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Geotermia a Ischia: i pro, i contro e l’assenza della politica locale

di Emanuele Verde. Qualche anno fa Andrea D’Ambra (esponente della prima ora del M5S e artefice della storica eliminazione dei costi di ricarica sui telefonini), scrisse “Su che isola stai“, un affresco potente dell’atavica passività dell’opinione pubblica dell’isola d’Ischia messa impietosamente a confronto con la capacità mobilitativa espressa, invece, dall’isola della Riunione, territorio francese tra il Madagascar e le Mauritius.

Ne consiglio vivamente la lettura, ma soprattutto ne prendo qui spunto per sottolineare come su un’altra isola, di fronte alla notizia della più o meno prossima apertura di un cantiere per la realizzazione di una centrale geotermica, sarebbero già sorti gruppi di studio, comitati di lotta e, perchè no, di appoggio all’opera.

Insomma, su un’altra isola, invece dei manifesti contro l’opposizione “bastasa” per dirla alla Cetto La Qualunque (ogni riferimento a Forio è assolutamente voluto), ci sarebbero tazebao a ogni angolo di strada con inviti ad assemblee, incontri con esperti ecc.

Eppure, per quel che ne so, da parte dei media locali non c’è stata alcuna reticenza sulla notizia e anche IschiaBlog, oltre a essersi occupata dell’argomento in tempi non sospetti, non più tardi di qualche giorno fa ha pubblicato la preziosa scheda illustrativa del progetto redatta da Bartolomeo Garofalo.

Evidentemente, per scuotere dal torpore gli ischitani occorre ben altro. Occorrerebbe, innanzitutto, che la classe politica si facesse carico di fornire alla popolazione tutte le informazioni del caso. Invece, non solo molti tra consiglieri e assessori in giro per l’isola ne sa poco o nulla ma, cosa dal mio punto di vista ancor più stupefacente (spero di sbagliarmi ed essere smentito), la stessa amministrazione di Serrara Fontana, dove l’impianto pilota geotermico verrà (?) realizzato, si è guardata bene, almeno finora, di illustrare il progetto nei minimi dettagli.

Dinanzi a un’opera di così grande impatto ambientale, non ci si può trincerare dietro il fatto che tutta la documentazione del progetto è liberamente consultabile e scaricabile on line sul sito del Ministero dell’Ambiente. In primis, perchè non tutti hanno il tempo, la voglia e la capacità di farlo, e poi perchè capirci qualcosa non è impresa semplice, eccetto ovviamente che per gli addetti ai lavori. Soprattutto, però, perchè ciò di cui si sta parlando è – a mio parere – un classico argomento da tradurre in quesito referendario. Della serie: “Cari cittadini dell’isola d’Ischia volete, o no, un impianto geotermico sul territorio?”

I Pro
Come c’è scritto nell’Avviso al Pubblico apparso sul “Corriere della Sera” (e su “Il Mattino”), il vantaggio è uno solo, per quanto macroscopico: la produzione di energia elettrica senza emissione nell’ambiente. Inoltre, gli addetti ai lavori stimano che la potenza elettrica lorda di 5 MW dell’impianto sia sufficiente a coprire il fabbisogno energetico di circa un terzo della popolazione residente sull’isola. Non a caso si parla di impianto pilota, lasciando chiaramente intendere la successiva realizzazione di una seconda centrale, magari sul versante orientale dell’isola.

A ciò bisogna aggiungere il ristoro previsto di € 2.000.000,00 per 30 anni al comune di Serrara Fontana (circa € 70.000,00 l’anno) di cui abbiamo appreso notizia dalla stampa locale; mentre non c’è certezza sul risparmio in bolletta che ne verrebbe ai cittadini dell’isola d’Ischia poichè siamo al cospetto di qualcosa che non era mai stato fatto in Italia, vale a dire un programma organico per la costruzione di almeno 10 centrali di piccola-media potenza distribuite su tutto il territorio nazionale. L’unico precedente riguarda le vecchie centrali nell’area di Larderello, dove tutti i comuni allacciati godono di un notevole sconto sull’energia elettrica.

I contro
Al primo posto c’è il rischio frana. È questa l’opinione del Dott. Giuseppe Mastrolorenzo, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano. Secondo il vulcanologo, a dispetto della cartografia ufficiale sulle aree soggette a pericolo frana (peraltro allegata alla documentazione girata al Ministero e ai sei comuni dell’isola) tutta l’isola d’Ischia sarebbe, indistintamente, a rischio frana.

È interessante notare come questa posizione evidenzi una profonda diversità di vedute all’interno dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (di cui l’Osservatorio Vesuviano fa parte). Di parere diametralmente opposto è, per esempio, il Dott. Giuseppe De Natale che dell’Osservatorio è il direttore e che, perciò, in ragione della funzione svolta, ha avuto un ruolo chiave nella consulenza fatta dall’INGV alla Taddei Green Power (che poi ha ceduto, come sappiamo, la concessione al Gruppo Gavio).

Ancora, c’è anche chi, come il Dott. Benedetto De Vivo, Professore Ordinario in Geochimica Ambientale presso l’Università di Napoli Federico II contesta il ruolo svolto dall’INGV in questa come in altre attività di consulenza poichè – a detta dello studioso – “un ente di ricerca non dovrebbe assolutamente potere svolgere attività di consulenza finalizzate ad attività industriali che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini“.

Al netto di questa obiezione, però, il professor De Vivo si dice favorevole a pozzi che arrivano fino a 1000-1200 metri (come quelli che verrebbero realizzati a Ischia) perchè il know how tecnologico raggiunto per queste profondità è tale da ridurre al minimo i rischi e perchè sia la zona sismogenetica, da dove cioè hanno origine i terremoti, che quella magmatica, sono a profondità notevolmente superiori. Non solo, è a queste profondità, secondo lo studioso, che i fluidi raggiungono temperatura  (200°C) e salinità ottimali ai fini geotermici.

Poi, c’è la posizione, nota, del prof. Franco Ortolani che mette al primo posto i rischi di sismicità indotta legata alla reinezione dei fluidi.

Insomma, la comunità scientifica è quantomai divisa e questo, se da un lato è molto frequente in ambito accademico, dall’altro, però, dovrebbe mettere sul chi vive chi ha responsabilità politiche a livello locale. O no?

Tralascio, in questa sede, le domande relative alle emissioni sonore durante le perforazioni e alle polveri che si disperderebbero nell’ambiente per tutta la durata dei lavori, stimata in 29 mesi (le perforazioni vere e proprie dovrebbero durare meno di 4 mesi). Tuttavia, sono questioni che pure meritano un approfondimento e, torno a dire, il coinvolgimento dell’intera comunità dell’isola d’Ischia.

Progetto URGE
Pochi giorni prima che venisse consegnata al Ministero dell’Ambiente la documentazione relativa all’espletamento della valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) per la centrale geotermica di Serrara Fontana, il sindaco di Forio, Francesco Del Deo, e quello di Barano, Paolino Buono, hanno firmato una lettera di endorsement per un progetto di ricerca che il Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) sta portando avanti assieme ad alcune università e istituti di ricerca tedeschi e norvegesi.

Il progetto si chiama “Urban heating and cooling supply by Geothermal Energy” (UR.G.E.) e ha come fine di ricerca la valutazione del potenziale geotermico delle isole Svalbard in Norvegia, della Valle del Reno in Germania e, appunto, dell’isola d’Ischia nell’area mediterranea.

Il progetto, oggetto di una richiesta di finanziamento alla Comunità Europea (Horizon 2020), prevede nero su bianco il coinvolgimento attivo della popolazione locale per il tramite dei cosiddetti “stakeholder”. Io stesso sono stato contattato dal CNR insieme a Bartolomeo Garofalo, con lo scopo precipuo, in questa prima fase, di avvicinare e sensibilizzare la politica locale sul tema della geotermia.

Al di là di tutte le valutazioni a riguardo – la più evidente è la non comparabilità tra un’attività industriale e un progetto di ricerca – resta il diverso approccio sul coinvolgimento della popolazione locale: scarso o nullo, nel caso della centrale geotermica di Serrara Fontana; attivo e impegnato nel progetto di ricerca denominato UR.G.E.

Per me la questione è tutta qua, dal momento che al termine di un percorso di formazione e informazione, i cittadini dell’isola d’Ischia potrebbero benissimo decidere che la centrale geotermica è cosa buona e giusta, e che vale la pena dare il via all’opera.

P.S.: Desidero pubblicamente ringraziare Bartolomeo Garofalo per l’aiuto fornito nella realizzazione del presente articolo (sua, tra l’altro, la traduzione dall’inglese del progetto UR.G.E., mentre le “paturnie” politiche sono tutta farina del mio sacco) e per la puntuale opera di divulgazione a favore della comunità di temi così complessi.


11 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. norman - Data: 25/6/2015 07:40:14 - IP: 82.59.95.xxx

    al di la’ del merito del progetto e’ da sottolineare la passivita’ da indigeni colonizzati dei nostri amministratori, che si tratti di metano o geotermia evidentemente l’ultima chiamata e’ sempre a denari.
    La scelta di un modello energetico piuttosto di un altro ( per es.: solare o geotermico) implica una ricaduta collettiva non solo nei rischi ma anche nel funzionamento complessivo delle istituzioni. Abbiamo appena visto come la CPL Concordia interferisse con la politica locale.

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  2. Pina - Data: 25/6/2015 08:59:59 - IP: 95.246.145.xxx

    “….Insomma, su un’altra isola, invece dei manifesti contro l’opposizione “bastasa” per dirla alla Cetto La Qualunque (ogni riferimento a Forio è assolutamente voluto), ci sarebbero tazebao a ogni angolo di strada con inviti ad assemblee, incontri con esperti ecc.”

    Quando si dice impegno politico e disinteressato… in contrapposizione, alla tanto richiesta e inflazionata onestà che viene reclamata a nostro uso e consumo. Una onestà personalizzata, come si cambia per non morire, diceva una canzone.

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  3. ijna - Data: 25/6/2015 19:35:15 - IP: 79.54.190.xxx

    il problema è che ognuno ha la sua idea personalizzata e pro domo sua di onestà, mentre dovrebbe essere un concetto universale e accettato da tutti senza variazione di toni.

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  4. norman - Data: 26/6/2015 14:14:20 - IP: 87.7.107.xxx

    invece di disquisire filosoficamente sui valori dell’onesta’ pubblica, non sarebbe piu’ opportuno entrare nel merito di questo progetto ?
    Propongo alcune domande da normale cittadino, per di piu’ in principio abbastanza favorevole alla geoelettrotermia come energia carbon-free.
    1) il Comune di Serrara possiede un business plan del progetto, tipo capire quanti soldi ci mette il privato e quanto il contributo pubblico;
    2) la destinazione finale dell’opera e’ la vendita dell’impianto all’Enel ?
    3) La societa’ costruttrice e’ in grado di assicurarsi per il costo di ricostruzione a nuovo degli edifici giacenti in un raggio di almeno tre km dai pozzi ?
    4) Il Sindaco di Serrara ha detto che ci sara’ una controperizia, chi e’ il soggetto incaricato ?
    5) Si e’ spiegato pubblicamente e in modo chiaro ai Serraresi che vanno incontro a rischi sismici, di innesco frane, nonche’ ad un infernale frastuono per tutta la durata delle perforazioni ?
    6) si e’ detto ai Serraresi che lo studio scientifico di base, prodotto dall’INGV, non porta la firma di nessuno, e che all’interno dello stesso INGV ci sono scienziati con posizioni contrastanti rispetto ai rischi indotti ?

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  5. concetta - Data: 26/6/2015 21:13:55 - IP: 151.73.70.xxx

    hai ragione jina ..i valori e gli atteggiamenti si personalizzano sempre più quanto più si è soggetti a compiacere al signorotto di turno per riuscire a mettere il piatto a tavola.

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  6. lavinia - Data: 27/6/2015 11:33:08 - IP: 95.234.144.xxx

    Peccato ,che tra il dire e il fare ci sia di mezzo sempre la mer…
    Consiglio questa lettura,per chi riempie la propria vita di azioni contro la propria dignita’ .http://www.laleggepertutti.it/40126_entrare-nel-tuo-profilo-facebook-di-unaltra-persona-e-un-reato-grave

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  7. norman - Data: 27/6/2015 15:04:47 - IP: 87.7.197.xxx

    lo stile di discussione e’ allusivo con arcani rimandi, forse vi conoscete tra voi, ma e’ evidente che della centrale geotermoelettrica non ve ne importa una benamata mazza, confermando al 100% la tesi dell’articolo del Sig. Verde, cioè’ che a Ischia non esiste quel pilastro della società‘ civile che e’ l’opinione pubblica informata e critica.
    E dunque ben vengano lobby, marpioni, venditori della fontana di Trevi…e terremoti indotti !

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  8. ijna - Data: 28/6/2015 08:29:49 - IP: 79.33.16.xxx

    concordo con te Norman,sui blog ci si dovrebbe affacciare per discutere gli argomenti degli articoli,invece lo si usa come lavandaie (con tutto il rispetto per la categoria)

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  9. Pina - Data: 28/6/2015 12:16:20 - IP: 95.250.35.xxx

    Ognuno parla di ciò che gli è più affine. Infatti Norman, il tema Geotermia, non interessa evidentemente, alcuni lettori, nella misura in cui l’argomento non intacca putroppo, il proprio piccolo mondo e/o interessi. Ma convengo pienamente con te, per ciò che hai espresso nel primo commento.La cultura della collettività sull’isola non prenderà mai piede, perchè anche chi non è indigeno e poteva apportare nuovi spunti e contribuire al miglioramento della società in cui si è inserito, lo fa solo per tornaconti personali, e si adatta molto opportunisticamente al sistema che alimenta e che spesso critica.

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  10. norman - Data: 29/6/2015 13:24:47 - IP: 82.59.86.xxx

    forse i non indigeni potrebbero apportare un contributo…se gli indigeni non cercassero in tutti i modi di metterli a bollire ( metaforicamente ) nel pentolone.
    Finiamola qua.
    La domanda principale e’ questa : una grande impresa vuole costruire un impianto industriale che 1) porta dei rischi potenziali importanti 2) potrebbe modificare profondamente l’assetto economico dell’isola; perche’ nessuno ne dibatte a livello pubblico e aperto ? Perche’ movimenti, associazioni pronte alla denuncia per l’abbattimento di un pino non sentono il bisogno di indire un incontro pubblico ? Perche’ 5 amministratori su 6 non dicono una sola parola sull’argomento ? Per un non indigeno e’ inspiegabile.

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  11. paolo manzelli - Data: 8/2/2016 18:08:53 - IP: 150.217.163.xxx

    IL FUTURO DELL’ EXPO IN TOSCANA: SICUREZZA NUTRACEUTICA E SVILUPPO  FOCUS:
    Sede : Aula Magna Accademia dei Georgofili : Logge Uffizi Corti, 50122 Firenze;Tel:055 212114

    Obiettivi della Iniziativa.
    Egocreanet si propone di collaborare al rilancio di “un piano di crescita culturale e sociale per rilanciare l’ innovazione di sviluppo dell’ area geotermica in toscana” che faccia seguito agli impegni di crescita culturale per favorire la innovazione per lo sviluppo, delineati e condivisi in EXPO 2015.L’evento i oggetto condiviso col l’ Accademia dei Georgofili e la collaborazione di Enel Green Power ed altri Enti di Ricerca e Sviluppo, sara’ una iniziativa che prende in considerazione il protocollo Regione T. /ENEL http://www.toscana-notizie.it/-/energia-regione-e-enel-firmano-per-lo-sviluppo-della-geotermia,in per sostenere l’ utilizzazione dei del calore geotermico per la produzioni nel settore dell’ Agro-alimentare nell’ intenzione di favorire opportunita’ di sviluppo imprese gia’ esistenti, e/o favorire la creazione di nuove imprese nell’ aera geotermica in Toscana.
    – Breve descrizione dell’iniziativa .
    La Iniziativa vuol rispondere al quesito : Quale Ricaduta di EXPO per Nutrire il Pianeta ed Energia per la Vita in TOSCANA? L’ impegno di Egocreanet è di ottenere dalla semina locale della eredita’ culturale di EXPO 2015, un effettivo raccolto di innovazione dalla integrazione tra produzione alimentare ed energia geotermica . A tal proposito EGOCREANET organizzera’ la Giornata di Studio su: “Il Futuro dell’ EXPO in area Geotermica Toscana” ; parteciperanno come relatori, ricercatori del COSVIG, L’ ENEL Green Power , e Docenti delle Universita’ e del CNR e del CREA di Firenze Pisa e Siena interessati al progetto pilota “SERRE NUTRACEUTICHE” finalizzato ad individuare nuove strategie di produzione agro-alimentare in serra geotermica. ( vedi in Allegato) .
    .
    Paolo Manzelli 05/FEB-2016 Firenze .
    Pres. E Resp. Leg . Egocreanet Cell: 335/6760004 – e-mail egocreanet2016@gmail.com .

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