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Le lacrime di Ursula

di Giuseppe Mazzella. È stata maestra dei bambini dell’infanzia – da 3 a 6 anni – per molto tempo al plesso scolastico Sanseverino di Casamicciola Ursula Lubrano Lavadera. Viene da Procida ogni mattina con tutti i mari. Amava ed ama i bambini ed il suo lavoro di “prima Maestra” dei piccolini. La “prima Maestra” quella dell’infanzia è la più importante nella vita futura del bambino. Preposta a dare l’impronta essenziale dell’Educazione e del metodo di studio.
La memoria del bambino a quella età non è così forte e così il corso della vita la fa passare in second’ordine rispetto ai grandi Maestri che il giovane incontrerà man mano che avanza negli studi fino all’Università. La “prima Maestra” finisce spesso ai margini della memoria debole. Eppure svolge un ruolo essenziale nella formazione del bambino.
È una “seconda Mamma” ma con un Amore “ragionato” che punta a correggere, sostenere, aiutare ed anche punire proprio con la Competenza che gli deriva dagli studi pedagogici e dalla esperienza.
Ursula per disposizione della Preside Mariella Allocca ha dovuto sbaraccare con le altre Maestre del Sanseverino tutto l’Istituto nato per l’infanzia e che ha funzionato per 40 anni a sevizio soprattutto dei due “Rioni” di Casamicciola – quello di “Sotto” e quello di “Sopra” e sono stati chiamati sempre così nati dopo il terremoto del 1883 “provvisoriamente” con il piano regolatore del 1884 – per motivazioni discutibili e con atti altrettanto discutibili e con motivazioni ancora più discutibili da parte del sindaco di Casamicciola, G.B. Castagna e della consigliera delegata all’istruzione, avv. Nunzia Piro, che saranno oggetto di confronto nelle opportune sedi istituzionali e di Giustizia.
Ma Ursula – che probabilmente quest’anno non insegnerà a Casamicciola ma è già in servizio al “Manzoni”, il plesso “conquistato” dal Comitato dei Genitori dopo 12 mesi di conflitti le cui cronache, per le opportune sedi di valutazione, sono apparse sul giornale “Il Dispari” e che costituiscono la documentazione dei fatti – nel fare i pacchi per il trasloco, inspiegabile da ogni punto di vista perché era un Istituto per l’Infanzia PERFETTO e gestito con amore e competenza dalle Maestre e dalle due Collaboratrici Scolastiche (ne parlo con piena conoscenza perché per TRE ANNI sono andato a prendere il mio nipotino), ha avuto un momento di malinconia. Forse una lacrima nel mettere nelle scatole per i trasferimento tutte le piccole cose dei bambini. Ed ha affidato a Facebook il suo stato d’animo scrivendo allegando alcune foto. Scrive Ursula:
“Penso che a questo punto un pò di psicologia ci voglia. Ecco questo è il mio plesso di scuola dell’infanzia che da oggi, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, trasloca in un altro stabile e quelle lì siamo noi DOCENTI intente a fare i pacchi. Il nostro non è solo un trasloco fisico ma soprattutto emotivo. Siamo disorientate nel ruolo e negli spazi e siamo le stesse che accoglieranno i bambini con un gran sorriso. Certo nulla in confronto a chi ha avuto la scuola distrutta per cause naturali, ma per me è pur sempre un duro colpo all’intelligenza, alla professionalità e all’Amore che ogni giorno tiriamo fuori nel nostro lavoro. Una maestra non si arrende mai ed è forse questa la forza del mio lavoro però anche noi abbiamo una dignità che ogni giorno viene facilmente calpestata. Ad Maiora sempre.”
Il cronista-nonno non aggiunge parole. Ma quanto è assurdamente accaduto merita risposte forti.


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