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L’eco-mostro di Forio ha il destino segnato

“Ha il destino segnato l’eco-mostro di Forio, sull’isola di Ischia”. Così i mass-media nazionali hanno introdotto la notizia che una mastodontica struttura in cemento armato realizzata nei decenni addietro nel Comune all’ombra del Torrione e in stato di abbandono dai primi anni novanta, sarà oggetto di un progetto di recupero eco-sostenibile.

Si tratta un eco-mostro sorto sulla stupenda e straordinaria Baia di Citara, uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti dell’isola d’Ischia e ogni anno meta di milioni e milioni di turisti. Una costruzione mai completata e che da sempre ha destato grande scalpore perché l’eco-mostro era stato realizzato per ospitare la nuova Caserma dei Carabinieri di Forio. Ebbene, dopo circa venti anni il grande fabbricato ancora fermo alla struttura portante, potrebbe diventare la prima caserma dei carabinieri in Italia completamente eco-sostenibile. In effetti il mostro edilizio sarà recuperato con un progetto presentato da uno dei giovani architetti che parteciperanno a un workshop realizzato in occasione della quarta edizione del Premio Internazionale Ischia di architettura e che si terrà dal 18 al 23 luglio. La migliore idea sarà sottoposta al comune di Forio, al Provveditorato ai Lavori Pubblici e al Ministero della Difesa per diventare realtà concreta.

Al momento, però, non si sa se lo scheletro di cemento verrà abbattuto per poi “rinascere” oppure se si sceglierà di completare la struttura già esistente.

La notizia del recupero dell’eco-mostro foriano che dovrebbe prendere corpo prossimamente, non è certo passata inosservata sull’isola d’Ischia dove la gente comune si chiede perché le case dei poveri cristi costretti a costruirsi quattro mura abusivamente dallo Stato inadempiente, vengono abbattute senza possibilità di appello e senza pietà e poi un eco-mostro sorto in uno dei punti più belli dell’isola per ospitare la nuova Caserma dei Carabinieri viene recuperato? Per carità, l’iniziativa è senz’altro lodevole e degna di nota anche perché sull’Isola c’è carenza di edifici pubblici, ma quello che ci chiediamo stupiti è questo: perché non si recuperano, semmai anche con progetti eco-sostenibili, pure le case di necessità dei nostri concittadini?

Se per l’eco-mostro si è avuta la volontà politica di trovare una soluzione, perché non si fa lo stesso per le abitazioni da abbattere e per le quali sino ad oggi i rappresentanti politici locali, regionali e nazionali hanno solo strumentalizzato questa immane tragedia sociale nelle campagne elettorali? E pensare che negli anni scorsi Sandro Petti, Architetto di fama internazionale, propose pubblicamente un progetto di recupero delle case abusive a rischio abbattimento attraverso la piantumazione, tutt’intorno alle abitazioni, di fiori e piante che potessero quasi occultarne il cemento rendendole carine e ben inserite nell’ambiente circostante. Un progetto che la nostra classe politica e le Istituzioni dello Stato hanno vergognosamente snobbato e che probabilmente avrebbero preso in considerazione se si fosse trattato di recuperare un edificio pubblico come nel caso dell’eco-mostro di Forio.

*Direttore di PCIML-TV – www.pcimltv.blogspot.com


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