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Ischia sta morendo. Bisogna reagire!

di Luciano Venia. Per la prima volta dopo oltre 60 anni di benessere e pace sociale una serie di gravissimi problemi strutturali e sociali hanno vulnerato la qualità della vita e stanno gravemente minacciando il futuro dei giovani e delle famiglie e cioè l’avvenire dei lavoratori e delle imprese. La situazione dell’isola d’Ischia è drammatica. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna Intervenire con Determinazione, intensa volontà e massima urgenza con progetti attuabili rapidamente e con tutte le risorse disponibili o reperibili.

LA MANUTENZIONE ORDINARIA È DIVENTATA STRAORDINARIA
La manutenzione delle strade, delle piazze e delle aree pubbliche è evidentemente insufficiente a partire dalla posa del manto di asfalto, della segnaletica verticale e orizzontale, dell’arredo urbano così come delle dotazioni di alberi e piante floreali mentre appare sempre più netta l’ombra dell’incuria e dell’abbandono di spiagge, coste, zone interne e aree collinari. Evidente la difficoltà a curare l’ordinario.
Il Porto di Ischia e le aree adiacenti e retrostanti sono nel pieno degrado e gli altri scali isolani registrano una tale massa di problemi inevasi e di incuria davvero sconvolgenti con fortissimi ritardi nella ottimizzazione dei servizi che tali inefficienze si riverberano nella intera gestione civile del sistema, a partire dalla viabilità sino alla distribuzione di derrate, bagagli e mobilità dei contingenti turistici.
Identico stato di abbandono nelle zone montane e collinari dove sempre più spesso devastazioni e criticità sfigurano lo sky line e la sentieristica mentre avanzano i sintomi e i segni del dissesto e si perdono identità, tradizione, fascino insulare, tradizioni contadine, storia.
Ad ogni pioggia appena significativa in termini di quantità o di intensità delle precipitazioni si verificano allagamenti, danni, criticità idrogeologiche che specie negli ultimi anni sono sempre più evidenti. E talora i cittadini hanno dovuto esporre e denunciare problematiche e pericoli per ottenere finalmente interventi di ripristino della viabilità o di funzionalità di impianti o di svuotamento dall’acqua di strade, canali e spazi pubblici.

ANALFABETISMO DI RITORNO
Si registra poi quello che ho definito la mancanza di una “cultura della cultura” intesa come teoria del buono, del bello, del gradevole e di custodia dell’intero patrimonio non biologico dell’uomo in grado di essere trasmesso e quindi opere che deturpano, oblio della memoria, abbandono delle radici identitarie, standardizzazione e perdita degli usi e costumi locali, del folklore, dell’essere isolano, valore peculiare, a vantaggio di uno slang indistinto, di un tutto mischiato l’uniforme senza distacco.
Serve il recupero di sapori, odori, suoni, paesaggio, narrazioni, forme artistiche e di espressione per non finire tutti incellofanati negli scaffali della globalizzazione come prodotto tipico atipico.
Un danno grave per il Luogo in cui è sorto probabilmente il culto del Fuoco di Vesta, quella fiamma sempre accesa e inestinguibile che venne poi importata da Roma e fatta propria come simbolo sacro..Il luogo di approdo della civiltà della Magna Grecia, la prima colonia di occidente antecedente all’insediamento cumano. La terra della città di Aenaria. La terra oggetto di attenzione forse anche del proemio introduttivo del poema sull’Essere di Parmenide di Elea da cui emerge il ruolo di seconda flotta greca nel tirreno di Pithecusa insieme al braccio navale di stanza a Siracusa quale forza militare di intervento rapido.

IL COLLASSO DEI TRASPORTI
La situazione di caos ed anarchia del trasporto marittimo denunciata costantemente da tutti gli organi di stampa è talmente grave da rappresentare un limite e un vincolo allo sviluppo economico e al dispiegamento e alla realizzazione della persona umana in violazione dell’art. 2 della Carta Costituzionale.
I costi altissimi del trasporto via mare sono proibitivi per le famiglie oneste del continente che vorrebbero venire in gita o in un vacanza breve e per noi isolani discriminati nel silenzio delle istituzioni ed espropriati dei nostri averi solo per affermare il fondamentale diritto alla mobilità. Per essere cittadini della Repubblica in violazione dell’art. 3 della Costituzione paghiamo n volte quanto pagano altri per spostarsi da e per il capoluogo regionale dove ci sono gli uffici pubblici, le università, le scuole, gli ospedali, i teatri, le stazioni ferroviarie, l’aeroporto, l’accesso alle autostrade.

LA POVERTA’ NELLA POPOLAZIONE EMERGE DALLA NEBBIA
Sul piano sociale per la prima volta la povertà è cresciuta e sta crescendo in modo impressionante con l’espulsione dal mondo del lavoro di maestranze (con lavoratori in competizione provenienti spesso da fuori isola) e il calo sensibile del tenore di vita dei ceti medi che tassati a livello centrale e locale in modo furioso, ossessivo e ingiusto riversano all’erario la stragrande maggioranza del proprio reddito restando a livelli di sussistenza, mentre crescono i numeri dell’assistenza da parte delle organizzazioni caritatevoli nella consegna di pacchi alimentari a famiglie disagiate e del pari le difficoltà del pagamento delle utenze elettriche, idriche e telefoniche sono una costante capillare della società. Forse siamo a duemila utenti del servizio di donazione alimentare più aiuti spontanei e diffusi da singole famiglie solidaristiche.

ANOMIA E DIPENDENZE DA DROGHE E ALCOOL
L’incremento più che proporzionale delle dipendenze da droga e alcool rappresenta un fattore di rottura dell’ordine e di minaccia alla coesione sociale. Perciò anche vandalismo e teppismo sono frutti malati di questa condizione geostorica anche se non vi possono essere nè attenuanti nè scriminanti per coloro che violano la legge e aggrediscono beni giuridici tutelati dall’ordinamento.
Tuttavia è opportuno prendere nota di questi fenomeni che rendono evidente una crisi del sistema tradizionale.

IL QUADRO PROBLEMATICO
La crisi del commercio ha portato in pochi anni alla cessione, al fallimento e alla dismissione di numerosissime aziende nell’ordine delle centinaia e in alcune zone questo ciclo di vita delle imprese si è fatto rapidissimo con cartelli di cedesi, vendesi, fittasi che sono emblema della contemporaneità.
Anche e soprattutto tra i dipendenti delle strutture ricettive si misura da qualche anno e sempre più grave il rischio di non trovare lavoro nella nuova stagione.
La qualità delle acque del mare che circondano l’isola è testimoniata da quanto vediamo, da quanto sappiamo e da quanto ci dicono i pescatori che rivelano di significative zone di mare inquinate con la presenza di detersivi, plastiche e rifiuti e in alcuni periodi dell’anno la fauna ittica si è ridotta al lumicino. A ciò che si vede si somma ciò che non si vede ma esiste ed è la tipologia e la consistenza delle sostanze disciolte che sono assai più concentrate che nei decenni precedenti.
Il servizio autobus, la regolamentazione del servizio taxi, la sosta e la viabilità sono altri fattori di criticità.

LO SCANDALO DELLA CHIUSURA DEL PRONTO SOCCORSO DI ISCHIA PONTE E IL SILENZIO OSCURO E TOTALE DELLA POLITICA
La chiusura del Pronto Soccorso ad Ischia Ponte – E NESSUNO TRA I POLITICI LOCALI SI È IMPEGNATO a fondo PER FARLO RIAPRIRE nonostante sentenze dei tribunali che hanno annullato i provvedimenti di chiusura – e tranne il nostro comitato di uomini liberi che ha lottato senza tregua e con passione per il diritto alla vita e alla salute affermato dall’art. 32 della Costituzione – è il simbolo dell’arretramento delle nostre conquiste sociali e del livello dei nostri servizi essenziali. E’ un fatto gravissimo. E’ inaudita e inaccettabile la mancanza di azioni di chi dovrebbe.
Perchè la politica non ha voluto attivarsi per riavere il Pronto Soccorso nei locali della Clinica San Giovan Giuseppe? Un quesito affidato alla popolazione.
L’Ospedale Rizzoli resta privo di molti servizi e specialistiche per cui rimane catalogato in modo non ottimale per una destinazione turistica e con le dimensioni e le caratteristiche del sistema territoriale.

PRESENZE E FATTURATO DEL TURISMO
Dal limite record delle 7 milioni di presenze giornaliere per anno siamo precipitati a un sottomultiplo e forse ci troviamo nell’orbita del milione e mezzo di presenze annuali con l’aggravante di una parametrazione verso il low cost – di fronte s’intende a una crescente identica domanda di soggiorni sempre più brevi o pacchetti turistici in offerta – e la diminuzione del fatturato.
Un disastro biblico che mette in forse decine e decine di piccole e medie aziende alberghiere costrette a una competizione sul prezzo sino a margini non remunerativi rispetto a costi fissi d’esercizio via via montanti. Risultato di questa tendenza è il taglio della forza lavoro con l’allontanamento di personale in esubero o la riduzione dei periodi contributivi stagionali e la progressiva difficoltà di conseguire i requisiti minimi di durata di lavoro per accedere agli ammortizzatori sociali e dunque l’indennità di disoccupazione, grande conquista sociale appare sempre più un obiettivo difficile da raggiungere per molti.

CREDITO ALLE IMPRESE E ALLE FAMIGLIE
L’articolazione del circuito del credito non sembra avere una lettura completa del tessuto economico e della sue dinamiche e men che meno del suo potenziale tuttora “medioalto”; nè ci si vuole convincere della tempistica del cash flow in rapporto alla stagionalità turistica – per cui le imprese sono liquide da Pasqua a ottobre e diventano temporaneamente meno liquide d’inverno – e si continua a ragionare secondo criteri rigidi e burocrazie in distonia con l’effettivo funzionamento della economia locale e delle dinamiche del sistema turistico. Distribuzione, forniture di servizi, retribuzioni, impieghi: tutto ruota attorno al periodo turistico dei sei mesi di stagionalità operativa (forte) del settore.
Calano i depositi, i risparmi e gli investimenti mentre vanno al consumo i patrimoni e i redditi menomando ogni visione strategico e programma di azione pluriennale.

INADEGUATA AZIONE DEGLI ENTI LOCALI TERRITORIALI TRA VINCOLI DI BILANCIO, ASSENZA DI PROGRAMMAZIONE E DUPLICAZIONE DI EVENTI
La gestione ordinaria degli organi politici elementari è inadeguata alla gravità della situazione così come appare concluso un ciclo politico cominciato nel 2000 e si riscontra una obsolescenza di linguaggi, stili e metodi operativi mentre si appalesa una carenza metodologica e un vero e proprio gap culturale nel ceto dirigente.
In sintesi si è esaurita la spinta propulsiva che ha organizzato il consenso su un piano prima di bipolarismo e poi di larga coalizione nell’intento di fronteggiare le molteplici criticità dei nostri tempi ed emerge con nettezza un quadro strutturale di debacle sociopolitica.
La nuova dichiarazione di dissesto di alcuni comuni e il dibattito sulla possibilità del cd predissesto per altri rappresentano fattori di evidenza del momento di difficoltà e impediscono il varo di programmi di sviluppo integrato e coordinato che sarebbe indilazionabile e ineludibile.

MANCA COORDINAZIONE TRA EVENTI E MANIFESTAZIONI
Manca sinergia e coordinamento tra i comuni in merito alla pianificazione degli eventi di cultura e spettacolo e si assiste a una sovrapposizione che neutralizza o minimizza il prodotto dell’azione promozionale mentre per lunghi periodi non vi sono manifestazioni a detrimento della platea dei turisti.
Serve quindi una diluizione degli eventi e anche nella concessione del patrocinio gli enti dovrebbero esercitare una azione programmatoria verso gli organizzatori.
Negli ultimi tempi poi si assiste a un abbassamento del tenore degli eventi considerati come insieme al solo vantaggio di un fine ricreativo.
Troppi fermenti positivi della società che fanno cultura e persino alta cultura restano non sostenuti adeguatamente da comuni e regione.

LA FORMULA POLITICA DELLA “GROSSE KOALITION “HA FALLITO
E’ quindi fallita la formula politica della strategia di “grosse koalition” con la osmosi e non la visione alternativa di centrodestra e centrosinistra con la quale, invece di uno sforzo capace di effettuare miglioramenti e ottimizzazioni del quadro provvedimentale si è passati ad una fase di consociativismo improduttivo e paralizzante che ha impedito una sana dinamica e circolazione delle elites organizzate in competizioni efficaci; e si è scelto al contrario un metodo di cooptazione e di convergenza guidata che ha finito col marginalizzare e non intercettare le migliori risorse umane del territorio a vantaggio delle medietà francamente sottodimensionate rispetto alla portata gigantesca dei fenomeni.

EMERGENZA IDROGEOLOGICA
La situazione idrogeologica del territorio con una serie impressionante di movimenti franosi e di criticità – forse otto o nove eventi di rilievo nell’ultimo arco di tempo – ed emergenze diffuse e continue rivela una fenomenologia di eventi che reclama un intervento non episodico e superficiale bensì profondo, strutturale, articolato e strategicamente volto alla eliminazione dei pericoli e alla minimizzazione del rischio. Infatti dalle cartografie e dalle relazioni tecniche regionali ne deriva una mappatura del territorio che pone in risalto la diffusa presenza di zone R4 e P4 ovvero di massimo rischio e di grande pericolosità.

IL RUOLO DEGLI ENTI REGIONE E DELLO STATO
Dunque e non solo per quanto riguarda il discorso del rischio idrogeologico – potremmo aggiungere il rischio marino, sismico e vulcanico da monitorare e contemplare in modo costante poichè ad esso siamo esposti – centrale risultano anche il ruolo e le competenze della Provincia e/o della Città Metropolitana, della Regione e dello Stato centrale.
Insufficiente e molto l’azione degli enti regionali e centrali per la promozione e l’organizzazione del turismo. Il trasporto è la prova di questa assenza.

MANCA IL PENSIERO POLITICO STRATEGICO
Ma sul piano locale manca una centrale di intelligenza politica in grado di suscitare le idonee e celeri risposte operative e provvedimentali in quanto manca la volontà e la qualità programmatoria dell’azione politica per ridurre a unità i frammenti problematici e riunire in coordinamento gli sforzi e le istanze parcellizzate e capillari dell’area insulare.
Serve un Piano Integrato e Coordinato che in linea con gli strumenti urbanistici e con le normative ambientali conservi e recuperi aree e spazi, destini alla vocazione naturale e funzionale le specifiche parti del territorio considerato però innovativamente come Sistema Territoriale ovvero Insieme Geopolitico benché articolato in una pluralità di centri decisionali unificati dalla comune programmazione e dalla convergente simultanea azione amministrativa verso macro-obbiettivi caratterizzati da effettivo recupero, risanamento, bonifica e valorizzazione dei luoghi.

I GIOVANI SONO LE VITTIME SACRIFICALI DI QUESTA INGIUSTA SITUAZIONE SOCIALE. NON TROVANO IMPIEGO PER LE PROPRIE PROFESSIONALITA’ E CAPACITA’ E TORNANO A LAVORARE ALL’ESTERO O ALTROVE PUR QUANDO DOVREBBERO E POTREBBERO RIMANERE A VIVERE E LAVORARE SULLA LORO TERRA.

ISCHIA STA MORENDO. BISOGNA REAGIRE.
TU ISCHITANO, FAI SENTIRE CHE ESISTI

 


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