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Storia di un ischitano #nelCuoredelMediterraneo

Ci sono tanti ischitani che fanno i pendolari tutti i giorni, che lavorano fuori, si imbarcano sulle navi mercantili, io nun so nisciun.

di Emanuele Verde. Quando gli ho chiesto se potevo raccontare quello che tra qualche giorno andrà a fare in mezzo al Mediterraneo, questa è stata la risposta di Luca Tiberti: “nun so nisciun“.

E invece non è così. Luca a breve sarà a Mazara del Vallo, #allaPuntadelMaghreb per dirla alla maniera di Twitter. A Mazara c’è la casbah e mangiano cous cous, il migliore di tutta la Sicilia. A Mazara c’è la “paranza” di 25 metri su cui Luca si imbarcherà.

A fare che?

“Mi imbarcherò su una nave da pesca mediterranea che ha il compito di rimorchiare gabbie dagli impianti di allevamento (generalmente a Malta) fino alle navi da pesca al tonno (circuizione). Giunti alle navi da pesca si effettua il trasferimento dalla rete a queste gabbie. Dopodichè portiamo queste gabbie con i tonni vivi di nuovo negli impianti dove verranno ingrassati e venduti al momento opportuno. Quasi tutti vanno al mercato giapponese. Sembra una cosa rapida, in realtà le gabbie a rimorchio sono molto grandi – hanno un diametro di 50 m e sono profonde 25 m – e quindi quando sono vuote si può procedere ‘velocemente’, circa 3 nodi, che significa Ischia – Napoli 6 ore, mentre quando sono piene di tonni, per evitare che muoiano non si supera mai 1 nodo, che significa Ischia – Napoli in 18 ore!

Quali sono le tue mansioni?

Ho la funzione di osservatore nazionale per conto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ovvero devo registrare ogni singola fase delle operazioni e occuparmi del rilievo di dati biometrici (lunghezza, larghezza) dei pesci e prendere campioni di gonadi (ovaie e sacche spermatiche). Sulle barche da pesca e negli allevamenti, l’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas) invia invece osservatori internazionali che hanno il compito di sovrintendere e relazionare sullo svolgimento delle operazioni.

Come funziona la pesca al tonno rosso?

Il periodo di pesca – la barca da pesca a circuizione si chiama “tonnara volante” – va dal 26 maggio al 24 giugno (Pesca del Tonno Rosso – anno 2014). Chi sta sul rimorchiatore quasi sempre finisce dopo la chiusura del periodo, perchè rimane in mare tutto il tempo necessario per arrivare agli impianti di allevamento, a maggior ragione se, come succede, la barca pesca l’ultimo giorno utile. Si sta molto fuori dalla costa, 50/150 miglia di mare aperto, spesso nel canale di Sicilia, quello dove passano i migranti in fuga da guerre e povertà.”

Ed è capitato che questi migranti, per sfuggire alla morte in mezzo al mare, si siano aggrappati proprio alle gabbie dove vengono trasportati i tonni. È successo a giugno dell’anno scorso; è successo pure nel 2007, e in quell’occasione il capitano del peschereccio che li aveva avvistati non mostrò alcuna intenzione di portarli a terra per non rischiare di perdere il prezioso carico di tonni da vendere. Giusto per avere un’idea degli interessi in gioco e di cosa sia il Mediterraneo da anni a questa parte.

Un mare di morte, tanto per il pregiato tonno rosso che per il meno pregiato migrante. Luca, a giorni, sarà di nuovo in mezzo a questo mare per svolgere al meglio il suo lavoro, sperando ovviamente che non gli tocchi vivere in prima persona situazioni come quelle appena raccontate. E che gli unici racconti da condividere siano perciò i pranzetti a bordo con l’equipaggio e lo squisito cous cous di Mazara.

La morale è che c’è chi #nelCuoredellEuropa ci sta per davvero. In questo caso, il Mediterraneo e i suoi traffici, leciti e non. L’ambizione è provare a raccontare queste storie, perchè non è vero che “nun simm nisciun” e resta da stabilire poi chi è veramente “qualcuno“.

(Nella foto una gabbia a rimorchio)
gabbia per i tonni

P.S.: Luca ha appreso proprio ieri che quest’anno non sarà più sui rimorchiatori ma sulle imbarcazioni adibite alla pesca col “palangaro”, una lenza di grosso diametro intervallata da ami attaccati a spezzoni di lenza più sottile. La mansione resta la stessa: misurare i tonni pescati, senza però dover stare più in mare per molti giorni.


3 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. Angelica - Data: 27/5/2014 08:35:38 - IP: 87.19.146.xxx

    Buongiorno, conosco la storia di Luca perchè da cinque anni io, Angelica Sollino e la mia amica, Marika Di Meglio, svolgiamo questo lavoro, sia a livello nazionale che internazionale. e ci dispiace che nessuno sapeva che due ragazze ischitane come noi svolgessero questo tipo di lavoro che, credetemi, per due donne è molto duro… non solo per il periodo lungo che si sta in mare, ma anche per le pressioni psicologiche che possono essere rivolte a delle donne in un ambiente esclusivamente maschile, sempre a stretto contatto con uomini di mare e, soprattutto, per le discriminazioni lavorative, che impongono alle società che ti contattano di scegliere per te di non darti più il lavoro perchè sei donna e potresti creare problemi, quando invece è la mentalità degli uomini che appena vedono arrivare una donna a bordo pensano di potersene approfittare in tutti i modi.
    Credetemi non è facile ma noi cerchiamo di farcela e soprattutto di combattere la disparità tra uomini e donne che ci impedisce di poter svolgere un lavoro per il quale abbiamo studiato e ci siamo preparate.
    Grazie….ciao a tutti

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  2. Emanuele Verde - Data: 27/5/2014 09:35:27 - IP: 87.3.146.xxx

    Cara Angelica mi farebbe molto piacere raccontare la vostra storia (la sua e della sua collega Marika). L’ambizione, come ho scritto nell’articolo, è provare a dare visibilità a storie come le vostre, ragazzi e ragazze che svolgono il lavoro per cui hanno studiato senza anticamere, scorciatoie e “leccaculismi” vari. Lavori duri, in ambienti difficili, e però affascinanti perchè di grande valore civile e scientifico. Detto questo, un blog vive anche di contributi esterni. Perciò se vuoi, in qualsiasi momento puoi inviare un articolo. Saremmo lieti di poterlo pubblicare, che si tratti della sua professione o di qualsiasi altro argomento che Le sta a cuore che riguardi l’isola dove viviamo.

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  3. lisa - Data: 5/5/2015 10:22:55 - IP: 79.23.94.xxx

    sono una giornalista di Rai tre, ho bisogno di mettermi in contatto con voi.

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