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Progetto culturale “La nostra isola”, i vincitori di Giugno

Premio poetico “Poesia e dintorni – Il Golfo”. Queste sono le prime tre classificate della selezione del mese di giugno.
PRIMA CLASSIFICATA
VIRGINIA MURRU
Vive in Sardegna.

E’ nata in un paesino di circa cinquemila anime, ubicato a ridosso di un costone roccioso: una parete di calcare che delimita l’altopiano come un contrafforte. Ha frequentato scuole superiori e università a Cagliari, abbandonando il corso di laurea in Economia con la tesi in corso. Ha sempre amato la scrittura come via di sublimazione, e la lettura fin da ragazzina. Ha vinto premi in tanti concorsi letterari, anche importanti, e pubblica i suoi versi in alcuni siti di scrittura in internet.
GIOCANDO D’AZZARDO

T’eri dissolto

in avanguardie di ragioni

porte scassinate dall’incuria-

dove ogni andare

era un cerchio di vili intenti

senza uno spazio piano

per saltare

il meridiano dell’errore.

Non eravamo numeri interi

e non cercavo più

i luoghi dell’essere stati-

troppo densi di similitudini- noi

plurale promiscuo

di silenzi pronunciati forte

collisione di vite affini.

Giocavamo a dadi

con numeri irrazionali

in una scacchiera bugiarda

che ci dichiarava vincenti

barando sui decimali.

SECONDA CLASSIFICATA

ONDAGOMMA

Dice di se stesso: “Parlarvi di un ondagomma qualsiasi non credo interessi molto; vorrei invece raccontarvi che a volte mi prende lo stimolo ad infittire di segnacci il foglio e allora sgorga dai camini eruttivi qualche colata di lava, confusi appunti di vista in treno da Brescia a Milano: forse il ciriccircici di ognuno di noi non sarà per forza la noce buona da aprire la vendita a cottimo del nostro disagio o delle nostre emozioni, e poco importa s’è solo un azzardo o semplice vetrina espositiva se poi solletica la creatività degli altri e si fa soffio leggero in cui si spargono le parole nella brezza talmente rarefatta che diventa difficile trattenerle e percepirle nella loro integrità; ogni dettaglio della loro esistenza porta con sé tutte le soluzioni che l’immaginazione partorisce con l’intima consapevolezza di trovarsi a volte al cospetto di una rara forma intellettuale di poesia o arte. Per quanto espresso, non ritengo indispensabile entrare in simbiosi con l’artista, personalmente credo sia percorribile ogni strada, e non mi va di escludere la manipolazione atta a precipitare la lettura e la rilettura negli abissi del probabile e raggiungere quel brodo primordiale da cui il senso riceve il suo acchito… e allora maturare poeticamente può anche voler dire cercare nuovi approdi e … rannicchiarsi ancora nella ricerca per tentare sistematicamente di spostare il limite, se possibile.”

BRESCIA PARIGI E RITORNO VIA TIMISOARA

Parigi è una luce sospesa

nel rameggio indiviso del sogno

che porta i mattini a volare

sui buoni versi dispersi nel sonno

e rimanerne fuori non si può

Parigi è quei momenti messi lì

che ti alita sul viso

i suoi baci più grandi, un’overture

sul mio quaderno a righe in via dei tigli

che per fortuna non esiste a Brescia

ma c’è il viale con le rose, ed io

non saluto che lampioni

e una rumena intermittent

TERZA CLASSIFICATA

TIZIANA MONARI (orchideanera)

Nata a Monghidoro, in provincia di Bologna. Vive e lavora a Prato.

Ha partecipato a numerose antologie, tra cui “Donne in poesia”, “Ladre di desiderio”, “Briciole di Senso”, “In senso inverso”, “Il silenzio dell’anima”, “Concorso di emozioni”, “Di quel fuoco”, “Poetica”, “Scrivere”, “Erositylove”, “Di Versi nel vento”, “La parola sensuale”.

È presente con racconti e poesie in svariate antologie della casa editrice Aletti e Perrone. E si è classificata ai primi posti in svariati premi di poesia.

Nel 2006 ha pubblicato l’Opera di poesia “Frammenti d’anima.” Con la raccolta “Il cielo capovolto” ha vinto il Premio Letterario-Editoriale “L’Autore”.

E’ presente nel museo della poesia dei poeti contemporanei di Garessio, e nell’antologia “Aletti” dei poeti italiani.

LA LUNA DI DACHAU

Li sento i calci del cavallo

il loro nitrire

il lavacro autunnale dell’orrore

il drago che taglia bionde chiome

in questa luna che balugina sbiadita

tra l’oleandro e il limone

qui a Dachau

si torcono nel buio

gli zoccoli di cristallo

nel chiaroscuro di un lume

in un mistico plenilunio

d’ombre mai vibrate

spigolano le anime

meste in un cerchio d’ape

irriverenti nel loro essere carne

morbide d’amore

croci abusate nella pace del solstizio

appoggiata alle persiane

vedo pietre grezze

folli giumente

la fibra indegna degli illuminati

occhi di cani lupo

la vita parcheggiata al limitare del campo.

E una nera morte da invocare alla finestra

siamo solo transiti

appoggiati a uno spicchio di luna di talco.


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