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Il fascismo a Forio. Cronaca scolastica dell’anno 1926-1927

di Emanuele Verde. Novanta anni fa sull’isola d’Ischia i bambini morivano con il morbillo. Così c’è scritto nella “Cronaca Scolastica” della Quarta classe maschile delle Scuole Elementari di Forio. L’anno scolastico è il 1926-1927 e in data 16 Ottobre, mio nonno, il maestro elementare Admeto Verde (1891-1957), annota:

Riapertura della scuola. Riunione di tutti gli insegnanti presieduta dal R. Direttore Didattico, prof. Carlozzi, il quale tra l’altro, ci ha tracciato le linee generali del programma da svolgere durante il corrente anno scolastico. Dal R. Commissario ci viene comunicato, il giorno stesso, che le scuole resteranno chiuse fino a nuovo ordine per misure sanitarie, essendovi per il paese molti casi di morbillo, con una grande percentuale di decessi tra i bambini colpiti“.

Si moriva con il morbillo dunque, e quando non era il morbillo, altre temibili malattie minavano il fisico dei giovani foriani. Come il favo del cuoio capelluto, un’infezione purulenta che quell’anno tenne l’alunno A.G. molti mesi lontano dai banchi di scuola, a dispetto di una diagnosi iniziale di una decina di giorni. In data 22 Novembre infatti c’è scritto:

Visita sanitaria alla 4 masch. allontano l’alunno G.A. perchè affetto da favo del cuoio capelluto. L’Ufficiale Sanitario Dr. Migliaccio. L’alunno in parola – annota, subito dopo, l’insegnante Admeto Verde – potrà ritornare a scuola tra una decina di giorni, cioè il tempo necessario per potersi curare“.

Un ottimismo smentito però dai fatti, dacché l’alunno in questione, dopo un iniziale rientro attorno la metà di dicembre, fu nuovamente allontanato il 5 marzo 1927 per il riacutizzarsi dell’infezione. In quella stessa data c’è un altro appunto di grande interesse che riguarda, invece, l’alunno C. M. :

Sono informato che l’alunno ripetente C. M., orfano di guerra, assente dalla metà di gennaio è mandato dalla madre al lavoro. Più volte richiamata, con avvisi e a voce, si giustifica dicendo che la miseria in cui vive, con altri 5 figli, è tale da non potere fare a meno di sfruttare il lavoro del primogenito M., quasi quattordicenne.

Insomma malattie, miseria e, come non bastasse, disagi nell’implementazione del programma scolastico a causa del mancato arrivo del libro sussidiario, nonostante i ripetuti solleciti alla Casa Editrice Bemporad. Tutto puntualmente trascritto, compresa la scarsa dotazione di materiale didattico, su cui il maestro elementare Admeto Verde ha più volte a dolersene nel corso dell’anno scolastico. Scrive il 21 gennaio 1927, quindi a oltre 3 mesi dall’inizio della scuola:

Sono sprovvisto quasi di tutto il materiale didattico occorrente per la scuola e quel poco esistente è in pessime condizioni. I banchi sono sgangherati, mancano parecchi calamai e l’aula, esposta a ponente, è fredda. Le imposte sono prive di alcune finestre, per cui si è continuamente esposti a corrente che si stabilisce tra la porta di ingresso e quella che immette sul terrazzino, a ponente“.

Uno spaccato duro, che dà l’esatta misura della distanza tra le ambizioni del giovane regime fascista e il gap infrastrutturale di una scuola sprovvista quasi di tutto. Anche l’innalzamento dell’obbligo scolastico voluto dalla riforma Gentile rimane lettera morta, dal momento che la miseria – abbiamo visto – obbliga i genitori a far lavorare i figli in campagna. Non solo. Pure l’iscrizione dei ragazzi tra i giovani Balilla è, per diverse famiglie, soltanto un impiccio per via delle ristrettezze economiche in cui vivono. Scrive il maestro Verde il 29 marzo 1927:

Il numero dei Balilla e degli Avanguardisti finora raggiunto è di 10: 8 Balilla e 2 Avanguardisti sui 17 frequentanti. Qualcuno non si è ancora inscritto perchè la famiglia, che vive in ristrettezze, non può pagare la quota di iscrizione e le poche decine di lire per la camicia nera et altro“.

La relazione del 17 giugno riassume le difficoltà incontrate fin lì, specie per quel che riguarda i ragazzi poco assidui e la responsabilità delle famiglie:

Nulla si è potuto ottenere dalle famiglie durante l’anno scolastico per l’assiduità degli alunni. Non sono valse le continue insistenze del R. Direttore, delle Autorità e degli insegnanti, perchè, come nei precedenti anni, sono gli stessi genitori che obbligano i figli a seguirli in campagna dal mattino.”
Indi l’auspicio che “il primo Podestà del paese, in carica da qualche giorno, ha tutta la buona volontà di cooperare per la scuola – anche se – non ora siamo in fine d’anno e ogni tentativo sarebbe inadeguato“.

Novant’anni sono tanti, tantissimi, senza un minimo di prospettiva storica; pochi, pochissimi, se invece proviamo a contestualizzare quanto finora raccontato. Emerge, inequivocabile, la miseria di Forio e dell’isola d’Ischia a pochi anni dalla fine della Grande Guerra. Una miseria che persiste nonostante i proclami del regime e gli auspici di un maestro elementare di provincia che confida – forse più per dovere che per intimo convincimento – nella capacità del fascismo di migliorare lo statu quo.

Per altro verso, invece, la lezione da tenere a mente è lo scarto che c’è, quasi sempre, tra i grandi progetti di riforma e il loro effettivo impatto. In questo caso, la difficoltà di attuare la riforma della scuola di Giovanni Gentile quando i banchi sono sgangherati, le finestre rotte e mancano calamai e libri; ma, converrete, di esempi se ne possono fare innumerevoli fino alla stretta attualità.

Desidero ringraziare Giuseppe Magaldi per questo prezioso documento, e con lui, la persona, a me ignota, che gliel’ha fornito perchè lo leggessi. Sperando che il racconto che ne ho fatto sia stato, almeno un po’, all’altezza di una testimonianza così significativa.

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2 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. Admeto - Data: 25/2/2015 19:23:50 - IP: 93.146.132.xxx

    Anno scolastico 1926-1927, Regio Commissario e Regio Direttore, balilla e avanguardisti, malattie esantematiche e pidocchi, miseria e lavoro minorile. Uno scorcio dell’ Ancien Régime isolano nondimeno attualissimo se a quanto pare ancor’oggi , si pensa in termini di ragion di Stato da un lato e trasparenza verso la popolazione dall’altro.

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  2. govanni mattera - Data: 17/4/2015 23:36:57 - IP: 174.45.218.xxx

    Sono molti che non vengo ad Ischia. A 17 anni emigrai in Argentina. Sono contento sapere cosa succede in Italia. Ho visto il primo minstro Renzi col Pres. Obama. Sr. Renzi conosce l’Inglese molto bene. Ha parlato anche Italiano, con traduttrice eccellente nelle due lingue.
    Saluti,
    Giovanni.

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