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Ischia, tra il “Dire” e il “Fare”

di Pasquale Iannotta e Peppe Fimiani*. Da anni critichiamo il “nostro” modo di fare turismo, la mancanza di programmazione, l’assenza di un “Prodotto Ischia” e soprattutto di una sua promozione unitaria. Ma alle lamentale abbiamo sempre fatto seguire i fatti.
Ci siamo rimboccati le maniche dedicando il nostro tempo libero ad un progetto che coinvolgesse ragazzi con le nostre stesse idee e la nostra stessa voglia di cambiare direzione,… senza mai ragionare per suddivisioni o per fazioni, cercando di creare qualcosa di positivo per noi e per tutti e provando a renderlo il più trasversale possibile.
Abbiamo ampiamente denunciato le difficoltà incontrate, e messo in evidenza quanto siano macchinose le procedure pubbliche, impantanate tra clientelismo e conflitti di interesse. Siamo ancora sconcertati per quello che è successo, e per come si sia tentato in tutti i modi di intralciare il lavoro di un gruppo di giovani impegnati nella sponsorizzazione dell’Isola. Perché sì, parliamo di ISOLA D’ISCHIA, un unico paese e 60 mila abitanti che non possono più prescindere da un COMUNE UNICO. Non è infatti pensabile progettare il futuro con la zavorra culturale che ci portiamo addosso e con la frammentazione amministrativa presente, elementi che rappresentano secondo noi il principale freno al nostro sviluppo. Forse altrove un’iniziativa come Week Young Europe sarebbe stata elogiata e supportata, qui purtroppo non funziona così, qui si preferisce boicottare così dopo è più semplice affermare che i giovani non si impegnano, e se lo fanno non sono bravi abbastanza, e allora è preferibile che le cose le facciano “loro”, gli “altri”, i “grandi”, i “prescelti”. Pertanto il primo passo è quello di superare il provincialismo e l’egoismo che ci caratterizzano. Non si può agire solo ed esclusivamente in nome del proprio tornaconto attaccando in maniera cieca qualsiasi cosa non alimenti il proprio orticello. QUESTO E’ UN DISCORSO CHE VALE PER TUTTI (AMMINISTRATORI, IMPRENDITORI E CITTADINI): RICORDA CHE SE E’ NECESSARIO RINUNCIARE A QUALCOSA O FARE UN PICCOLO SACRIFICIO IN NOME DEL BENE COMUNE, BISOGNA CHE INIZIAMO A DARCI UN PIZZICO SULLA PANCIA E LO FACCIAMO.
Se, ad esempio, un determinato evento, lavoro pubblico, o manifestazione ha creato alcuni disagi a noi residenti, dobbiamo oggettivamente valutare i benefici che tale situazione può comportare sulla nostra economia, senza fermarci al piccolo fastidio che ci arreca nell’immediato.
Le idee non mancano, ma non è neanche il caso di gettarle nel mucchio alla rinfusa, bisogna tracciare un percorso con delle priorità, e raggiungerle, autonomamente, senza assistenzialismo di nessun tipo né supporti dall’alto. Le competenze non mancano, in nessun campo, e non c’è bisogno dell’assessore di turno o del manager strapagato per realizzare un progetto serio. Non abbiamo bisogno di persone che mettano il cappello a queste iniziative, con la speranza di raccattare qualche voto in più alle prossime elezioni, magari promettendo qualche permesso per i giovani, un paio di manifestazioni e tante belle parole. Qui si tratta di cambiarla l’Isola, e molti personaggi risultano ormai essere poco idonei. Facciamo in modo che non siano sempre gli stessi a dover andar via da qui, CAPIAMO CHI VUOLE IL BENE DI ISCHIA E CHI INVECE CI STA CACCIANDO.
*Week Of Young Europe – Ischia Italy Staff


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