È la solita politica?
di Luciano Castaldi Comunque la si pensi a proposito della esclusione, più o meno parziale, del centro-destra dalla prossima competizione elettorale regionale, una cosa mi sembra abbastanza scontata: la crisi del sistema politico in Italia non trova limite al peggio. Che si sia trattato di oscuro complotto, di semplice dilettantismo, di pacchiani errori o di maligni calcoli… il neonato Popolo della libertà è destinato a finire presto i suoi tormentati giorni. Berlusconi parla di “golpe” in atto. Penso invece sia più giusto parlare di “autoGOLpe”, visto il tantissimo tempo sprecato in leggi e leggine che non sempre si sposano bene con l’interesse generale. Onestamente il destino di questo “centrodestra” non m’interessa gran che. Penso che interessi poco anche al fondatore e al cofondatore… Piuttosto è utile rilevare il fallimento dell’operazione di trapianto in Italia di un bipolarismo ambiguo, artificioso e spurio. Occorre perciò ribadire che lo sfascio attuale non è solo questione di sistemi elettorali, di alchimie istituzionali, di rifondazioni partitiche. La crisi italiana affonda, infatti, le radici nella disgregazione dei valori fondanti su cui si basa uno Stato. Nella sostituzione di quei valori con il rifiuto di ogni etica della responsabilità e con la supremazia del potere del denaro facile e senza lavoro. Nella mortificazione della serietà, dell’onestà, della dirittura morale. La politica in Italia, ovvero la caricatura di quel che dovrebbe esser la politica, si è ridotta a un unico motivo conduttore: “trovare i soldi, gestire i voti”. Lo vediamo tutti i giorni. Basti pensare alla vergognosa gestione di servizi essenziali quali la sanità, i rifiuti, la scuola. A destra, a sinistra come al centro tutti sembrano preoccuparsi unicamente di metter su fabbriche di voti nel deserto di un Paese che da tempo ha smesso di “credere in Marx, in Dio e, persino in se stesso”, come ha scritto Stenio Solinas. Rimettere assieme i cocci di questo disastro è un’impresa disperata. Il fatto che si stia qui a discutere se manchi o no il timbro sotto le liste elettorali, lo conferma.
SENZA ALLONTANARCI TROPPO
È la solita politica? Tra i tanti scandali, grandi e piccoli, di questi giorni, ci si chiede se quella che stiamo vivendo non sia l’alba di una nuova “tangentopoli”. Difficile dar torno a Massimo Franco che sul Corsera di qualche giorno fa ha scritto: “La cosiddetta Seconda Repubblica, dopo aver vissuto quasi due decenni senza produrre cultura politica, rischia di morire per implosione senza che si riesca a scovare concetti, immagini e parole utili a raccontarne l’agonia”. Muore (già muore…) la così detta “seconda repubblica”, mentre i partiti di plastica si sciolgono e quelli “liquidi” si vaporizzano… La cosa non mi sorprende. Personalmente per farmi un’idea della catastrofe politica italiana non alcun bisogno di andare lontano. Ho tutti i giorni davanti ai miei occhi i “birbantelli” (per non dire altro) “indigeni” che sono notoriamente molto famelici. Non ho alcun bisogno quindi di ricorrere alle masochistiche pornoletture proposte sui giornali saturi di “intercettazioni” più o meno rilevanti “penalmente” (parlo di punto di vista “giudiziario”). La politica in Italia è agonizzante. Quella sorta tra le macerie ideologiche e culturali del lungo dopoguerra è una fogna peggiore della cloaca cattocomunista che l’ha preceduta. Basta guardare alle cose di casa nostra. All’isola d’Ischia. A Forio. … Mostra tutto
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