Venerdì 9 novembre alle 18:30 presso l’hotel Re Ferdinando presentazione del libro “Epomeo, figlio di Agharti” di Salvatore Marino Iacono
di Emanuele Verde. Non si può certo dire che Salvatore Marino Iacono sia uno di quelli che decide a tavolino di fabbricare storie fantastiche, esoteriche, sapendo che c’è un pubblico suggestionabile e pronto a fare le fortune editoriali di chi quelle storie le scrive. Innanzitutto perchè Marino Iacono non è uno scrittore (anche se mai dire mai!) ma un marittimo e poi perchè le storie raccontate nel bel libro Epomeo, figlio di Agharti (pubblicato dalla Graus Editore) lo vedono protagonista in prima persona!
Del resto che il Monte Epomeo sia indicato dai seguaci della teoria della Terra Cava, come uno dei punti di ingresso di una civiltà sotterranea non è un’invenzione di Marino Iacono e, anche se di invenzione si trattasse, per gli scettici si intende, non è affatto recente, ma risalente addirittura alla seconda metà dell’800. Basti considerare che Jules Verne, l’autore di Ventimila leghe sotto i mari e del Giro del Mondo in ottanta giorni, scrisse Viaggio al centro della terra nel 1864.
Nel libro di Verne l’Epomeo naturalmente non c’è, compare invece come si diceva sopra in numerose cartografie dei sostenitori della teoria che il centro della Terra sia in realtà vuoto e abitato da una civiltà antichissima e molto più evoluta del genere umano, gli Agharti.
Con facile ironia si potrebbero fare due considerazioni: perchè, visti i problemi che attanagliano l’isola non cerchiamo un contatto con questa civiltà tanto più evoluta di noi, che abita vicino o “dentro” di noi e chissà, gli chiediamo un Piano Territoriale Paesistico spaziale?
La seconda considerazione, di segno opposto, è che forse è meglio lasciare la faccenda relegata nei confini letterari che più le competono, perchè, niente niente gli ischitani dovessero accorgersi che le viscere dell’Epomeo sono vuote e per giunta edificabili, si brevetterebbero bremach alati e betoniere col teletrasporto!
L’autore mi perdonerà per queste divagazioni, ma la tentazione era troppo forte!
Resta invece che il libro è molto ben scritto, pieno di riferimenti colti, dalla letteratura di genere a cenni sulle misteriose scomparse del fisico Ettore Majorana e dell’economista Federico Caffè, nonché ricco di aneddoti su luoghi per noi isolani, soprattutto per noi foriani (lo sapevo, lo sapevo prima ancora di leggere il libro che c’era qualcosa di strano in noi!) molto familiari.
E se veramente poi la grotta di Mavone (o Magone) in località Scannella fosse altro che, appunto, una semplice grotta? E se le altre grotte o ventarole che si susseguono lungo quel tratto di costa fossero in realtà altrettanti punti di ingresso di civiltà a noi sconosciute? E la base Nato sull’Epomeo? Vuoi vedere che c’è molto di più di quel che ci è dato sapere?
Salvatore Marino Iacono non chiede al lettore nessun atto di fede, chiede piuttosto di credere a lui, all’onestà della sua ricerca e del suo vissuto, costellato di numerosi strani incontri a partire dalla primissima adolescenza. Nei fatti trattati e nelle testimonianze raccolte non c’è mai quella “luce di falsità” come la chiama l’autore, ma solo il sincero trasporto di chi ha vissuto esperienze «stra-ordinarie», nel senso letterale del termine.
Chi ne vuol sapere di più potrà partecipare alla presentazione del libro venerdì 9 novembre alle 18.30 presso il Grand Hotel Re Ferdinando ad Ischia. Ne discuteranno con Marino Iacono i giornalisti Francesco Cecaro e Gaetano Ferrandino.
Non mancate!
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