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Forio, una scritta in arabo sul Torrione: così cambia il senso del luogo

“Non di solo pane” arriva dal padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015: da torre di difesa a ponte tra culture, il monumento lancia – grazie al PIDA – il senso dell’Ischia and Naples International Festival of Philosophy. Mirelli: “Una risposta elegante al governo della chiusura”

Arriva dal padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015 la scritta in arabo che campeggia, da sabato, sul Torrione di Forio, una delle fortificazioni difensive dell’isola d’Ischia, trasformando simbolicamente un punto di avvistamento in difesa dei Saraceni provenienti dalla penisola araba in un ponte fra le culture. La scritta recita “Non di solo pane” e sarà temporanea: segna la tappa ischitana, la quattordicesima, del “Viaggio della Parola”, il lungo itinerario, promosso dal Pontificio Consiglio per la Cultura e da Caritas Ambrosiana, per far rivivere il messaggio della Chiesa all’Esposizione universale oltre Expo, attraverso il recupero delle lettere metalliche poste sulle facciate del Padiglione della Santa Sede e il loro allestimento in nuovi ed evocativi luoghi in Italia e nel mondo, dalla Cina alla Guinea Bissau, dalla periferia di Milano a Favara in Sicilia.  Le 25 scritte, tradotte in 13 lingue, riportano le due citazioni tratte dalle Scritture “Non di solo pane” e “Dacci oggi il nostro pane”.
La nuova destinazione del “Viaggio della Parola” apre simbolicamente la quinta edizione dell’”Ischia and Naples International Festival of Philosophy” (22-29 settembre Ischia, 3-4 ottobre Napoli) dedicato quest’anno ad uno dei temi-chiave della contemporaneità, Dio.
E’ stata concordata tra i promotori del progetto – il Pontificio Consiglio per la Cultura e Caritas Ambrosiana, i curatori Ginette Caron (direzione artistica e coordinamento), il prof. Marco Imperadori del Politecnico di Milano, Alessio Pesenti di Nord Zinc, Giovannangelo De Angelis, presidente del PIDA (Premio Internazionale Ischia di Architettura) e Francesco del Deo, sindaco del Comune di Forio.
“La scritta non di solo pane, posizionata sul Torrione di Forio, in lingua araba, è una risposta elegante al governo della chiusura – spiega Raffaele Mirelli, direttore scientifico  dell’Ischia and Naples International Festival of Philosophy – È una dichiarazione di pace e di perdono tra culture che in passato – e ancora tutt’oggi – non sanno far pace. La pace deve avere sapori di umanità e saperi di differenze. Con questo gesto abbiamo voluto rendere chiaro il messaggio del “perdono” cristiano rendendolo laico. Il segno di questa scrittura rappresenta il carattere umano e la difficoltà di affidarsi alla diversità pur sentendosi a casa. Non viviamo di solo pane, e se lo facessimo, ci è stato insegnato a dividerlo. Questo messaggio è indirizzato a quell’Italia che verrà, umana e consapevole del proprio passato”.
“Al termine dell’esposizione universale, si è deciso di far rivivere il messaggio di speranza della Santa Sede in Expo, oltre i limiti di spazio e di tempo imposti dall’evento internazionale. Le destinazioni, che via via si aggiungono, scelte dai promotori del progetto, sono spazi fisici che testimoniano la presenza della Parola nella vita concreta della comunità, o che traducono nella realtà i valori umani universali: un oratorio, una chiesa di periferia, una missione, un ghetto strappato al degrado, luoghi di servizio per gli ultimi e posti in cui rivive il ricordo di gesti di coraggio in momenti tragici della nostra Storia”, spiega Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
“I caratteri, tutti bianchi, erano affissi ad una certa distanza delle pareti del Padiglione, anche loro bianche, in modo da essere letti attraverso le ombre che proiettavano. Le scritte ricoprivano interamente il Padiglione a ricordare l’episodio biblico della manna che scende dal cielo – ha spiegato Ginette Caron che ha ideato e curato il layout grafico delle scritte sul Padiglione concepito insieme a Quattroassociati architetti -. Nelle nuove sedi, abbiamo voluto che questo effetto, così simbolico, fosse il più possibile riprodotto”.
Il restauro delle scritte è stato realizzato da Nord Zinc. Le lettere in acciaio, in particolare, sono state sottoposte a un innovativo ciclo protettivo, SISTEMA TRIPLEX®, concepito dall’azienda bresciana, che unisce zincatura a caldo, nanoceramica e verniciatura a polvere, in grado di offrire una protezione anticorrosiva superiore ai 100 anni (dato verificato da Studio del Ciclo di Vita LCA e Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD) senza necessità di manutenzione.


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