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Lacco Ameno: dov’è l’uscita?

di Francesco Di Crescenzo. Il più piccolo comune dell’isola (per estensione) è ritornato agli onori della cronaca politica locale, come non succedeva da tempo. Ha fatto molto discutere la notizia delle dimissioni contestuali di nove consiglieri comunali, 4 di minoranza e 5 di maggioranza, che come prevede la legge per gli enti locali (TUEL) ha portato alla fine anticipata della consiliatura e all’arrivo del Commissario prefettizio. La Commissaria Calcaterra fino alla prima elezione utile eserciterà poteri e funzioni di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale nel comune del “Fungo”. Come ha ricordato l’ex consigliere Leonardo Mennella prima del discorso di “saluto” del Sindaco Pascale a Piazza S. Restituta il 20 ottobre, la Calcaterra è la terza commissaria che si insedia a Lacco Ameno, dopo il Commissario al dissesto e quello alla ricostruzione. E i commissari a Lacco potrebbero diventare quattro in gennaio, nel caso di non redazione di un nuovo Piano Urbanistico Comunale così come previsto da una legge regionale. Uno scenario davvero sconfortante. Per chi segue dalle “due capitali” isolane a una prima lettura le dinamiche locali del “contado” devono apparire ostiche.
Difficile capire cosa ci sia di vero nel “Processo al Barone” intentato dagli ex compagni ai danni del Sindaco Giacomo Pascale. Un primo cittadino che – a detta di tanti – ha comunque garantito una presenza costante in un momento delicato come quello del post-terremoto. Ancora, se davvero “Lacco Ameno è all’anno zero”, per usare un altro titolo del quotidiano locale “Il Golfo” dedicato ad un’ampia intervista del leader della minoranza Carmine Monti, non si capisce perché chi è stato all’opposizione nel comune dovrebbe prontamente unirsi ai corresponsabili di una tale “tabula rasa”. Misteri lacchesi.

PROCESSO AL BARONE, INCAPACE DI ARRESTARE IL CALO DI FORZA ITALIA

In realtá qualche ipotesi su quello che è accaduto e si sta muovendo nel comune del Fungo si puó tentare.
Dietro alle accuse degli ex consiglieri vi potrebbe essere il calo di consensi del partito. Il trend è nazionale, ma se si guarda anche ai flussi elettorali ischitani, appare evidente come Forza Italia sia in caduta libera di consensi: complessivamente alle elezioni europee è stata la quarta forza politica sull’isola d’Ischia, alle spalle del PD, Cinque Stelle e Lega. Nel 2020 vi sono anche le elezioni regionali, con Forza Italia che deve ricompattare le energie per rivendicare la leadership regionale del centrodestra, non piú scontata. In quest’ottica la presenza sul territorio, in prima persona del sen. De Siano per recuperare il consenso è fondamentale. Se si guarda all’ultimo voto europeo si vede come Forza Italia a Lacco Ameno abbia ottenuto circa 500 voti (non molto lontani i 5 stelle con 460 preferenze): in pratica il consenso personale del solo De Siano.
Il trend negativo era emerso anche alle elezioni politiche del 2018 sia sull’isola d’Ischia sia a Lacco, dove addirittura vi era stato il clamoroso sorpasso dei 5 Stelle ai danni di Forza Italia. Tali cali di consenso non possono non aver giocato un ruolo nella fine anticipata della maggioranza a chiara trazione forzista de “Il Faro”.

IL SISMA, LA MINORANZA DEBOLE E IL FATTORE PASCALE

Le elezioni comunali della vicina Casamicciola Terme sono state uno spartiacque agli occhi della minoranza lacchese. La riconferma del Sindaco uscente ha dimostrato che con tutta probabilità anche a Lacco Ameno l’amministrazione in carica sarebbe stata premiata dal voto, sia per la poderosa macchina della spesa post-sisma messa in campo per l’emergenza, che vede il pieno coinvolgimento dell’amministrazione locale, sia per un elementare senso di ricerca di unitá della cittadinanza nel momento di difficoltá. Per questo, rispetto al confronto diretto, i consiglieri di minoranza hanno preferito incidere nelle crepe che emergevano nella maggioranza consiliare. Crepe che sono diventate evidenti il 4 agosto, quando il sen. De Siano con una intervista a “Il Golfo” rompe gli indugi e si dichiara “pronto a tornare sindaco di Lacco Ameno”. A quel punto, ci sarebbero stati tutti i presupposti per portare la crisi in consiglio comunale, per verificare se vi fossero le condizioni per proseguire, ma Pascale commette un clamoroso errore di sottovalutazione di una frattura ormai evidente e non convoca il consiglio. A quel punto, parte il conto alla rovescia per l’arrivo del Commissario prefettizio.

I PROBLEMI E GLI SCENARI PROSSIMI VENTURI: DICEVA FLAIANO…

I problemi non mancano: come accennato sopra, gli strascichi del dissesto finanziario; la ricostruzione post-sisma alla frazione Fango ferma; raccolta differenziata dei rifiuti a percentuali minime; alcuni Beni pubblici in degrado, dal Cimitero a Villa Arbusto, e scuola elementare inagibile.
Problemi con le acque reflue e impianti fognari, con conseguenze sulla balneabilità; gestione del molo turistico con scarsi benefici alle casse dell’ente. E nonostante ció, a questo punto, come da 22 anni a questa parte, lo scenario locale è delineato dalla “visione” del sen. De Siano. E qual è?
Leggiamo. “In politica a me hanno insegnato una cosa: non occorre la totalitá dei consensi per spingerti a fare una cosa, ma c’è bisogno della stragrande maggioranza delle persone che ritengono che si possa mettere in piedi un ragionamento. Se all’interno della comunitá dove io ho sempre vissuto e vivo in tanti seguono lo stesso criterio e si creano le condizioni per allargare la maggioranza ad altre famiglie politiche allora lo ribadisco, io sono a disposizione”.
Il bandolo della matassa lacchese è tutto lí, da ventidue anni a questa parte. Si spiega con le italiche categorie del trasformismo, del prevalere del privato, del “particulare” sul pubblico e di “famiglie politiche” che, per dirla con Flaiano, sono sempre pronte a correre in soccorso del vincitore. E probabilmente il successo è dovuto all’incarnare la visione dell’imprenditore di successo, proprio come Berlusconi. Per contrapporsi, occorrerebbe prospettare a una visione diversa, attenta ai beni comuni, alla collettività, aperta alle differenze, agli ultimi, non privatistica. Preferire, alla retorica del Sindaco “figlio di pescatore”, la visione che ispirò il “Sindaco Pescatore” (il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ndr). Insomma, Lacco Ameno: la troviamo l’uscita?


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