Mangiar sano: i prodotti a km 0 di Gennaro Manna

di Emanuele Verde. Confesso che quando sento qualcuno fare l’elogio sperticato della civiltà contadina, del ritorno alla terra, dei valori perduti mi escono le bolle e comincia a tremare la palpebra sinistra. A chi fa il panegìrico del passato ho sempre obiettato, al contrario, che il guaio è non essersi mai sbarazzati del tutto di quel retaggio; e che più di ritornare a certi valori, quindi, sarebbe necessario superarli una volta per tutte.
È un tema che ho già affrontato (leggi qui) e perciò non voglio tornarci sopra; mi limito a osservare che la domanda sul come mai i nostri nonni, i nostri genitori, così abili a curar le viti e a fare il “piennolo” di pomodori, siano stati, poi, i principali artefici del sacco dell’isola d’Ischia è rimasta sostanzialmente inevasa; e tale -mi sa – è destinata a rimanere.
Devo anche dire, però, che sull’isola, stiamo assistendo a una vera e propria ondata neoruralista, al diffondersi -cioè- di una mentalità che nel mestiere del contadino, e più in generale nella valorizzazione delle specificità ambientali del territorio, vede una possibile risposta alla crisi che ci accompagna da inizio millennio.
È un’illusione? Sul piano sociale – come capacità, cioè, di dare risposta occupazionale su grandi numeri – continuo a credere di sì, anche se non ho difficoltà ad ammettere che se di illusione si tratta è potente, e soprattutto benevola. Un sogno per cui val la pena impegnarsi come fa Gennaro Manna, giovane contadino di Forio.
Conosco Gennaro da tempo e devo dire che ho ritrovato la stessa persona con cui giocavo a pallone fino a qualche anno fa. Combattivo, gran faticatore, uno che non si arrende fino a quando non ha raggiunto lo scopo. Il contrario di me, insomma, che la gamba, nelle partite di calcetto, la toglievo volentieri e non ho mai amato granchè correre.
Gennaro, invece, la sua corsa l’ha appena cominciata e l’obiettivo da inseguire è appunto quello di riuscire a vivere della sua passione: la terra. Beninteso, già ci riesce, solo, parlando con lui, si percepisce che la sfida è appena cominciata. Dal controllo sulle sementi, alle tecniche di compostaggio, fino, addirittura, al macerato di ortica in luogo di prodotti sistemici, l’uomo vive la terra come una ricerca continua. Una ricerca che muove dal sapere acquisito da zii e parenti ma che poi cerca nuove strade da percorrere servendosi delle enormi potenzialità di internet.
A dargli una grossa mano, la sorella Anna che lo affianca volentieri nelle fatiche di tutti i giorni. Nello sguardo di questa giovane donna ho visto tutta la complicità che solo tra fratelli ci può essere; osservandoli, non ho potuto far a meno di pensare che un giorno mi piacerebbe ci fosse, tra i miei figli, la stessa stima. Chi vive o conosce bene Ischia e gli ischitani sa che non è affatto scontato.
Insomma, nella terra di Gennaro Manna c’è tutto: impegno, tradizione, innovazione, cooperazione oltre, naturalmente, a migliaia di pomodori, zucchine, melenzane, cipolle, aglio e tutto quel che vi serve. Per averlo, basta chiamare.
Il numero è: 3392502094
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norman - Data: 13/9/2015 17:21:35 - IP: 87.7.106.xxx
mi sembra un’ottima iniziativa, purche’ i neo-contadini non ripetano l’errore dei loro nonni e bisnonni, cioe’ imparino a fare rete tra di loro e anche a utilizzare decentemente i fondi europei.
Le terre incolte ci sono, la necessita’ di mantenerle in buono stato agro-ecologico e’ indiscutibile, le potenzialita’ del mercato isolano ed extra isolano sono promettenti.
Se potessi dare un consiglio direi di puntare piu’ sull’orto e frutticultura bio che sulla viticoltura.
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