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“Microzonazione non necessaria”. Il prof. Giuseppe De Natale dice la sua: “l’area a forte rischio sismico è molto più ampia della zona rossa”

“L’accento sugli effetti di amplificazione locale fu messo nei primi giorni dopo il terremoto, quando la localizzazione veniva data a mare ed era evidente la divergenza tra la localizzazione ed i danni. L’idea che l’anomala distribuzione dei danni, localizzati in una stretta fascia che non era la più vicina alla sorgente sismica, fosse dovuta ad effetti particolari di amplificazione locale era quindi naturale. In seguito, appurato che il danneggiamento era perfettamente correlato alla reale localizzazione del terremoto, divenne chiarissimo che il forte impatto era dovuto principalmente all’estrema vicinanza della faglia sismogenetica (dovuta alla bassissima profondità).
L’accelerometro dell’osservatorio sulla Sentinella ha registrato un’accelerazione massima di 0.3 g, ossia del 55% maggiore dell’accelerazione di progetto prevista dall’attuale mappa di pericolosità. In ogni caso, le isosiste del terremoto del 1883, rilevate egregiamente (da Mercalli stesso…) già contengono effetti di sorgente, di propagazione dell’onda e di amplificazioni locali. Sono perciò ideali per rappresentare gli effetti dello scenario massimo atteso, e quindi per procedere rapidamente alla messa in sicurezza degli edifici rispetto al massimo terremoto possibile”. Lo ha dichiarato il vulcanologo Giuseppe De Natale, all’agenzia stampa “Il Continente” costituita per il “Rinascimento di Casamicciola e dell’isola d’Ischia” e diretta dal giornalista Giuseppe Mazzella.

“Io credo che questa ‘fissa’ della microzonazione derivi dal tentativo di giustificare le prime sballate dichiarazioni, basate sulla localizzazione errata, che cercavano di giustificare con effetti ipotetici di amplificazione locale l’evidente divergenza tra la localizzazione dichiarata ed I danni. In realta’, poichè in questo caso gli edifici sono vicinissimi alla faglia, gli effetti di radiazione alla sorgente sono molto preponderanti rispetto ad ipotetici effetti di amplificazione locale. Il vero problema è che la mappa di pericolosità (in termini di accelerazioni attese) è fortemente sottostimata riguardo agli effetti di sorgente, e va completamente rifatta (per fissare ragionevolmente le norme per le nuove costruzioni o ricostruzioni).” – ha aggiunto De Natale.
“La priorità è comunque il consolidamento e la messa in sicurezza degli edifici in un’area molto più ampia della zona rossa, possibilmente influenzata da un terremoto tipo 1883. Purtroppo, nel decreto Ischia leggo solo le parole ricostruzione e riparazione, ossia tutto è esclusivamente riferito alla zona molto ristretta di collasso o danneggiamento sostanziale influenzata dal presente terremoto” ha concluso De Natale.

Giuseppe De Natale, INGV – 4 novembre 2018


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