Seconda (e diosolosa quantomi piacerebbe che fosse l´ultima) lettera aperta a (l´invidiosissimo e livido) Gaetano Di Meglio.
E’ sempre triste assistere al declino di un collega con il quale si è condiviso un percorso, per quanto breve: capita con Gaetano Di Meglio, con il quale, da tempo, i miei rapporti sia professionali che umani si sono tristemente interrotti. Ciò non di meno, per il mio insopprimibile istinto di “educatore”, ho cercato, fino a pochi giorni fa, di consigliare Gaetano affinché – nel solco degli insegnamenti di Croce – si adoperasse per essere grave (e, si badi bene, non greve!). Ma, come insegnano i proverbi, “a lavare la testa al ciuccio si butta il tempo ed il sapone”!… Con Gaetano cercare di ragionare è davvero fatica sprecata! A tal proposito, prima di procedere nelle mie riflessioni desidero soffermarmi sulle parole di un esperto e navigato collega (del quale per amor di pace tacerò il nome) che invitato dalla mia redazione a ricordare la figura del fondatore de Il Golfo, Domenico Di Meglio, ha cortesemente rifiutato sottolineando che per parlare di Domenico avrebbe inevitabilmente finito col parlare del di lui figlio, – Gaetano, appunto – e non desiderando essere offensivo preferiva avvalersi del silenzio (non prima, però, di averci posto una ferale domanda: “Se Domenico in tanti anni non ha mai lasciato che il figlio trattasse temi importanti sul suo quotidiano ci sarà stato un perché?”). Già, perché Gaetano, che tanto si affatica a stilare improbabili pagelle assegnando meriti e demeriti a destra e a manca, dimentica che per salire in cattedra bisogna pur avere qualche titolo! E Gaetano, poverino, titoli proprio non ne possiede. Non mi dilungherò sul suo “profilo culturale”, anche perché, se pure volessi, non saprei proprio cosa poter dire; e neppure spenderò troppe parole per giudicare l’attendibilità delle “notizie” che, secondo uno pseudomodello giornalistico mooolto personale, il giovane Di Meglio si affatica a pubblicare sul suo ineffabile TG/blog; piuttosto desidero soffermarmi sulla sua insipienza quale giornalista (o sedicente tale) e sulla sua volgarità.

Ricordo, con tristezza, che Gaetano è stato capace di farsi estromettere dalla Redazione fondata dal padre e, per quanto mi fu detto, in parte di proprietà della sua stessa famiglia! Credo sia il massimo della incapacità, sia professionale che umana: i fatti, d’altra parte, si commentano da soli… Oggi Gaetano, esule dal potente e diffusissimo quotidiano locale, cerca di ricollocarsi in ambito giornalistico attraverso un livido sito web dal quale vomita, senza purtroppo alcun preavviso che ci possa permettere di scansare la sua bile, i succhi gastrici che produce con grande abbondanza. Il suo è un miserabile tentativo di darsi visibilità aggredendo alla gola i malcapitati di turno. Egli segue la vecchia regola del “sangue nell’arena: più ce n’è più il pubblico applaude”. Regola che in sé, per quanto cinica, non è affatto sbagliata. Purtroppo Gaetano sull’arena non sparge sangue ma putridi escrementi, e questo rende le cose assai diverse! Egli non sa essere drammatico, ma isterico, non grave ma greve, non ficcante ma allusivo, non riflessivo ma gastrico (nel senso che scrivendo non usa la testa ma la pancia). La sua prosa è pecoreccia, i suoi ragionamenti sono deliri, i suoi attacchi sono semplici insulti. E tutto questo perché? Perché Gaetano, persona frustrata, perdente e profondamente immatura, è terribilmente invidioso di tutto ciò che gli altri, a differenza sua, costruiscono nel tentativo di migliorare la vita della comunità. Gaetano si dimostra, purtroppo, quale personcina piccina piccina, incapace di superare conflitti freudiani nel misurarsi (e perdere regolarmente il confronto) con una figura genitoriale di debordante personalità (ma anche capacità).

Insomma, un tempo si sarebbe detto di lui che è un fallito! E, senza troppi giri di parole, difficilmente si potrebbe smentire una simile sentenza.

Dopo aver cercato di affossare Il Golfo, il nostro, s’è buttato a capofitto in una sbilenca operazione a mezzo web, sbandierando in un primo momento, la nobile (?!…) intenzione di non rendere visibile ai motori di ricerca la propria personalissima “mise en place della biancheria intima sporca”, ma tant’è… i suoi “buoni propositi” sono naufragati nel giro di una manciata di settimane e il risoluto flagellatore ha prontamente riveduto i suoi propositi rendendo immediatamente visibile ai motori di ricerca le sue orrende pagine web. Non pago di tanta vendetta, s’è lanciato a perdifiato in un curioso tormentone, che nelle intenzioni dell’autore dovrebbe essere urticante, rivolto contro di me! Oh, Gaetano, Gaetano… quando imparerai a fare il bravo ragazzo educato? Sai bene che ti sono superiore sia per senso etico, che per cultura, che per serietà sul lavoro, che per efficienza e bellezza dei prodotti giornalistici che confeziono. Soprattutto, conoscendomi, sai bene che sono una persona irreprensibilmente onesta e che non mi lascerei corrompere da nulla e da nessuno, quindi dovresti sapere più che bene che ogni miserrimo tentativo di ledere la mia dignità si infrangerà davanti al muro invalicabile della mia integerrimità. Dunque, piccolo e sciocco giovincello, insisti pure ad insinuare maldicenze, tanto: chi semina vento raccoglie tempesta e, mentre io navigo in acque tranquille, ti danni ad affrontare l’uragano che tu stesso hai scatenato. Contento tu!…