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Le Ali del Silenzio: più di un noir, un viaggio dentro le nostre paure

di Andrea Esposito. Diego Scordino è la nuova firma nel panorama letterario isolano. Esordiente assoluto, la sua scrittura rispecchia la sua personalità: pacata, chiara, accattivante, senza infingimenti ma carica di emozioni e sentimenti, non necessariamente tutti così “per bene”. Perché l’autore de LE ALI DEL SILENZIO sa di aver scelto un genere che lo carica di molte responsabilità. Il noir non è solo il sottogenere del giallo che scala le classifiche delle vendite in tutti i paesi del mondo, non è solo la lettura leggera da fare sotto l’ombrellone. Il noir siamo noi, è la nostra personalità a fare di un nostro scritto, se è questo che ci prefiggiamo, un romanzo noir. Poiché il noir non racconta favole consolatorie ma la realtà nuda e cruda, con le sue contraddizioni nelle quali il bene e il male non sempre si combattono ma a volte si confondono, si mischiano. Il noir racconta il mondo così com’è, non come vorremmo che fosse.
Ecco il contesto nel quale nasce il romanzo d’esordio di Scordino. L’autore ha colto nel segno, ha toccato il cuore dei temi trattati, andando oltre il noir e compiendo un viaggio dentro le nostre paure. Questa è Asima, queste sono le ombre che si aggirano in essa. Ne parliamo con l’autore.

Raccontaci, nei limiti del possibile senza svelare sorprese e finale, la trama del tuo romanzo d’esordio
Avevo in mente, di base, una storia che fosse ambigua, come il Noir stesso. Michelangelo Bronte, il protagonista, è un poliziotto che viene richiamato nella sua vecchia città d’origine per indagare su di un omicidio che nella sua testa sa di aver già visto. Una donna è stata uccisa davanti ad uno specchio, costretta a tenere gli occhi aperti fino alla morte. È lo stesso assassino che tanto tempo prima gli ha portato via tutto. Probabilmente, da venticinque anni, Bronte non aspettava altro.

Che genere preferisci? Il tuo romanzo è un noir? Se si, perché preferisci questo genere letterario?
Di solito leggo e scrivo di tutto, e questo mi “costringe” a un ordine preciso da seguire. In sostanza, se sto scrivendo di un determinato genere, leggo libri che riguardino quel genere. La lettura mi stimola, è come uno strumento per scrivere e mi serve per mantenermi costantemente ispirato. Per Le Ali del Silenzio ho letto qualunque Noir mi capitasse a tiro per sette mesi. Eppure non considero il mio romanzo un Noir classico. Ho voluto inserire altri elementi come la psicologia, vari simbolismi ed un pizzico di soprannaturale. Mi piace mescolare i generi, è divertente.

Quando e perché hai iniziato a scrivere? Raccontaci perché ti piace e qual è il tuo metodo creativo
Per diversi anni ho buttato giù ogni tanto qualcosa, ma nulla di impegnativo. Nell’ultimo anno invece ho deciso di prendere molto sul serio il mio sogno ed ho cominciato a scrivere costantemente. Ho tanto da buttare fuori, da incidere, e sul foglio ha una forma sempre migliore rispetto alla mia testa. Ma non scrivo solo per me, quello non serve a nulla. Il mio metodo dipende dal genere, ma si basa principalmente sulle parole o su piccole frasi che segno durante il giorno. Attorno ad esse costruisco tutto il resto, facendo sì che i periodi prendano vita passo dopo passo. Talvolta devo lavorare per farli combaciare, altre volte invece è già tutto fatto. Poi leggo e rileggo all’infinito. Devo emozionarmi o ridere, altrimenti cancello e riparto da zero.

L’editoria cartacea è in crisi. Che rapporto hai tu personalmente con i nuovi media, la diffusione delle informazioni sui social e l’autoproduzione letteraria?
Per me ciò che più conta è il risultato. So che sembra banale ma è così. Ho letto molti lavori auto pubblicati, e non c’è nulla che possa distinguerli dal resto del mercato se non la loro qualità. Ovviamente l’editore è sempre una figura privilegiata, e ci può stare, ma i pregiudizi in questi casi è meglio schivarli, perché ci farebbero perdere molte cose degne. I social sono utilissimi, a patto di saperli usare, ma non dico nulla di nuovo. Al di là del mezzo, io spero che chi legga Le Ali del Silenzio non si annoi, perché nulla è più imperdonabile della noia nella lettura. Ma che ci sia un marchio sulla copertina o meno, mi interessa fino a un certo punto.

Hai già progetti per il futuro?
Tantissimi. Come detto, il Noir non è il mio genere. A me piacciono le storie, e le storie possono essere di tanti generi diversi. Ora sto scrivendo un romanzo molto più crudo, che parla di musica, di arte, anche di sesso, con personaggi strampalati e divertenti che non hanno nulla a che vedere con Le Ali del Silenzio. Poi ho già buttato giù la storia per un Horror che spero di rendere il più angosciante possibile. Poi sarà la volta del fantasy, di un romanzo storico ambientato nell’Antica Roma, di un romanzo utopico e via dicendo. Mi piace creare cose sempre diverse. Ho una voglia assurda di scrivere e tirare fuori tutto questo e non vedo l’ora di andare avanti. L’unico limite che mi pongo è il tempo. Il resto non mi interessa.


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