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#iloveischia: lezioni di turismo?

Un dato chiaro emerge dal primo evento del progetto #iloveischia, sviluppato da Federalberghi con l’ausilio di BTO e svoltosi il 27 e 28 marzo: gli addetti ai lavori bramano eventi del genere, sono più che mai consapevoli della criticità degli attuali media (non più nuovi come giustamente fa notare la brava Mafe de Baggis) e non possono più prescindere dall’ignorare i complessi meccanismi che li animano, schemi non più banali come quelli dei “bei tempi”.

Il Nuovo mondo
Il nuovo (qui si può dire) modo di fare turismo è online, un mondo dinamico che può sembrare spaventoso ma non è poi così lontano dalla realtà di tutti i giorni. Non è necessario essere esperti programmatori per sfruttare al meglio il potentissimo strumento di comunicazione che offre oggi la Rete, così come non bisogna essere dei biologi per imparare a nuotare…

Content is King!
Analizzando gli interventi che hanno caratterizzato l’amorevole due giorni di Ischia Ponte, un dato è estremamente chiaro, i contenuti online sono fondamentali per “vendere” al meglio una meta turistica, per donargli l’appeal che premi le sue bellezze e fornisca al turista le informazioni di cui ha bisogno. Questo concetto va però applicato anche alle singole strutture ricettive che non possono più celarsi dietro fotografie 300×200 (px) e due righe di testo che esaltano le proprie presunte bellezze, lasciando al cliente il timore, se non l’ansia, d’aver prenotato quasi al buio.

L’intervento principale relativo ai contenuti online relativi ad Ischia è stato quello di Mirko Lalli, Founder e CEO di Travel Appeal, startup che ha sviluppato l’omonima tecnologia di misurazione dell’attrattività che una meta turistica offre online. Il suo speech ha offerto una panoramica molto interessante sull’importanza dei contenuti online così come poco chiara è stata la disamina della situazione relativa all’isola d’Ischia. Il che non può che sucitarmi seri dubbi sulla validità della tecnologia di analisi TAI.

In particolare sento di opinare due sue forti critiche sullo status online dell’isola, ovvero che “In pochissimi siti si può prenotare online” e l’attribuzione del 6% al nostro “Contents & Social Doing” score.

La prima affermazione è quantomeno dubbia in quanto a me risulta che circa il 70% delle strutture ricettive ischitane abbia un sistema di prenotazione in tempo reale sul proprio sito ufficiale. Premetto che il mio è stato un calcolo approssimativo, il dato non può ritenersi ufficiale ma di certo rende l’idea.

L’altra affermazione di dubbia consistenza è il basso punteggio che il suo indice ha rilevato circa i contenuti online dell’isola d’Ischia. A me invece risulta una presenza di contenuti importante, più di 400 sono gli articoli pubblicati solo dai siti del nostro network www.prontoischia.it/articoli e www.ischia.campania.it che, insieme ai tanti altri siti di amici ischitani, concorrono a rendere fruibili online una miriade di contenuti, ognuno dei quali approda regolarmente sui social più influenti ricevendo migliaia di visualizzazioni. Quasi non esiste argomento rilevante non trattato in qualche modo online (si Mafe de Baggis, anche dove correre a Ischia, basta cercarlo su Google :).

Ma probabilmente Mirko Lalli si riferiva ai contenuti pubblicati dai singoli hotel, cui sottintende, magari, l’invito a prendere parte alla sua accademy… :).

Online Travel Agency
Breve ma intensa la parentesi dedicata alle OTA (agenzie di viaggio online) cui i ben noti addetti alla disintermediazione non hanno potuto esimersi dal cavalcare. Ma provate solo ad immaginare di dover prenotare un hotel senza aggregatori e OTA in generale ma solo cercando e spulciando sito web per sito web, appuntando prezzi e informazioni per poi comparare il tutto a mano. Parliamoci chiaro, senza le OTA scegliere un hotel sarebbe un incubo!

Un hotel che critica le OTA è paragonabile ad un vecchio pesce che critica l’umidità dell’acqua.

Chi dice che i nomi degli hotel sono più cercati delle destinazioni generiche, dimentica che molto probabilmente, chi ha effettuato la ricerca ha copiato il nome della struttura ricettiva da una ricerca fatta sul sito di una OTA, scavalcandola.

Non è possibile prescindere da loro, sono utili a tutti. Bisogna solo evitare di diventare schiavi di una sola di loro, anche provando a far emergere aggregatori e sistemi di prenotazione online alternativi, magari a commissione zero come www.prontobooking.net, il sistema tutto ischitano che ambisce a ben altri scenari e si ripromette di cambiare il mondo dell’Online Travel.

Siamo quindi stati a lezione di turismo? Sicuramente si. A mio parere #iloveischia è un evento non solo da ripetere ma da ampliare, coinvolgendo anche personaggi di successo che abbiamo voglia di condividere le loro esperienze vincenti nel campo turistico. Quindi più case studies, più pratica oltre che teoria.

Arrivederci ad Ischia.


2 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. Mirko Lalli - Data: 29/3/2014 19:38:03 - IP: 151.58.32.xxx

    Grazie dell’articolo che mi permette di precisare bene come funziona il TAI. Riassumo per completezza: Ischia ha avuto i seguenti punteggi:
    – Sentiment e reputation: 85/100
    – ecosistema digitale: 75/100
    – contenuti e social doing: 6/100
    Qui la ricerca completa: http://trappl.co/tai-ischia

    Il primo valore è chiaro e molto positivo. Il secondo è comunque buono, e riguarda come è COSTRUITO l’ecosistema digitale a partire dai siti istituzionali. NON ABBIAMO ANALIZZATO I SITI DELLE SINGOLE STRUTTURE E DEGLI HOTEL. L’affermazione “in pochi siti si può prenotare online”, probabilmente è stata travisata, non abbiamo proprio analizzato questo aspetto e forse era una domanda (“sicuri che si possa finalizzare l’esperienza dai vostri siti? si può prenotare online?”)

    La criticità arriva sul terzo punto, che analizza la QUALITÀ del piano editoriale e l’uso avanzato e consapevole dei social media (si valuta la qualità della scrittura, l’uso delle foto, la frequenza di aggiornamento, la RILEVANZA di quello che si scrive, la qualità delle interazioni e delle conversazioni, ecc) cioè influisce poco la QUANTITÀ dei contenuti, e influisce molto l’effettiva efficacia secondo – ovviamente – i nostri criteri di valutazione.

    L’idea del nostro strumento, non ancora perfetto né completo (andremo online tra un paio di mesi) è proprio quella di fornire una mappatura dei punti di forza e debolezza in modo da dare indicazioni operative per agire e correggere dove c’é veramente bisogno. Ti posso dire però che dai nostri test sta funzionando molto bene.

    A disposizione se servissero informazioni aggiuntive sulla metodologia e sui dati rilevati. Mirko

    Current score: 3
  2. Daniele Iacono - Data: 31/3/2014 18:46:32 - IP: 87.6.149.xxx

    Ciao Mirko, grazie per la risposta.

    Visto che mi concedi la tua disponibilità ad approfondire il discorso del TAI, mi farebbe piacere capire meglio il metodo che utilizzate per estrapolare il punteggio relativo a “contenuti e social doing”.

    Si può definire come un indice proporzionale alla capacità che ha un contenuto di coinvolgere gli utenti (engagement score)?

    L’analisi viene effettuata sui contenuti condivisi da un insieme di siti web/utenti selezionati? Se si quali sono i criteri di scelta? Nella fattispecie quali fonti avete analizzato?

    In ultima analisi, come semplice curiosità personale: vi avvalete di strumenti esterni o sviluppate i vostri algoritmi in proprio? Quale linguaggio?

    Grazie :)

    Saluti

    Current score: 0
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