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Comune Unico o Comunello?

di Generazione 360 E’ ormai un tema molto discusso il disegno di legge regionale presentato dall’On. Domenico De Siano per la fusione tra i comuni di Ischia, Casamicciola Terme e Lacco Ameno, che si affacciano sulla costa settentrionale dell’isola d’Ischia. Ci sono opinioni divergenti su tale argomento visto come una manovra inutile tesa soltanto a rafforzare il peso politico di qualcuno o in antitesi come un’effervescente novità carica di opportunità.

In realtà è un tema molto complesso da affrontare, per la vastità dei settori che investirebbe, tra i quali prima di tutti la gestione portuale, dei rifiuti solidi urbani e soprattutto della promozione turistica.

Per alcuni, tra i quali i politici dei comuni esclusi dal progetto, questo sarebbe privo di significati strategici per lo sviluppo economico, dimostrandosi in parte interessati alla ripresa di un passato progetto di comune unico dell’isola, che era stato accantonato dall’attuale Consiglio Regionale e solo ultimamente rispolverato dall’On. Angelo Marino del Movimento per le Autonomie su richiesta di alcuni cittadini ischitani.

Meraviglia l’interesse di alcuni politici dei comuni esclusi dal progetto, che non sono mai stati sensibili a una soluzione di unificazione che ora, forse preoccupati da una predominanza in alcuni settori consorziati come il Cisi-Evi, la conferenza dei servizi dell’ASL Na 2 Nord, e quant’altro che il cosiddetto Comunello potrebbe avere, richiedono tempo per studiare la soluzione del Comune Unico.

Gli aspetti strategici già richiamati in precedenza vanno valutati con attenzione.

Il settore dei rifiuti solidi urbani, uno dei temi più scottanti della politica isolana, potrebbe essere sicuramente soddisfatto in maniera migliore con un’unica azienda di smaltimento, che potrebbe ricercare la zona migliore per il compostaggio dei rifiuti umidi diventando così dell’ottimo concime, spazi idonei per i travasi dai mezzi più piccoli ai compattatori; tutto ciò senza la schiavitù di una politica campanilistica fatta di frazioni o paeselli in lotta tra loro, anche promuovendo azioni unitarie atte alla semplificazione dei trasporti marittimi mediante l’utilizzo di motonavi da acquistare per il trasporto in terraferma dei rifiuti la notte, ed il trasporto dei passeggeri durante il restante arco della giornata, il tutto con un doppio risparmio, sia a vantaggio dell’ente pubblico sia dei cittadini.

La portualità potrebbe trovare nuovo slancio attraverso una migliore razionalizzazione del comparto diportistico con un’offerta diversificata e più ricca.

La promozione turistica sarebbe facilitata nel caso del comune unico, come realtà territoriale in cui hanno sede aziende che, secondo alcune fonti*, producevano tempo fa fino a un terzo del Pil dell’industria turistica regionale. Avere un unico interlocutore con la Regione sarebbe certamente migliore, in quanto si eviterebbe un sistema di premiazione politica, a favore di una crescita economica maggiore. Infatti è possibile poter scegliere se finanziare un evento organizzato da un collega di partito in un comune a discapito di un altro, ma è inimmaginabile che lo si possa fare a danno di un’intero comparto di tali proporzioni, perdendo così la possibilità di ottenere maggiori entrate fiscali, soprattutto in previsione delle possibili riforme di tipo federale.

Va tuttavia conservata la molteplicità di tradizioni popolari presenti su tutto il territorio cercando però di sradicare i campanilismi di zona a favore di una visione isolana di cittadinanza. La questione della nascita di cittadini del Comune Unico dell’isola d’Ischia è il progetto più arduo. Ciò sarà indispensabile per la formazione di politici che riescano a valutare le questioni in un’ottica generale e non di paesello.

Nel settore politico-amministrativo probabilmente si potrebbe avere un taglio netto di ormai troppe figure dirigenziali, a favore di una maggiore economicità dei servizi, e diverrà indispensabile avere una classe politica in grado di gestire un macro comune di sessanta e più migliaia di cittadini, in considerazione anche che l’ultima manovra finanziaria ha ridotto il numero di consiglieri comunali e assessori ed eliminati i consigli di circoscrizioni, rendendo così delicatissimo il compito di scegliere i politici che, nel caso, dovranno guidare gli Ischitani.

Il Comunello ad ogni modo non rappresenta certo la soluzione ottimale, in quanto si passerebbe dagli attuali sei comuni a quattro, non ci sarebbe dunque un vantaggio effettivo in termini di velocità decisionali, o in relazione all’avere un’unica voce subito pronta a parlare con regione provincia o anche con le grandi società di servizi.

Generazione 360 si è posta l’obiettivo, se vogliamo più arduo, di avviare una riflessione sull’identità culturale ischitana, il che non significa azzerare il folklore del piccolo centro, ma mettere in rilievo quei fattori storici e geografici comuni all’isola intera, con i quali orientare una politica economica coordinata e quindi più forte che manca già da anni, ma che recentemente se ne sente ancora di più la necessità sia per la congiuntura economica negativa che per le vicende giudiziarie relative all’edilizia senza piani regolatori.

Non si capisce perchè mai ad esempio un foriano non possa sentirsi al contempo anche ischitano, sarebbe come dire mi sento napoletano, quindi non posso sentirmi anche italiano… Ischia è una sola entità geografica, sarebbe logico che avesse una sola politica comune e che se, ad esempio, il mare è sporco a s.angelo il problema è di tutti perchè il turista scontento alla vacanza successiva non scarterà solo s.angelo, ma l’isola d’Ischia.

Il primo obiettivo a nostro avviso è uno studio di fattibilità sui possibili vantaggi sia del comunello che del comune unico, il secondo è rappresentare gli elementi culturali e di identità nella fusione.

A tal fine la nostra associazione si è attivata promuovendo per il giorno 24 settembre p.v. un convegno sul ruolo dei professionisti negli enti locali per formare elementi preparati ad affrontare le possibili novità amministrative, perché crediamo che il primo passo è la ricerca dell’efficienza, che può avvenire soltanto con una classe dirigente adeguata ai tempi odierni.

Ovviamente questa è solo un’opinione fra le tante già espresse, che non tiene conto di studi di fattibilità che auspichiamo siano al più presto redatti, ma esprime soltanto alcune considerazioni sui vantaggi indiscutibili dei nuovi possibili assetti amministrativi.

*I Bravi Maestri: http://www.ibravimaestri.it/index.php/attualita/nel-regno-di-chi-non-cediamo-al-benaltrismo/


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