Adrenalina e colpi di scena, Andrea Esposito ci conquista ancora con “Senza Paura”

Piccola perla editoriale dell’inverno trascorso, pubblicato a puntate, ha avuto enorme successo. Chi non l’ha ancora fatto ora può gustarselo per intero sia in formato cartaceo che e-book. Primo racconto breve del romanziere ischitano, è uno dei suoi lavori migliori
È stato scritto praticamente mentre usciva a puntate su media locali, giornali e blog. L’autore dipanava la trama e dipingeva i personaggi di settimana in settimana lasciando tantissimi lettori col fiato sospeso. Non c’è voluto molto per conquistarne l’attenzione e l’attesa: Senza Paura, primo racconto breve di Andrea Esposito – che ci ha abituato a grandi noir corali, pieni di personaggi e dalla trama multipla – è stata la piccola perla editoriale dell’inverno appena trascorso. Tante le novità rispetto ai precedenti lavori del romanziere foriano: prima fra tutte appunto la brevità (Esposito si lamenta spesso di non avere il dono della sintesi, salvo poi riuscire a tenere i lettori incollati fino all’ultima delle circa 300 pagine che compongono i suoi romanzi). Senza Paura è il primo di una serie di racconti che il noirista ischitano ci regalerà durante i prossimi mesi: temi attualissimi, ambientazioni volutamente e ossessivamente contemporanee, niente più microcosmi disegnando minuscoli paesini di provincia ma eventi carichi di adrenalina e colpi di scena che si susseguono nelle grandi città italiane, come Roma e Napoli, oltre naturalmente alla nostra isola. Tutto comincia come sempre nei romanzi di Esposito: niente voce narrante, niente terza persona cadenzata, la parola al serial killer, la parola al male, il misterioso uomo nero ci parla in prima persona: “faccio scomparire bambini, lascio ritrovare oggetti che gli appartengono, indumenti, addirittura piccoli pezzi dei loro corpi. Non faccio telefonate alle famiglie, non chiedo riscatti. Per questo non possono fermarmi, né catturarmi. Perché io non ci sono. Semplicemente, non esisto”. Senza Paura è per ammissione dello stesso autore, una delle cose migliori che ha scritto, un velo strappato da sopra le nostre ipocrisie, un one-man-show che vi terrà col fiato sospeso, tra colpi di scena e rivelazioni, incollati alle pagine dalla prima all’ultima. Qualcuno rapisce dei ragazzini: non c’è criterio sociale, uno è il figlio di un parlamentare, una è la nipote di un avvocato di paese, un’altra la bimba di una famiglia di immigrati latinos e l’ultimo l’introverso rampollo di una dinastia di commercianti cinesi alla conquista del sud-italia. Ma soprattutto non c’è contatto tra il rapitore e le famiglie, tra il rapitore e le forze dell’ordine, non c’è alcuna minaccia né richiesta di riscatto. Chi è il mostro? Chi si nasconde dietro all’inafferrabile ombra dell’uomo nero? Perché mai è così difficile interpretarne i gesti violenti e i drammatici rapimenti? Non ha un’identità, nessuno lo vede quando si porta via quei ragazzini: com’è possibile? Ad indagare arrivano Ranieri e la sua squadra: il burbero commissario Senese affianca per la prima volta il corrotto, amorale e guascone ispettore Ciro Carbone. Nonostante le grezze affinità, ben presto il più esperto investigatore mette in guardia il poliziotto di provincia dal non tirare troppo la corda. Intanto la Scientifica, guidata dalla bollente e sensuale anatomopatologa italoargentina Penelope Arce, fa la sua parte: c’è qualcosa di strano in quei rapimenti, qualcosa di artefatto negli indizi sul terreno, qualcosa di troppo perfetto nelle prove organiche rinvenute in luoghi sperduti come la campagna ischitana, la periferia della capitale o i putridi cortili dietro ai palazzi alveari di Napoli. Ben presto si capisce che nulla è come sembra e il carnefice in realtà nasconde un motivo ben più atroce e recondito per fare quello che fa. Imperdibile!
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