di Catrin Cigliano. È ora di pranzo, siamo tutti a tavola, si parla della privatizzazione della Chiaia. Mio figlio di 15 anni mi chiede, “mamma, ho studiato in diritto, che se si raccolgono 50.000 firme, si può chiedere la modifica di una legge, si pùò fare anche per la Chiaia?” . Gli rispondo che non lo so, bisogna informarsi. La conversazione stranamente cambia rotta, mio figlio mi chiede se i posti dove vivono i nostri parenti lontani, sono belli per viverci. Gli dico che a mio avviso non è  tutto rose e fiori. Quindi lui mi chiede, “allora dove’è un posto dove è bello vivere?”, io rifletto e gli dico “Quì Nino, ad ischia, è bello e viviamo abbastanza tranquilli”. Lui mi guarda triste e mi dice “si, come no, non puoi nemmeno più andare a farti un bagno!”.
Mi sale dentro una rabbia mostruosa, e bestemmio fra me e me contro coloro che si sono resi artefici di una scelta così incresciosa. Coloro che hanno avuto questa brillante idea, devono portarsi sulla coscienza il fatto di aver fatto passare la voglia ai propri giovani concittadini di rimanere a Forio. Io mi domando, queste persone, la sera come fanno a mettere la testa sul cuscino? Come fanno a camminare a testa alta per la strada?
Queste persone si sono dimenticate che tutti siamo stati piccoli? Io credo che loro quando avranno avuto 15 anni nemmeno lontanamente dovevano pensare di confrontarsi con situazioni del genere, e scommetto anche che le loro mamme, li avranno portati già  da piccolissimi sulla Chiaia. Forse lo hanno dimenticato, sono passati troppi anni, o fose non hanno ancora nipoti, da coccolare e portare a mare.
Io credo che l’amministrazione deve prendere atto con molta umiltà che è stata presa una decisione improponibile per i foriani, chiunque può commettere degli errori, logico, anche gli statisti o gli imprenditori più esperti possono commettere errori, importante è ravvedersene, e rimediare. E’ improponibile, la privatizzazione di quel tratto della Chiaia.
Comunque, tornando alla mia giornata, vado a lavoro, ma mi tormenta questa frase sconsolata di mio figlio, rifletto e rifletto ed arrivo ad una conclusione. Domani mattina gli dirò che non deve minimamente pensare di andarsene da qui, deve pensare al contrario, che lui ha 15 anni ed è il futuro di Forio, gli dirò che dovrà impegnarsi tanto, diventare una persona in gamba pechè non importa che mestiere sceglierà di fare da grande, importa che lo faccia bene. Perchè solo così lui e la sua generazione potranno dare una svolta a questo sistema sociale alla deriva.
Essendo abituata per indole a soffermarmi poco sul prolema e di più sulla ricerca di eventuali soluzioni, sono arrivata alla conclusione, che il problema va affrontato su due fronti.
Diciamo nel breve termine, noi tutti dobbiamo protestare uniti e compatti, perchè se siamo tanti non possono ignorarci, nel lungo termine, noi genitori abbiamo un compito importantissimo. Dobbiamo fare in modo che i nostri figli diventino più bravi di noi, in tutto. Per fare questo dobbiamo farli studiare, dobbiamo farli fare esperienze fuori dove possono imparare con umiltà da chi è più bravo di noi, così potranno tornare e sono sicura che tra di loro ci sarà chi riuscirà ad amministrare con competenza e saggezza, il nostro amato  paese che ne ha assoluto bisogno.
Forse ci siamo un pò tutti dimenticati noi foriani da chi discendiamo.
Se curiosiamo un pò tra le pagine dell’antico libro della Storia dell’Isola d’Ischia di D’Ascia, troviamo scritto che i foriani erano persone fiere e coraggiose che a differenza di altri isolani che scappavano a nascondersi nel Castello,  rimanevamo nella loro terra  e combattevamo contro i pirati, difendendola senza tirarsi mai indietro.
Vorrei concludere dicendo che una volta, un mio cliente del nord Italia, mi disse CHE OGNI PAESE SI TROVA L’AMMINISTRAZIONE CHE SI MERITA, in un primo momento ci si potrebbe anche risentire, ma poi riflettendo con freddezza, ci si rende conto quanto è vero. Siamo noi che decidiamo chi ci deve governare. Io penso che, bisogna pretendere da chi governa, chiarezza nei programmi e resoconto periodico del loro operato quasi un pò come si fa a scuola ogni tre mesi, questa sarebbe a mio avviso una buona idea da adottare in futuro, solo così potremmo raggiungere se pur faticosamente un miglioramento della qualità della vita nel nostro paese, al pari di tante piccole cittadine del centro nord Italia dove se si intervista il cittadino, questi risponde che si considera  pienamente soddisfatto dela vita che conduce nel suo paese, e che probabilmente non dovrebbe mai vedere un suo figlio manifestare il triste desiderio di andare a vivere altrove “dove è più bello vivere”.
Catrin Cigliano