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Ischia, Casalauro: piantato un carrubo al posto del leccio

Via Antonio De Luca ha il suo nuovo simbolo arboreo.

di Gennaro Savio. Il leccio secolare di Casalauro rimosso nei mesi scorsi a seguito di una perizia statica che purtroppo ne aveva decretato la pericolosità per la pubblica incolumità, è stato sostituito in questi giorni da un nuovo albero. Si tratta di un esemplare di carrubo, una pianta che in età adulta diventa di medio fusto formando nel tempo un’ampia chioma verdeggiante e secondo gli esperti senza creare dissesto stradale col crescere delle radici.

L’albero acquistato dai cittadini e donato al Comune di Ischia assieme ad altri quattro esemplari già piantati nella pineta Mirtina e lungo alcune strade principali del Comune ischitano, è stato piantumato dai dipendenti di Ischia Ambiente che hanno anche provveduto ad imbrigliarlo a dovere, onde evitare che potesse essere danneggiato dal vento. Il carrubo, destinato a diventare il nuovo simbolo arborio della zona, è stato piantato a pochi centimetri di distanza da dove era presente il leccio che per quasi un secolo aveva visto transitare per Via Antonio De  Luca tante generazioni di ischitani.

Molto soddisfatto per la presenza del nuovo albero a Casalauro si è detto Ennio Anastasio che assieme a Michele Califano e a tanti altri cittadini è stato il promotore della richiesta di verifica statica del pericoloso leccio e dell’acquisto, grazie a una colletta popolare, dei cinque alberi donati al Comune. “Noi oggi – ha dichiarato Ennio Anastasio – abbiamo un nuovo albero in Via Antonio De  Luca, per volontà di tanti cittadini che hanno aderito all’iniziativa. Siamo stati anche un po’ considerati come dei nemici degli alberi, anche la vostra rete televisiva in particolare che ha seguito da vicino questa vicenda che ha avuto una escalation notevole sull’isola di Ischia  sulla stampa e sulle reti televisive. Di questa vicenda, del leccio di Casalauro, si sono volute delineare delle figure di vincitori e di vinti, di cavalieri del bene e artefici del male, e questo non da parte nostra. Oggi possiamo ben dire che persone come la signora Cristina Ongi che è morta sotto lo schianto di un pino in Viale Falcone a Napoli, il signor Gianni Daniele, il primo dicembre del 2013 falciato da un pino mentre percorreva la statale Colombo e per dire un altro nome il signor Domenico Conte ad Arco Felice che moriva sotto lo schianto di un albero mentre aspettava in auto sua moglie, se fossero stati fatti i dovuti controlli che noi abbiamo chiesto qui a Ischia, oggi queste persone potrebbero essere ancora tra. Quando un albero ha esaurito il proprio fattore naturale di sicurezza e quando ciò si evince anche dagli opportuni accertamenti, non vi è altro rimedio che l’abbattimento a cui bisogna rispondere con la piantumazione di nuovo verde pubblico. E grazie all’impegno di tutti, a Ischia al posto del leccio sono stati piantumati ben cinque nuovi alberi.  E di questo voglio ringraziare, e lo faccio veramente con orgoglio, tutte le persone che hanno voluto aderire  anche in termini economici a questa iniziativa del verde pubblico, in particolar modo ringrazio i tantissimi giovani studenti che anche con solo tre euro si sono resi partecipi di questa iniziativa che è lodevole, studenti a cui lasciamo la responsabilità del futuro, come ho già detto, avendo bene la consapevolezza che noi persone adulte dobbiamo esserne da esempio. Noi così come le istituzioni”.

Sin qui le parole di Ennio Anastasio. Personalmente sono orgoglioso di aver dato come giornalista il mio modestissimo contributo alla battaglia di civiltà sociale portata avanti dai residenti di Casalauro, battaglia che da un lato è servita a far mettere in sicurezza la zona e dunque a garantire la tutela della pubblica incolumità con la rimozione del leccio, mentre dall’altro lato ha dato la possibilità, grazie ai cittadini, di piantare cinque nuovi alberi nel Comune di Ischia e questo penso sia stata anche la risposta migliore data a certi ambientalisti cosiddetti della domenica che quasi quasi ci avevano definiti dei nemici del verde pubblico con un bla, bla, bla del tutto strumentale e immotivato. Anche perché i residenti di Casalauro si erano limitati a chiedere solo la perizia statica del leccio paurosamente incrinato e a cui erano state recise le radici negli anni scorsi durante i lavori che hanno interessato la strada e non la sua rimozione, e se c’è stato bisogno di abbatterlo è solo perché la perizia statica ne aveva decretato l’elevata pericolosità.



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