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Aborti clandestini.Medici del Rizzoli rinviati a Giudizio

Il Giudice dell’Udienza preliminare, Maria Gabriella Pepe, della 33’sezione penale del Tribunale di Napoli ha rinviato a giudizio il primario del reparto di ginecologia del Rizzoli, Attilio Conte, obiettore di coscienza, ed il ginecologo – sempre in servizio al Rizzoli – Giovanni Strudel, per alcuni casi di interruzioni di gravidanza eseguiti presso i propri studi privati e presso una struttura sanitaria non autorizzata alle interruzioni volontarie di gravidanza, l’ospedale pubblico Rizzoli di Lacco Ameno (Ischia). Oltre ai due medici, risultano imputate e rinviate a giudizio anche alcune donne per essersi sottoposte agli aborti clandestini ed illegali. L’inchiesta giudiziaria che è culminata oggi con il rinvio a giudizio dei medici è nata da un’inchiesta giornalistica delle IENE nel Gennaio 2006. Durante la puntata delle IENE immediate scattarono le indagini della Guardia di Finanza di Ischia coordinate dall’allora Tenente (ed ora Capitano) Arnaldo Malvaso. Al Primario Attilio Conte la Procura ha contestato tre casi di interruzione illegale e clandestina di gravidanza, tra cui anche due casi di falsità ideologica per aver “attestato falsamente nella cartella clinica relativa ad una paziente ricoverata presso l’Ospedale Rizzoli, al fine di assicurarsi l’impunità, di aver proceduto a svuotamento e revisione cavitaria a seguito di aborto ritenuto, ben consapevole della non veridicità della predetta diagnosi per aver proceduto ad interruzione volontaria della gravidanza in violazione di legge, ovvero in assenza degli accertamenti previsti ed in struttura sanitaria non autorizzata alle interruzioni volontarie di gravidanza” ed un secondo falso ideologico per “aver attestato falsamente nella cartella clinica di una paziente ricoverata presso l’ospedale Rizzoli, che la predetta aveva espulso spontaneamente un feto premorto, ovvero un aborto spontaneo, ben consapevole della non veridicità della diagnosi”. Analoga contestazione al medico Giovanni Strudel, indagato per altri tre casi di interruzione illegale e clandestina di gravidanza, e per aver attestato “falsamente nella cartella clinica di una paziente ricoverata all’ospedale Rizzoli, di aver avuto un aborto spontaneo, ben consapevole della non veridicità della diagnosi per aver proceduto ad interruzione volontaria della gravidanza della paziente in violazione di legge, ovvero oltre 90 giorni dal concepimento, in assenza della verifica di condizioni patologiche ed in struttura sanitaria non autorizzata alle interruzioni di gravidanza”. Il difensore del primario, l’avvocato Bruno Molinaro, ha eccepito una nullità assoluta per un difetto di notifica al suo assistito ma il GUP con un articolato provvedimento giurisprudenziale ha rigettato l’eccezione ed ha rinviato a giudizio il medico Attilio Conte. Gli imputati dovranno comparire tutti il 19 Febbraio prossimo davanti al Giudice monocratico Federico Somma, della sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli.


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