Milano: sindrome cinese
Di Paolo De Gregorio. Le primarie per designare il candidato sindaco del PD a Milano ci offre l’inverecondo spettacolo di gente con gli occhi a mandorla che vanno a votare mister Expo, Sala, senza nemmeno conoscerne la faccia e tanto meno il suo programma politico, visto che tra l’altro conoscono poche parole in italiano.
Mi spiace essere secco e duro, ma la democrazia, soprattutto nei suoi meccanismi che portano le persone al potere politico, deve avere delle regole severe e valide per tutti coloro che si presentano alle elezioni, e una di queste è quella che siano solo gli iscritti al proprio partito coloro che hanno il potere di votare alle primarie, quale premio alla loro militanza e al loro attivismo volontario, evitando di farci assistere a squallide compravendite di voti espressi da extracomunitari pagati ed estranei alla politica attiva e partecipata.
L’unica organizzazione politica che pratica il metodo di far votare per le primarie solo gli iscritti (on-line) senza costi e senza pagare gli elettori, è il M5Stelle, da cui sarebbe molto utile imparare la lezione, visto che la politica dei partiti marci, tipo il PD, assomiglia ai metodi di Lauro a Napoli, e ormai la sigla PD significa solo Partito Democristiano, i cui eredi sono ormai maggioranza, hanno cacciato la sinistra, e si apprestano a diventare PN, Partito della Nazione, con rilevanti pezzi della destra berlusconiana.
Un’altra regola assolutamente necessaria, per fermare la compravendita dei parlamentari che passano da un partito all’altro (iniziata dallo statista Berlusconi con Razzi e Scilipoti), continuata massicciamente fino ai giorni nostri, è quella di inserire solennemente in Costituzione  che il “vincolo di mandato†è effettivo e non riguarda la libertà del singolo parlamentare, ma deve essere riconosciuta prevalente la volontà dell’elettore e quindi del popolo, che resta sovrano solo e nella misura in cui la sua volontà espressa col voto sia mantenuta. Chi vuole passare ad un altro partito non può farlo, può solo dimettersi e far subentrare il primo dei non eletti del proprio partito.
Questo dovrebbe essere l’alfabeto elementare della democrazia e della volontà popolare, che il marciume dei partiti tiene nascosto e genera il marciume delle compravendite, che hanno fatto del Parlamento un mercato di bassa macelleria.
Per fare un po’ di pulizia sarebbe altresì necessario che fosse rispettata la volontà popolare espressa nel referendum del 1993 sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che fosse abolita qualunque sovvenzione pubblica ai giornali e fosse abolito l’8 per mille alla Chiesa che è entrata a gamba tesa nella questione politica delle “unioni civiliâ€, questione non religiosa, che pone problemi laici di diritti civili.
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