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Comune Unico: l’entusiasmo dei neofiti, le riserve di chi osserva, gli argomenti degli scettici.(2001)

di Lello Montuori-27.11.2001.

E’ singolare intervenire in un dibattito in corso, con contributi d’impegno civile da più parti pervenuti, temendo di far torto a chi sembra aderire al tuo punto di vista e di plaudire invece a chi con chiarezza s’è detto contrario. Ma tant’è. L’isola verde in cui tutti si oppongono a tutto ci ha abituati al gioco delle parti, e non me ne vorranno gli amici sottoscrittori con me dell’atto per la costituzione del Comune Unico dell’Isola d’Ischia se dirò che ostano alla causa molto più le riserve inespresse di chi s’è detto a favore che la dichiarata ostilità di chi scrive le ragioni del proprio dissenso. Il Comune Unico dell’Isola d’Ischia è un itinerario da percorrere, prima ancora che una meta da raggiungere. E’ un cambiamento della forma mentis e della scala dei valori nella percezione delle esigenze e delle prospettive della comunità isolana. Non è la panacea di tutti i mali. Del resto le patologie di cui è afflitto lo scoglio non più deserto “che diè rifugio ai pionieri audaci dell’Ellade civilizzatrice” sono tante e tali da richiedere forse un nuovo sbarco di civilizzatori, non potendosi certo risolvere nel mutamento dell’assetto amministrativo dei nostri municipi! Eppure il Comune Unico con la sua forza di suggestione e l’entusiasmo di qualche neofita rischia di trovarsi al centro dell’unico serio dibattito di politica amministrativa che attraversa la cappa fittissima del provincialismo patente di cui è afflitta l’isola verde. Non tratterò delle ragioni dichiarate del fronte del No.

Chi si oppone al Comune Unico con la forza di argomenti tanto limpidi nella forma quanto errati nei contenuti, non rappresenta un ostacolo al cammino intrapreso.Non sottoscriverà la raccolta di firme per gli adempimenti referendari.Non s’attiverà nei consessi istituzionali per la proposta di legge regionale. Non sarà mai paladino dell’unità, coltivando l’orgoglio della diversità nel ricordo di un’antica tradizione consolidatasi all’ombra di svettanti campanili. Nella testimonianza di ciò che è stato non s’annida alcun pericolo per ciò che potrà essere. I prototipi dell’oppositore non dichiarato al Comune Unico sono, invece, una gamma variegata per tipologie sociali, omogenea per orizzonti culturali. Costoro ritengono che il Comune Unico sia uno di quegli argomenti che ciclicamente riescono fuori dal cilindro di qualche intellettuale che si crede avanguardista, ma che non capisce niente di politica e che va assecondato finchè la cosa sfumi senza produrre effetto. Se poi sono prossime le elezioni amministrative in tre dei sei Comuni, ed ogni assembramento di più di tre persone in pubblico è idoneo a fare da platea, perché non salire in palcoscenico? La verità è che ognuno dei soggetti riconducibile al prototipo, nel migliore dei casi non conosce una sola buona ragione a sostegno del superamento della divisione amministrativa, nel peggiore dei casi ha molte ragioni che vi si oppongono ma che si guarda bene dal dichiarare: poiché in genere ha avuto, ha in corso o prevede di avere esperienze politiche, è terrorizzato dall’idea di dover battere casa per casa tutto il territorio dell’isola d’Ischia per chiedere i voti; poiché disprezza l’elettorato di opinione, non crede in alcun programma e conosce l’anagrafe delle famiglie come un archivio storico e la toponomastica di tutte le frazioni e le contrade delle “sue” zone come un postino d’altri tempi, gli fa orrore l’idea di muoversi fuori dagli orti che coltiva fra sorrisi deferenti e pacche sulle spalle; poiché diffida di tutti e teme quei professionisti con le schiere di “clientes” sparse nei sei Comuni dell’Isola lo terrorizza la prospettiva di un unico corpo elettorale che riunisca le turbe dei questuanti dai sei angoli dell’isola; infine poiché spesso ha alle spalle una ramificata famiglia teme un cupio dissolvi dei preziosi voti di famiglia che fino ad ora gli sono valsi o gli potrebbero valere un’elezione. Questi prototipi, cui s’aggiungono gli indifferenti non politici, gli affaristi per tendenza, i presenzialisti a prescindere, gli ambiziosi senza trampolino, rischiano d’essere i più insidiosi nemici del Comune Unico che si vuole perseguire. Agli indifferenti non politici non importa nulla della comunità isolana. Essi hanno un’idea della collettività come società per azioni. Vogliono solo aumentare il pacchetto in loro possesso. Il mezzo per farlo è neutro.Conta il risultato. Gli affaristi per tendenza sono sempre favorevoli a nuove strutture amministrative.Soprattutto se è previsto un ente sovra comunale in cui nominare city manager, direttori generali con seguito di segretarie e consulenti. I presenzialisti a prescindere, pur di avere una platea sosterrebbero con altrettanta passione le ragioni del no al Comune Unico se solo gli oppositori organizzassero un’assemblea. Nel frattempo partecipano a quella del si. Gli ambiziosi senza trampolino, vedono nel crescente dibattito intorno ai temi del Comune Unico un’occasione per farsi conoscere. In altre parole vogliono esserci. Questo gruppo trasversale è il vero ostacolo sul percorso da intraprendere: accomunati dalla mancanza di idealità, rassegnati a governare l’esistente, convinti che un cambiamento sia necessario affinché tutto resti com’è, i nuovi gattopardi contestano in cuor loro che lo stesso mare bagni i sei Comuni; non credono che la vocazione turistica dell’isola possa svolgersi solo se programmata secondo un unico disegno tendente ad un obiettivo; dissentono da un’unica politica dei trasporti e degli approdi; e i rifiuti li vorrebbero nelle cave di frazione: a ognuno i suoi! Lo sconto residente dovrebbe valere solo per chi ha il porto e soprattutto dovrebbe usare ognuno il suo! Chi non ce l’ha s’attrezzi!E le iniziative culturali e ricreative sono soddisfatte dalle sagre di paese con grandi arrosti di salcicce sapientemente organizzati in ogni contrada con relativo spettacolo di fuochi pirotecnici, sempre all’ombra di uno svettante campanile, chè se dove ci fosse una chiesa, non dico una parrocchia, ma una semplice cappella, ci fosse pure un municipio questi sarebbero contenti! E i Comuni dell’Isola dovrebbero essere venti e fors’anche di più! Uno per ogni Santo di quartiere! A noi non resta che star vigili, e stanare l’avversario: il tempo per adesso ci è amico! Il Direttore di questo quotidiano vorrà inserire nel promemoria per i sindaci in carica l’agenda degli adempimenti per il Comune Unico.Per aspera ad astra!

Lello Montuori (pubblicato sul Golfo il 27.11.01, sul sito il 28.11.01)


1 Commento, Commenta o fai un Ping

  1. Vincenzo De Costanzo - Data: 17/2/2011 22:10:35 - IP: 87.19.143.xxx

    Superlativo nello stile,diretto nella sostanza

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