiato Capri e Sorrento per la loro capacità di riuscire a intercettare la sosta e le escursioni delle più grandi navi da crociera del mondo, pur non avendo attrattive e infrastrutture superiori alle nostre (che peccato essere andati a casa un anno prima, nel 2006). Così come rimasi sbalordito quando, in crociera con la mia famiglia qualche anno fa, nell’arcipelago Turks and Caicos, approdammo con la murata di dritta della “Costa Magica” ad un pontile apparentemente inconsistente a pochi metri dalla riva e dalla superaffollata spiaggia bianca, pronto invece ad accogliere anche due navi contemporaneamente (proprio come nella foto allegata).
Un minimo di pianificazione (e in certi casi, anche un tantino di obiettività), senza per questo dribblare le norme in materia di sicurezza, consentirebbe indubbiamente valutazioni e determinazioni più assennate. Ad Ischia, per esempio, basterebbe far sostare le navi al largo della Baia di Sant’Anna, in piena sicurezza, prendendo tutte le precauzioni utili in materia di scarichi in mare ed evitando in tal modo ogni superflua dissertazione ambientalista, senza per questo rinunciare a una nuova, inestimabile fonte di guadagno per le attività locali, sempre più provate dalla recessione incombente.
Pensare, con competenza e assennatezza, lontani dall’onda lunga del clamore, dell’emotività e del populismo, di questi tempi è dote tanto rara quanto indispensabile.
*Capogruppo Consiliare di Minoranza – Ischia


8 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. fontanese doc - Data: 19/1/2012 18:49:42 - IP: 79.46.151.xxx

    condivido in pieno il suo pensiero,essendo comandante 2° di navi passeggere, l’estate scorsa siamo stati letteralmente cacciati da ischia
    forse lei non si ricorda “Vistamar”.
    va bene ritorniamo a noi,sinceramente sono molto sorpreso e stupefatto che in italia, pur di apparire, ci siano tanti incompetenti,Giornalisti o tali,
    persone che non sanno di che cosa si parla e di dove vivono.
    perche non elogiano l’equipaggio per l’eccellente dimostrazione di coraggio e di professionalita che hanno dimostrato durante l’abbandono nave, riducendo al minimo le perdite, erano 4200 persone.!!!!
    a terra per evacuarne le stesse, quante vittime ci sarebbero state?!!!!
    In Italia si mette in evidenza sempre il peggio di noi(schettino)
    L’inchino ,come si vuole chiamare, si è sempre fatto e sempre si fara fa parte del mondo che circonda le navi da crociera.
    una domanda non prendiamo piu la macchina perche e pericoloso?
    oppure non prendiamo piu l’aereo ?!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    uomini siate e non pecore matte
    un saluto

    Current score: 1
  2. peppe mazzara - Data: 19/1/2012 21:50:05 - IP: 87.11.90.xxx

    Alcune brevi precisazioni a commento dell’articolo:
    – le navi da crociera sicuramente rappresentano un rischio statistico basso rispetto a traghetti, aliscafi e carrette varie che solcano le nostre acque, tuttavia esistono gli schettini ( parecchi), dunque prudenza.
    – mi sembra che sfugga ai piu’ che dentro l’Area Marina Protetta le navi non possono gettare l’ancora. Non e’ che e’ proibito un po’ si e un po’ no, un po’ qui e un po’ li ; e’ proprio vietato, illegale.
    – Chi tollera questi andazzi si assume qualche responsabilita’, soprattutto se si tratta di Organi dello Stato ( il dominus dell’AMP), che non deve fare commercio o propaganda elettorale .
    – Quindi o si cambia la legge sulle AMP o le navi devono attraccare fuori dall’AMP, studiando sistemi adeguati tipo boe ecc.
    – a Capri non c’e’ tutto questo fervore per le crociere, i commercianti dicono che non portano grandi introiti ( vabbe’, i Capresi hanno altri standards).
    – Turks e Caicos sono paradisi fiscali e probabilmente anche paradisi della deregulation marittima.
    – si puo’ approffitare dell’economia crocieristica in molti modi, per esempio creando un centro per l’alta istruzione nautica e marittima sull’isola e dando lavoro, qualificato e sicuro, ai giovani ischitani, un investimento di lunga durata.
    – Infine, quando sento di megaprogetti crocieristici, sento insorgere il Comandante De Falco in me :
    ” Ma pulite prima le spiagge, c…o !!!”
    ” Sindaco, che fa, non vuole il depuratore ? si muova, e’ un ordine !!!” – e via c….eggiando.
    Cordiali saluti
    Peppe Mazzara Legambiente Ischia

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  3. Davide Conte - Data: 20/1/2012 00:24:16 - IP: 151.77.235.xxx

    Peppe, su molti punti sono d’accordo, su altri no (com’è normale che sia).
    – più che d’accordo sul rischio derivante dal traffico marittimo ordinario,
    – così come si predispongono i campi boa, si potrebbe valutare anche un punto di ormeggio per le navi da crociera che sia compatibile con l’AMP che, a dire la verità, avrebbe sicuramente problemi ben più gravi da affrontare (primo fra tutti, la quantità enorme di scarichi fecali illegali lungo tutto il periplo costiero, visibili già col solo snorkelling). In ogni caso, andrebbe sempre valutato l’approdo in una zona più ampia e meno trafficata, come la rada a largo di Sant’Anna, tra Ischia e Capri (come da me proposto nell’articolo).
    – i Capresi si lamentano del turismo pendolare -anche crocieristico- perché invade la privacy degli Ospiti vip e habituees. Ma noi non possiamo avere più di tanta puzza sotto il naso: i tempi sono duri, abbiamo cinque volte i loro alberghi da riempire, tremila attività commerciali che languono e posti di lavoro a rischio su un territorio che è tre volte e mezzo quello della nostra “vicina”. I crocieristi, se ben indirizzati, spendono in shopping, food, escursioni (quindi pulmini, taxi, ingressi a pagamento etc.) e portano senz’altro una boccata d’ossigeno consistente.
    – T&C sarà pure il paradiso della deregulation, ma loro fanno i soldi con un pontile per due meganavi a due passi da mezza spiaggia bianca, una specie di mall all’aperto, un paio di escursioni e una storiella sul passaggio di Cristoforo Colombo. Noi che siamo la prima colonia d’occidente e abbiamo attrattive da vendere, siamo ancora a cazzeggiare sul rischio dell’inchino e sull’imperizia di un comandante come Schettino, le cui vicissitudini rappresentano l’eccezione che conferma la regola di una marineria di prestigio come quella italiana.
    – Sulla depurazione, beh… con me sfondi un portone (non una porta) già aperto: quando avrò un minuto, Ti manderò i verbali del mio intervento in consiglio comunale di novembre 2010.
    Un salutone!
    D.

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  4. peppe mazzara - Data: 21/1/2012 10:21:32 - IP: 87.11.143.xxx

    CARO DAVIDE, QUALCHE ANNO FA ERO A CANNES : IN RADA C’ERANO ALMENO 5 MEGANAVI DA CROCIERA, INNUMEREVOLI MEGAYACHTS, UNA MIRIADE DI IMBARCAZIONI PIU’ PICCOLE, IL ROMBO INCESSANTE DEGLI ELICOTTERI CHE TRASPORTAVANO SCEICCHI E MAGNATI RUSSI FACEVA PENSARE PIU’ ALLO SBARCO IN NORMANDIA CHE AD UNA GIORNATA ESTIVA NEL MEDITERRANEO. CAPISCO BENE CHE PER GLI OPERATORI TURISTICI ISCHITANI QUESTA E’ UNA VISIONE BEATIFICA, DI QUESTI TEMPI. TUTTAVIA PENSO CHE ISCHIA ABBIA DELLE PECULIARITA’ NATURALI E CULTURALI CHE SE BEN COMPRESE ASSICUREREBBERO UNA CONTINUITA’ DI REDDITO E DI BENESSERE ALMENO UGUALI A QUELLE DI UN TURISMO MASSIVO , PIU’ SOSTENIBILI NEL TEMPO . LA MIA IDEA E’ CHE – PER TORNARE ALL’ARGOMENTO – UN SISTEMA DI APPRODO ESTERNO ALL’AMP PERMETTEREBBE DI INCREMENTARE IL TRAFFICO CROCIERISTICO LIMITANDONE I RISCHI ( E CERTO, ANCHE I GUADAGNI) MA AL TEMPO STESSO VALORIZZEREBBE L’AMP COME PECULIARITA’ ISCHITANA RISPETTO ALLE ALTRE LOCALITA’ DEL GOLFO DI NAPOLI. FERMO RESTANDO CHE PER RENDERE L’AMP UNA COSA DECENTE C’E’ ANCORA MOLTO LAVORO DA FARE.

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  5. Ada - Data: 23/1/2012 11:34:44 - IP: 82.124.209.xxx

    “mi piace ricordare che all’epoca in cui ero Assessore con il Sindaco Giuseppe Brandi, accogliemmo positivamente un suggerimento di Giovan Giuseppe Mazzella “Mizar”, accordandoci con la Costa Crociere per un “inchino” nel passaggio della loro nave nel Canale di Ischia (passaggio già previsto dalla rotta ufficiale): a poche miglia dall’Isola, l’altoparlante di bordo annunciava ai passeggeri che di lì a breve la nave avrebbe costeggiato la splendida Isola d’Ischia, e che ai canonici tre fischi della nave, il Sindaco avrebbe ricambiato il saluto a nome dell’Isola con tre colpi “in bianco” dalla Collina di San Pietro. Un messaggio pubblicitario niente male e a costo zero, che ha inorgoglito molti Ischitani presenti a bordo e ignari di tale consuetudine.”

    Bene, a leggere quanto scrive Conte sembra si abbia l’ennesima conferma che la Costa fosse non solo a conoscenza di tali pratiche ma che le programmasse con le amministrazioni comunali!

    Current score: 6
  6. Carmine Castaldi - Data: 27/1/2012 22:02:13 - IP: 151.75.32.xxx

    passare a distanza regolamentare niente di irregolare. l’Inchino della nave “Concordia” Al Giglio e tutt’altro. Ha modificato la rotta e con massima spavalderia si è portato, non per sbaglio, ad una distanza rasante la scogliera, come leccare la stessa. Altro che inchino. Carmine Castaldi

    Current score: 0
  7. Carmine Castaldi - Data: 27/1/2012 22:37:17 - IP: 151.75.32.xxx

    carmine_castaldi@libero.it

    Current score: 0
  8. Giustina - Data: 30/1/2012 20:09:21 - IP: 151.75.47.xxx

    si ho letto anche io che l’inchino ravvicinato si chiama LECCATA E FUGA,

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