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“Mio padre era comunista”. Al Torrione di Forio l’ultimo libro di Luca Martini

di Luigi Castaldi. Continua la stagione del libro al Torrione di Forio, questa volta con la presentazione di un appassionato e poliedrico scrittore, che ti avvince fin dall’immagine di copertina. Una falce e martello con segni di rottura, su sfondo rosso, che è sintesi ed emblema di tutto il racconto. Luca Martini, grande narratore che ci accompagna e ci prende per mano in questo viaggio tra i meandri più profondi dell’animo di Virginio, ci consegna un romanzo che è un tuffo negli anni Settanta, stagione di lotte e di conquiste, ma anche di morte e di sconfitte. I protagonisti: Virginio e il padre Armando, comunista dai valori ingombranti con cui è difficile fare i conti.
Virginio, alle soglie dei 50 anni è un ricco imprenditore di successo, abituato al comando e all’arroganza, a comparare tutto e tutti col denaro e il potere. Ma è anche un uomo con un una vita sentimentale in frantumi, forse è la fine del grande amore con la compagna Sandra, quando quel loro viversi insieme sembra ormai essere diventato una natura morta e in decomposizione. È un amante, con cui il sesso, l’unica cosa che li lega, si è fatta consuetudine rassegnata e vuota e, probabilmente, lo è sempre stata. Poi, un giorno, all’improvviso, la vista di una vecchia automobile lo rimbalza prepotentemente in un passato che non può più evitare, la propria infanzia e la figura ingombrante del padre con cui deve fare i conti. Un comunista della prima ora, “duro e puro”, che crede ciecamente “nei diritti e nei doveri e nel sogno di libertà del proletariato”. La sua non è solo una bandiera da portare per le strade, nei comizi di partito e nelle manifestazioni sindacali, ma è qualcosa che sente nel profondo, un insieme di valori che devono farsi vita vissuta ed essere trasmessi. “Quando penso a mio padre, le prime cose che mi tornano alla mente sono i suoi divieti”, ci dice il protagonista, raccontando quell’educazione che gli è stata impartita e del clima che si respirava in casa. Il Natale non era ammesso, considerato una “fiera del capitalismo”, i fumetti non si potevano leggere, l’unica “bibbia” che doveva indicare la via e che si doveva imparare a memoria era Il Capitale e anche il cinema era bandito, salvo rarissime eccezioni, poiché “ideato dai nemici del popolo per addolcire la classe operaia e allontanarla dal pensiero della lotta di classe”. D’altra parte, bisognava seguire i rituali sacri imposti dal capofamiglia: la Festa dei Lavoratori, i ritmi della fabbrica, le iniziative di Sezione e le marce sindacali. Poi, il suicidio di Armando irrompe nella vita di famiglia. Un gesto rimasto senza un perché, fino a quando, dopo tanti anni, Virginio riuscirà a capirne le cause, ma soprattutto incontrerà un Armando diverso da quello che aveva conosciuto, non più il Comunista mitizzato, lontano e odiato, ma un uomo, pieno di dubbi e grandi fragilità e anche di segreti sconcertanti. E che riconosce così simile a sé stesso, più di quanto avrebbe mai creduto o immaginato. Il libro è una storia bellissima di caduta e di rinascita, ma soprattutto di comprensione, perdono e riconoscenza; dove dopo tutto il buio, il male e la sofferenza si fa strada la speranza.
L’Associazione Culturale Radici, conscia del piacere / dovere di diffondere ogni anelito volto alla liberà di pensiero, accoglie con entusiasmo l’ultima fatica di Luca Martini ed invita i gentili ospiti dell’isola e i volenterosi residenti a partecipare all’evento sulla terrazza del Museo Civico Giovanni Maltese lunedì 29 luglio alle ore 21:00.


1 Commento, Commenta o fai un Ping

  1. Gianni Parisi - Data: 28/7/2019 16:29:40 - IP: 151.18.117.xxx

    Anche mio padre era comunista. Sindacalista della CGIL in una grande fabbrica, la lotta di classe, negli anni 60, lo portò al licenziamento, ma non scalfì la sua fede. Emigrammo a Torino, dividendo ideali e affetti. Me ne uscimmo vincitori. Lui non cambiò, mai. La nostra fede la lasciammo per strada con la crisi della politica e dei valori sociali. Una vita degna di essere vissuta. Tante volte o pensato di scrivere un racconto autobiografico, finora ancora irrealizzato.

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