Danni per circa 30 miliardi di euro. Occhio alle centrali geoetermolelettriche ad Agnano Pisciarelli (Pozzuoli) e a Ischia.

di Franco Ortolani. Recenti articoli sottolineano l’impatto dell’estrazione di metano sugli edifici nell’Olanda nordorientale dove si trova uno dei più grandi giacimenti di metano, quello di Groningen. Il danno stimato è enorme e le compagnie petrolifere che lo hanno causato hanno iniziato a stanziare 1,2 miliardi di euro (http://www.reuters.com/ article/2015/04/20/ netherlands-gas-earthquakes -idUSL5N0XH2F720150420).
Nell’immagine allegata, tratta dal lavoro di Koster e Van Ommeren del Timbergen Institute si vede molto bene la consistenza del fenomeno di subsidenza, con un abbassamento della superficie del suolo di ben 26 centimetri nell’area di maggiore sfruttamento (Loppersum) e le relazioni con la sismicità. Gli eventi sismici hanno epicentro superficiale e pur essendo di non elevata magnitudo causano danni ai manufatti.
Nel loro lavoro “Natural Gas Extraction, Earthquakes and House Prices” (2015) i due ricercatori concludono che “Questi terremoti indotti hanno effetti negativi sull’ambiente costruito sotto forma di costi monetari (come i danni” e costi non-monetari (come la riduzione del comfort, rischi di danni alla salute)“.
Esiste, cioè, anche un impatto sulla vita quotidiana delle persone sottoposte a continui tremori del terreno. In Olanda vige una legge che costringe i petrolieri a farsi carico dei danni causati con le loro attività. Una legge simile deve essere messa a punto ed emanata al più presto anche in Italia dove le attività nel sottosuolo godono di scarsa e seria considerazione da parte dei rappresentanti delle Istituzioni che sono molto impegnati, la maggioranza di loro, a favorire attività anche in aree densamente abitate come ad esempio ad Ischia e Nei Campi Flegrei dove sono in valutazione due centrali geotermolettriche in territori sismici naturalmente e già naturalmente interessati da movimenti verticali del suolo. Queste centrali prevedono la reiniezione dei fluidi estratti da due pozzi in un solo pozzo di smaltimento nel sottosuolo tramite una elevata pressione. Ciò avverrebbe in un sottosuolo sicuramente interessato da discontinuità geomeccaniche laterali e verticali di cui non si conosce adeguatamente l’assetto strutturale tridimensionale. Le reiniezioni, secondo gli autori dello studio di impatto ambientale, potrebbero causare eventi sismici di magnitudo massima 2,4 a piccola profondità (tra 1 e 2 chilometri). Ciò viene spensieratamente dichiarato senza alcuna base scientifica per cui la magnitudo potrebbe anche essere maggiore ed il numero di eventi sismici imprecisato e imprevedibilei. L’unico aspetto scientifico che emerge con sicurezza è che ci sarà una sismicità indotta. Ne consegue che le due centrali causeranno perturbazioni che attualmente non esistono nel sottosuolo ed in superficie, in aree densamente abitate e caratterizzate da una economia essenzialmente turistica e termale come ad Ischia.
Nessuna cauzione è obbligatoria, nessuna legge obbliga gli eventuali autori di danni ambientali e coloro che li hanno autorizzati ad assumersi tutte le responsabilità.
E’ evidente che questo stato delle cose impone un immediato intervento da parte dei responsabili istituzionali locali e nazionali: è incompatibile la realizzazione delle centrali sperimentali con il contesto geoambientale, economico ed urbanistico di Ischia e dei Campi Flegrei. I permessi di ricerca geotermica per la realizzazione di centrali geotermoelettriche sperimentali devono essere revocati.
Subito!