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Casamicciola 135 anni, 11 mesi e 7 giorni. Quale fu l’intervento del Regno d’Italia nel 1883 e quale quello della Repubblica Italiana nel 2017?

di Giuseppe Mazzella* “La sera del sabato 28 luglio 1883 avanzava con la consueta serenità: l’aria calma, il cielo stellato. Casamicciola, nell’isola d’Ischia, presentava un aspetto splendido; era già allora una delle più note località turistiche e termali e molti vi si recavano, soprattutto d’estate, per trovare giovamento ai propri malanni. Gli alberghi – la “Piccola Sentinella”, il “Villa Verde”, l’“Albergo Sauvet”, l’“Hotel Centrale”, la “Grande Sentinella” che spiccavano per qualità e prestigio – i palazzi, le case private erano animati; si era intenti alla cena, si passeggiava e si conversava per le vie”.

Così inizia la “cronaca del terremoto” nella monumentale monografia sul “Terremoto del 28 luglio 1883 a Casamicciola nell’isola d’Ischia” edita dal Servizio Sismico Nazionale nel 1999 di 298 pagine, ricchissima di fotografie e documenti scritta – con il coordinamento scientifico del prof. Giuseppe Luongo – da Ilia Delizia, Ugo Leone, Elena Cubellis, Ugo Vuoso, Gaetano Fiorentino, Danila Abbruzzese, Sergio Castenetto, Marcella Rebuffat e Mirella Sebastiani. Gli studiosi hanno consultato 26 archivi. È il testo fondamentale della prima grande catastrofe dell’Italia post-unitaria. Alle 9 di sera la terra tremò per 13 secondi (è la fonte più accreditata ma altre parlano di 30 secondi). Tutto l’abitato di circa mille case fu distrutto. I morti accertati furono 2333 di cui 625 forestieri. Benedetto Croce che aveva 17 anni si salvò e fu estratto dalle macerie di “Villa Verde” dove invece morirono il padre, la madre e la sorella. Il giovane Regno d’Italia dovette misurare la sua efficienza per i soccorsi e la ricostruzione. Tutto fu centralizzato e tutte le responsabilità venivano assunte dal Ministro dei Lavori Pubblici del Governo De Pretis, Francesco Genala, 40 anni, avvocato di Soresina in provincia di Cremona. Arriva a Napoli nella sera del 29 e con il mare agitato arriva a Casamicciola con il piroscafo “Oreto” all’alba del 30 luglio. Costituisce il suo quartier generale in una baracca del dazio in Piazza Marina. Di fronte all’immensa catastrofe la prima decisione è di ricoprire con la calce tutta la cittadina. Ma poi mette in moto una straordinaria macchina di soccorsi aiutato da una eccezionale mobilitazione dell’opinione pubblica mondiale. Parlano di Casamicciola le più grandi testate del mondo. La monografia ne recensisce almeno 60. La vita e l’opera di Francesco Genala (1843-1893) è contenuta – insieme a quelle dei grandi protagonisti dei soccorsi e della ricostruzione Henry James Johnston Lavis, Luigi Palmieri, Michele Stefano De Rossi, Giuseppe Mercalli, Giulio Grablovitz – in un altro testo fondamentale “Casamicciola 1883-il sisma tra interpretazioni scientifica e scelte politiche” di Giuseppe Luongo, Stefano Carlino, Elena Cubellis, Ilia Delizia, Francesco Obbrizzi di 282 pagine e 30 tavole edito nel 2011 dalla benemerita casa editrice Bibliopolis di Napoli.

Il Ministro Francesco Genala resta nell’isola d’Ischia a dirigere i soccorsi, l’emergenza e la ricostruzione “assumendo su di se stesso tutte le responsabilità” fino al 21 agosto pari a 22 giorni senza lasciare i luoghi nemmeno per un giorno.

Dal terremoto di Casamicciola nasce la prima legislazione antisismica d’Italia, acquista definitiva consacrazione la scienza della Terra, si attuano i provvedimenti statali di incentivi finanziari alla ricostruzione ed alla ripresa economica, lo Stato assume l’obbligo della Pianificazione Territoriale e si delinea una primordiale “economia mista” con la ricostruzione del maestoso complesso ricettivo e termale dell’Ente Pio Monte della Misericordia di Napoli. Nascono i “Rioni baraccati” alla Marina, a Perrone ed alla Sentinella nel Comune di Casamicciola e quelli a Lacco Ameno, Forio e Panza. Nel 1886 lo Stato dà in proprietà le baracche agli occupanti con possibilità di “restauro”. Il provvisorio diventerà definitivo.

Un anno dopo il sisma – 1884 – Casamicciola ha già un Piano Regolatore redatto dall’ing. Lo Gatto considerando le prescrizioni indicate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici chieste dal Ministro Genala. Così come il Parlamento approva i provvedimenti urgenti per la ricostruzione in un anno. Il Governo su proposta del Ministro Genala approva anche il nuovo regolamento edilizio per i Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrara-Fontana e Barano danneggiati dal sisma (5 sui 6 solo il Comune di Ischia è escluso). Il regolamento entra in vigore il 15 settembre 1884 e resta valido fino al 1891 con una “Commissione Edilizia speciale” presieduta da un “ufficiale superiore del Ministero dell’Interno”. Due anni dopo il sisma – 1885 – Casamicciola ha un “Osservatorio Geofisico” o Geodinamico affidato all’autodidatta triestino Giulio Grablovitz che inventa una “Vasca Sismica” per la registrazione dei terremoti e nel 1906 registra il terremoto di San Francisco. L’Osservatorio sarà soppresso nel 1923. È ancora chiuso. Nel 1887 – con l’entrata in vigore del Piano Regolatore che trasferisce tutto il paese dalla montagna- il Majo e la Rita che per i sei terremoti registrati nel XIX secolo costituiscono le aree epicentrali – alle località della Marina e di Perrone considerate a forte mitigazione sismica – comincia la costruzione del complesso del Pio Monte della Misericordia su progetto dell’ing. Florio che progetterà il Piano di Risanamento di Napoli. Il complesso di circa 50mila Mc su un’are di 30mila mq. Terminerà nel 1895 “provvisto de trovati più recenti inaugurato nel nome di Dio al caritatevole ufficio lo stesso giorno dello stesso mese nel MDCCXCV” come ricordava una lapide adesso esposta a Napoli a Via Tribunali 253 sede dell’Ente Morale Pio Monte della Misericordia. Il complesso è attualmente in rovina ed è chiuso dal 1973 e si trova al centro di una complessa vicenda giudiziaria-economica-finanziaria.

Dall’enorme documentazione (almeno 5 volumi corposi e dettagliati) esistente sul terremoto di Casamicciola (ma furono colpiti anche Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano) del 1883 grazie soprattutto al gruppo di studiosi pluridisciplinare coordinato dal prof. Giuseppe Luongo emerge che l’intervento di ricostruzione fu rapido, sufficientemente efficace, totalmente accentrato dallo Stato con responsabilità diretta del Governo. I 5 Comuni colpiti con i loro sindaci e consiglieri furono completamente esautorati e ridotti ad un ruolo “consultivo”.

Francesco Genala fu nominato cittadino onorario di Casamicciola con delibera del Consiglio Comunale del 22 novembre 1883. A Soresina c’è un Museo a lui dedicato che conserva fra l’altro la pergamena della cittadinanza onoraria di Casamicciola. C’è un monumento a Lui dedicato così come gli è dedicata la strada principale.

Tre rioni baraccati nell’isola d’Ischia sono a Lui intestati. Genala costituì con propri fondi una “Opera Pia” per 5 borse di studio per orfani della catastrofe. L’Opera Genala è stata estinta con delibera della Giunta Regionale della Campania il 13 marzo 1984.


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