Il comune unico e i salotti buoni della politica sull’isola d’Ischia

di Nicola Manna. Molto spesso in Italia si dibatte sulla libertà di espressione, o in generale sul concetto di democrazia. Succede dal ’94 ad oggi, esattamente con l’entrata in politica dell’ex presidente del consiglio Berlusconi. Un tema, quello della democrazia, che suscita poco entusiasmo fra i cittadini meridionali, al quale, però, io sono molto interessato. Non sto qui a scomodare maestri del pensiero illuminista, come Voltaire o Rousseau, o nei tempi recenti Martin Luther King, John F. Kennedy, Nelson Mandela, ma ritengo che da questo punto di vista in Italia, nell’intero paese Italia, ci si deve educare al concetto di democrazia. Senza spingermi oltre il Golfo di Napoli, resto ancorato nella mia isola di Ischia, cercando di smuovere qualche coscienza. Capita ciclicamente che sui quotidiani locali (io sono un assiduo lettore) ci si imbatte sul tema del Comune Unico, ipotesi di unione delle sei municipalità.
Qui ritorna il concetto di democrazia al quale facevo riferimento. Io non ho mai contestato l’eventualità che il popolo dell’isola di Ischia si esprimesse sull’ipotesi di unione amministrativa, ma non posso tacere dinanzi a operazioni che sanno di epoca fascista, imprimendo a tutti i costi una formula che i cittadini isolani hanno già ricusato pochi anni or sono. C’è, dietro questo disegno amministrativo, una operazione molto più raffinata, volta a favorire chi oggi detta l’agenda politica, facendo dell’isola un feudo di voti come avviene nelle realtà arretrate della terra ferma. Quale cittadino isolano potrebbe avere interesse a votare il comune unico, mantenendo e facendo ancora il tifo per chi lo tradisce? La verità è che chi oggi scrive e si affana per la costituzione del comune unico “è senza storia“, nel senso che mai nessuno di essi ha prodotto qualcosa di positivo per l’intera isola, fosse anche il solo comune di residenza.
I “salotti buoni” dell’isola di Ischia spalleggiano l’ipotesi del comune unico per contare di più, dimenticando che abbiamo due importanti esponenti politici isolani, come il sen. De Siano e il consigliere provinciale del Pd, Sindaco di Ischia, Ferrandino (in odore di candidatura alle europee con buone possibilità, visto che qui chi delude viene premiato), che ad oggi hanno brillato per la loro assenza e inefficienza sui tavoli istituzionali extra-isolani. Questa sarebbe la discontinuità paventata dalla minoranza dell’isola che sostiene il comune unico?
L’isola d’Ischia ha l’esigenza, sì, di cambiare, partendo da quella mentalità amministrativa sempre rivolta all’indietro, e mi dispiace, ma non può farlo affidandosi agli attuali attori della politica isolana e a coloro che si prestano a questo gioco di sfasciare un'”isola”. Pensavo che il discorso fosse archiviato definitivamente, ma se referendum sarà, il sottoscritto e ARIA NUOVA, sarà in campo in tutte le sedi, insieme a chi ha a cuore l’interesse dell’intera isola d’Ischia, per cercare di far comprendere il vero principio di democrazia.
Nicola Manna
responsabile politico
ARIA NUOVA
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