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Dal “Divina” a piazza San Girolamo, l’estate super di Romolo Bianco

Venerdì a Sant’Angelo, sabato a Ischia: “Napolide” e “Concerto a due voci” con Peppe Lanzetta

Un’estate di musica e parole, suggestioni e voce. Romolo Bianco parte dal suo “iodipiù”, il primo romanzo pubblicato da Tullio Pironti Editore, ma non dimentica le origini esaltando il suo talento.
E rinvigorendo il suo forte rapporto, viscerale, con l’isola d’Ischia. E’ qui, nella cornice del “Divina”, l’accorsato locale di Sant’Angelo, che – dopo il successo di quindici giorni fa – riproporrà venerdì 29 luglio lo spettacolo “Napolide”, recital napoletano d’autore, con la partecipazione dell’attrice ischitana Milena Cassano. Prosa e narrativa contemporanea si fondono con la storia della musica napoletana in un viaggio molto suggestivo che accompagna il pubblico in un percorso quasi “magico” fatto di musicalità poetiche, in una cornice unica come quella della baia di Sant’Angelo. L’appuntamento è per le 21 (info e prenotazioni 339 2653328, giu.divina@hotmail.it).
Il 30 luglio, invece, il palcoscenico è nella centralissima piazza San Girolamo, a Ischia, dove Bianco ritrova Peppe Lanzetta, di cui è da sempre un dichiarato pupillo. I due si esibiranno nel “Concerto a due voci” (ore 21, accesso libero).
Romolo Bianco che sembra diventare la voce, il volto e l’anima giovane della poetica lanzettiana. E quello di Ischia può essere considerato il debutto nazionale di uno spettacolo molto suggestivo, un recital dalle tinte particolari che alterna la narrativa contemporanea alla musica della Napoli storica, la poesia metropolitana ad una prosa dolce e ruvida allo stesso tempo. Durante lo spettacolo sarà letto un omaggio che il drammaturgo napoletano ha dedicato all’isola d’Ischia, un “affresco” di scrittura inedito che il “controverso” autore partenopeo ha voluto inserire nella rappresentazione.
Lo spettacolo, che debutterà in anteprima a Ischia, toccherà l’8 agosto Salerno, per l’apertura del Teatro dei Barbuti (regia di Pasquale de Cristofaro, con Peppe Lanzetta, Antonello De Rosa, e Rosalba di Girolamo), e il primo settembre il Maschio Angioino di Napoli.
E intanto continua anche il viaggio suggestivo di “iodipiù”, il libro con il quale Romolo Bianco esplora una Napoli lontana dai cliché, oltre Gomorra, raccontando il malinconico malessere di una quotidianità silenziosa, che guarda il mondo dal buco della serratura o, per dirla con Peppe Lanzetta, autore della prefazione, “un fiume disperato eppure vitale, un fiume di tenerezze mai riposte, di amori contrastati, di trasgressioni all’amatriciana, di polpette da ingurgitare aspettando un sonno salvifico eppure assassino”.Nella periferia orientale di Napoli, prende forma l’esistenza di una famiglia piccolo borghese, una come tante. Don Mario, che vende tappeti al mercato: si alza che fuori è notte e all’alba è già in giro, polvere e sudore, mille pensieri e altrettanti caffè. Marito e padre assente, tutto silenzio e rughe, che incrocerà gli occhi di Berta, trans della Ferrovia. Una figura non spettacolarizzata, lontana dalla caricaturizzazione imperante: un ragazzo che ha paura di amare. Il loro è un incontro casuale ma non banale, di quelli in grado di modificare il corso delle cose. Anche nell’immobilismo del dietro le quinte della vita. Don Mario a casa però ha Lucia che lo aspetta; l’ha messa incinta che era una studentessa, quella ragazza che sognava l’aristocrazia napoletana, e che poi un giorno si è risvegliata che viveva a Casoria e aveva due figlie già grandi. Marta, l’orgoglio di mammà, è una brillante laureanda in Medicina; Anna, invece, la scuola l’ha lasciata anzitempo, e adesso sogna solo di sposare il suo Lino, uno senza arte né parte, null’altro da offrire se non il suo cuore e il suo amore.
Anna piange spesso, tra pile di piatti da lavare e fornelli da sgrassare, quindi stira, mette in ordine e rassetta, in un giorno che è sempre uguale. Fino a quando una scoperta non arriverà a capovolgere un mondo fatto di colori sbiaditi – grigio a perdita d’occhio, grigio senza soluzione di continuità – e odori tristi – quello acre degli pneumatici che ardono ai margini delle statali, accanto al puzzo di piscio dei vicoli. A far da sfondo la calura insopportabile di certe estati a Napoli, il sapore metallico di notti lunghissime in cui tutto può accadere, e inconsapevoli burattini dal destino già segnato, cui non è concesso un altro giro di giostra.
Parole e musica, suggestioni e letture, spettacoli e cultura: è la lunga estate di Romolo Bianco, protagonista sul palcoscenico e non solo.
Libro iodipiu


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