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Geotermia a Ischia: “sostiene Ortolani”

Incontro sulla geotermia col prof. Franco Ortolani e il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo

di Emanuele Verde. Dopo averne scritto diffusamente (tutta la stampa locale), e aver ospitato diversi interventi sul tema, fa sempre un certo effetto partecipare a un’assemblea indetta perchè la gente non è sufficientemente informata! Beninteso nessuna polemica, al più una punta di amarezza, che però va subito via davanti alla constatazione che su una questione tanto importante come la geotermia vale certamente il detto “melius abundare quam deficere“. E così ieri ho partecipato all’incontro col Prof. Franco Ortolani e il Dott. Giuseppe Mastrolorenzo organizzato dalla Pro Loco di Panza e le altre associazioni del circuito di “Andar per sentieri”.

La posizione dei due studiosi è nota. Entrambi sono fortemente contrari alla realizzazione dell’Impianto Pilota Geotermico denominato “Serrara Fontana” ora al vaglio del Ministero dell’Ambiente. Specie Ortolani che, dopo l’introduzione del padrone di casa Leonardo Polito, ha aperto i lavori ribadendo “de visu” quanto già affermato in diversi scritti pubblicati negli ultimi anni.

Il progetto pilota – ha esordito Ortolani – consta di due parti: i due pozzi di estrazione e quello di reiniezione. La fase della reiniezione è presa troppo sottogamba, dal momento che avverrebbe in un sottosuolo profondamente fratturato“.

Il pericolo, in altri termini, è quello della “sismicità indotta” con scosse che se anche di magnitudo debole avverrebbero a poca profondità col rischio di esser percepite chiaramente dalla popolazione locale.

Esiste il precedente del Monte Amiata – ha aggiunto il professore – e la circostanza dovrebbe allarmare considerato che l’orografia del massiccio montuoso toscano è assai più semplice di quella di Ischia“.

Insomma, la risorsa geotermica c’è, quello che manca, secondo Ortolani:

è un’adeguata conoscenza del sottosuolo senza la quale è meglio desistere dal progetto tanto più che, diversamente dall’Olanda, in Italia non esiste alcuna legge che imponga allo Stato di farsi carico dei costi derivanti da eventuali danni.

Sulla stessa linea il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo che, subito, in apertura di intervento, è stato fortemente polemico nei confronti del Dott. Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano (di cui fa parte lo stesso Mastrolorenzo) e responsabile, in ragione della funzione svolta, della relazione dell’INGV allegata alla documentazione ora al vaglio ministeriale. Una critica, questa sull’inopportunità che un ente di ricerca fornisca consulenza (peraltro ben retribuita) a un progetto commerciale, che sovente ritorna in ambito scientifico, anche tra chi non condivide gli allarmismi sull’impianto geotermoelettrico.

Sono antagonista di questi progetti – ha esordito Mastrolorenzo – dopo quello di Bagnoli del 2012, quando si voleva dare il là a una trivellazione di ben 3500 metri (realizzata per soli 500 metri-ndr-) a soli 30 metri dalla centralissima via Diocleziano.”

Perciò in un’area non solo densamente abitata, ma anche molto più pericolosa di quella vesuviana.

A Bagnoli, anche soltanto la fuoriuscita di gas – ha infatti aggiunto Mastrolorenzo – sarebbe stata terribile considerato il numero di abitanti in zona“.

Mastrolorenzo ha poi continuato con una ricca disamina di diversi casi in cui le perforazioni del sottosuolo hanno provocato disastri ambientali. Come a Giava, in Indonesia, dove nel 2006 una fuoriuscita di fango bollente da un sito per la ricerca di gas naturale ha messo in pericolo circa 3000 famiglie. O come alle Azorre dove, nel 2012, una trivellazione ha provocato un’esplosione del pozzo e l’apertura di diverse fratture che hanno devastato l’area per centinaia di metri.

Perciò – ha aggiunto Mastrolorenzo – i due nuovi progetti di Scarfoglio, a Pozzuoli, e quello di Serrara Fontana, sull’isola d’Ischia, sono assolutamente da scongiurare. Ischia, inoltre, ha il più alto combinato disposto tra rischio sismico, vulcanico e idrogeologico.

A dire, senza mezzi termini, che quand’anche non vi fossero fenomeni simici non è da escludere l’innesco di fenomeni franosi.

Ischia – ha concluso Mastrolorenzo – è un’area di immenso valore naturalistico, archeologico e turistico, e non dovrebbe esser toccata. Quando ci sono in gioco vite umane il calcolo costi-benefici non ha ragion d’essere.

Queste, in sintesi, le posizioni dei due studiosi. Posizioni che stamattina hanno ribadito in audizione presso il comune di Forio. Circostanza, questa, che ha innescato una polemica per via del mancato coinvolgimento delle opposizioni che in tempi non sospetti avevano – a mio parere più correttamente – chiesto la convocazione di un consiglio comunale ad hoc.

Continuano a mancare, o meglio a essere molto flebili, le ragioni del sì, finendo inevitabilmente con alimentare il sospetto che la geotermia sia in realtà solo un business milionario e non anche -soprattutto- una necessità storica. Un approccio sbagliato che speriamo di riuscire a colmare al più presto con i nostri limitati mezzi. Magari partecipando a un’altra assemblea indetta per sopperire alla mancanza di informazione. Sic!

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10 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. Massimiliano Iacono - Data: 11/7/2015 12:37:17 - IP: 66.249.93.xxx

    Un titolo più giusto sarebbe potuto essere: Geotermia con reiniezione di fluidi: “sostiene la comunità scientifica”

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  2. Emanuele Verde - Data: 11/7/2015 12:54:17 - IP: 87.1.17.xxx

    Non sono d’accordo. Due autorevoli esperti, di cui uno, Ortolani, in pensione da tempo, non fanno la “comunità scientifica”. Aggiungo, come è noto, che nella documentazione al vaglio del Ministero dell’Ambiente c’è una relazione dell’INGV. Quella non è comunità scientifica?

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  3. norman - Data: 11/7/2015 15:39:03 - IP: 87.6.151.xxx

    Il ragionamento deve partire secondo me da un’idea della scienza meno deterministica e predittiva.
    La scienza utilizza modelli mentali e solo dopo lunghe sperimentazioni, errori, dubbi, si puo’ affermare con una certa sicurezza che il modello mentale corrisponde alla realta’.
    Per il poco che ne so, ad oggi il sottosuolo di Ischia non e’ affatto conosciuto nel dettaglio; non c’e’ nessuna radiografia di quello che c’e’ sotto i nostri piedi, solo, appunto, modelli mentali.
    Se si legge con attenzione il progetto della Ischia Geotermia si vede che ci sono dati che derivano da perforazioni vecchie messi insieme come un collage per dare una apparente coerenza al modello.
    Ma scambiare un modello con la realtà’ di fatto e’ una specie di trucco.

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  4. Davide Iacono - Data: 11/7/2015 17:31:31 - IP: 79.13.145.xxx

    Opinione dell evento:
    “Come deterrente a creare “panico”, esempi di centrali geotermiche degli anni 20, ed esempi catastrofici del sud est asiatico e giappone( dove li i terremoti sono tt altra storia ed hanno vulcani attivi che noi europei ci “divertiamo a guardarli inj foto), addirittura il vajont, e iniezioni di metano fatte in olanda( noi non iniettiamo metano!!!!)……….un polverone che viene alimentato per le fonti rinnovabili!!!!, mentre invece per il circuito elettrico ad anello di TERNA nel golfo di napoli, e la metanizzazione, nessuno ha fiatato , ed abbiamo avuto enormi danni ambientali e aumentato di tanto la “non sicurezza”………….Personalmente ero gia pro, piccole riserve sciolte mesi fa, oggi sono ancora piu PRO, all evento c era anche Bartolomeo, che non è intervenuto, ma ha preso appunti su alcuni aspetti che con calma e tempo studierà e scioglierà in modo semplice a tutti noi. Ischia Forum ce, vi erano circa 35 persone( associazioni varie), poi piu nessuno, un evento calato un po “ombroso”( nessuna fazione politica presente, nessuna!!!!!!
    Ps: naturalmente qst solo per quanto riguarda il progetto ischia e non aggiungo commenti su ql dello scarfoglio, che veniva usato sempre come deterrente, ma che personalmente e da esperti è tt altra storia.”

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  5. Bartolomeo Garofalo - Data: 11/7/2015 20:04:16 - IP: 95.246.150.xxx

    Rispondo a Norman, in quanto mi sento chiamato direttamente in causa avendo un breve trascorso come ricercatore nel campo delle Scienze della Terra. Non si capisce bene cosa siano questi “modelli mentali” di cui parla. Nel campo della geologia strutturale, come nella vulcanologia o nella sismologia, un modello parte prima di tutto da un’approfondita analisi bibliografica. Successivamente lo studioso o il gruppo di studiosi elabora un modello che deve necessariamente essere confermato da dati oggettivi. In questo caso i dati oggettivi vengono da misure di parametri fisici, come la temperatura, le indagini aeromagnetiche e gravimetriche, la sismologia. L’isola d’Ischia è stata rivoltata come un calzino, tant’è vero che la stragrande maggioranza dei geofisici di tutto il mondo è concorde sul modello di sollevamento, sulla successione degli eventi vulcanici, sulla ricostruzione dell’evoluzione strutturale dell’isola nonchè sulla sua vulcanologia. E’ ovvio che nonostante questo si continua a studiare l’isola per arrivare a delineare sempre meglio il quadro della situazione. Negli anni ’90 al Vesuvio fu condotta una formidabile indagine di tomografia sismica che permise di sciogliere alcuni nodi, chissà che non si possa fare qualcosa del genere anche per Ischia? L’Osservatorio Vesuviano monitora l’attività sismica, fa prelievi di campioni delle fumarole, misura il sollevamento e l’abbassamento relativo del suolo. La raccolta di questa immensa quantità di dati ha consentito finora di confermare i modelli fisici più accreditati. Perchè mai i dati acquisiti con le vecchie perforazioni dovrebbero essere privi di validità? E perchè mai il metodo scientifico, frutto di una tradizione più che centenaria nell’ambito della scuola di geofisica e vulcanologia napoletana, dovrebbe essere privo di fondamento? Per avere un’opinione basta solo avere voglia di informarsi ascoltando più di un parere. Se poi qualcuno ha un’avversione verso le energie rinnovabili e verso la geotermia in particolare, è accettabilissimo. Il dialogo è una prerogativa umana. Ma il presupposto fondamentale per una dialettica costruttiva, è la conoscenza dei fatti. Se si ascolta un parere e ci si convince di sapere tutto ciò che è necessario, personalmente abbandono la discussione.

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  6. Cacciatore a vita - Data: 11/7/2015 20:10:52 - IP: 79.42.6.xxx

    Sig. Davide, le faccio notare che gli isolani, magari lei compreso, sono gia’ letteralmente oppressi da una marea di problematiche generate negli anni da politici incapaci e incompetenti che, proprio come in merito al “progetto”, sono del tutto assenti. Bastarebbe una piccola vibrazione, magari con uno di quei sassolini giganti sospesi alle pendici dell’epomeo per distruggere definitivamente la gia’ disastrata economia isolana…le faccio notare anche che lo stato non sarebbe tenuto a pagare nessun danno. L’associazione nazionale di cui faccio parte e’ fermamente determinata a far porre una interrogazione parlamentare al fine scongiurare quella che a tutt’oggi si potrebbe definire come un’assurda demenziale follia.

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  7. lello - Data: 12/7/2015 06:16:44 - IP: 79.24.225.xxx

    CUI PRODEST? A chi giovano queste trivellazioni? Anche se c’è un dubbio dell’ 1 per mille, perchè una comunità come Ischia dovrebbe prenderseli?

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  8. Bartolomeo Garofalo - Data: 12/7/2015 06:48:58 - IP: 66.249.93.xxx

    La follia sarebbe perdere un’occasione per fare una volta tanto qualcosa di buono per questa sciagurata isola. Negli anni 70 furono fatte trivellazioni ben più imponenti di queste e nessun accademico scese in piazza. Io ero appena nato, ma qualcun altro c’era eccome. Al di là delle catastrofi annunciate e ben poco probabili, non impossibili si badi, sarebbe ora che ci si svegliasse da questo torpore mediatico e che cominciassimo tutti a farci qualche domanda sui protagonisti di questa vicenda. Sul pagamento dei danni non viene detto, per esempio, che bisogna avere un’assicurazione e che nessuna compagnia italiana è disposta a farne mentre in Svizzera sono di routine. Le interrogazioni parlamentari lasciano il tempo che trovano in quanto il ministro dell’ambiente è già comunque tenuto a prendere atto della documentazione della VIA, istituire un comitato di esperti (veri, non presunti) che valuterà il progetto e imporrà delle prescrizioni. Notate che il progetto di Serrara è molto più robusto di quello di Pozzuoli. Qui si è fatto, tanto per dire, addirittura uno studio per prevedere dove va a finire la polvere che si produce durante le attività di cantiere. Ovviamente non è uno studio redatto dall’Osservatorio Vesuviano.

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  9. Davide Iacono - Data: 12/7/2015 07:12:26 - IP: 79.13.145.xxx

    siamo oppressi da problematiche, vero………..finalmente ne risolviamo una.

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  10. Cacciatore a vita - Data: 12/7/2015 10:17:03 - IP: 79.42.6.xxx

    …tra l’altro, se da turista dovessi venire in vacanza ad Ischia, venendo a conosceza di trivellazioni e buchi vari, nel dubbio e da profano, mi terrei ben lontano dall’isola!

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