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Forio e l’isola d’Ischia incoronano il loro autore, Andrea Esposito: “non lasciate nel cassetto né sogni né incubi”

Non c’erano molti dubbi sul fatto che l’interesse fosse altissimo: Graticola, il nuovo noir di Andrea Esposito è stato ufficialmente presentato al pubblico (e adesso è in tutte, ma proprio tutte, le librerie italiane!) mercoledi 7 dicembre in una cornice di assoluta eleganza e sobrietà, il ristorante La Romantica sul porto di Forio, diretto da oltre 40anni dal patron Franco Porto e dalla sua straordinaria famiglia. E l’attesa non ha tradito le aspettative: alle 18.00 la splendida sala interna della Romantica era già stracolma di gente, centinaia di persone provenienti da ogni parte dell’isola e alcuni dalla terraferma per riconoscere il giusto tributo non solo di pubblico ma anche di critica al noirista foriano. Sono stati tanti i relatori che si sono alternati al microfono, sapientemente gestito e dosato da Pasquale Raicaldo (la Repubblica), moderatore dell’incontro, per esporre impressioni, emozioni e recensioni sul lavoro di Esposito, iniziato nell’ormai lontano 2011 con la sua opera prima il Paese Nasconde, boom di vendite, 3 ristampe e un grandissimo successo tra gli addetti ai lavori. Ma prima di essi, l’autore stesso ha fatto un breve sunto della trama non tanto dal punto di vista puramente architettonico ma da quello del protagonista: “Mimmo Graticola è lo spietato omicida che dà il titolo al libro, ma anche un uomo devastato nella sua psiche da indicibili abusi. Questi stessi hanno aperto nella sua mente il desiderio insostenibile di scoprire chi custodisce nientemeno che il segreto della vita eterna, non dal punto di vista sociologico o religioso ma il vero e porprio potere di arrestare l’invecchiamento fisico per sempre”. Una convinzione folle che apre le porte ad un nuovo genere negli scritti di Esposito: l’ucronia, ovvero l’ipotesi che la Storia sia andata diversamente da come si crede e abbia modificato così la vita di ognuno di noi. “Nello specifico la grottesca figura del protagonista – ha spiegato l’autore – è convinto che un gruppo di gerarchi nazisti scampati a Norimberga si sia rifugiato in sud-America sotto la guida di Josep Mengele ed abbia maturato appunto la sensazionale scoperta”.

Gaetano Di Meglio: “Andrea oggi non è più l’autore amatoriale apprezzato dagli amici di Ischia. Il suo lavoro ha respiro più ampio, travalica i confini. Oggi la firma di Esposito è indubbiamente entrata nel panorama nazionale, tra gli ischitani è secondo solo ad Andrej Longo. Io lo ringrazio perché oggi ci da una buona occasione per ricordarci che siamo nostalgicamente innamorati di un pezzo di carta stampato. Dipendenti da quel profumo di inchiostro, dal fruscio silenzioso delle pagine che si sfogliano. E’ ancora questa la magia e la bellezza che più mi riscalda. Si, è vero, devo tutto al web, ma la carta è il primo amore, il ricordo dell’odore dell’antiscartino o quello dell’inchiostro fresco o del liquido di fissaggio. Il rumore continuo della Speedmaster, lo scotch rosso, il tavolo da montaggio, i retini e le pellicole” ha chiosato Di Meglio, senza tralasciare l’esperienza fatta insieme all’autore di Graticola pubblicando per due anni le avventure di quello che è diventato un beniamino e che ritroveremo anche nei prossimi racconti di Esposito, lo scorrettissimo ispettore di ps Ciro Carbone.

Ai relatori si è alternato abilmente il dott. Giuseppe Castiglione, leggendo due brani tratti dal romanzo e interpretando con la sua voce roca e profonda al meglio le tante sfumature del noir.

L’avv. Nino d’Ambra, memoria storica dell’isola d’Ischia grazie all’impagabile lavoro archiviale che svolge con il suo centro di ricerca. Lo storico foriano ha posto l’accento proprio sul tema e gli interrogativi che di riflesso apre il romanzo di Esposito: “La Storia condiziona le vite, le modifica, può creare sconvolgimenti enormi non solo nei grandi centri o nei luoghi dove divampa il fuoco del mondo, ma anche nei piccoli microcosmi come i paesini nei quali si dipanano le storie di Andrea – ha spiegato d’Ambra – questo ci insegna che esistono sempre strade molteplici per la Storia, essa può andare sempre in più modi diversi, il protagonista è l’uomo”.

L’On. Franco Iacono: “L’autore dimostra che si può coniugare creazioni che raccolgono consenso e interesse più ampio del piccolo orticello e nello stesso tempo non perdere di vista e preservare le proprie radici, gli aspetti affascinanti e caratteristici della propria terra, i luoghi, i volti e quant’altro, il modo più profiquo per allargare i propri orizzonti”.

Raicaldo ha quindi concluso con un fuoco di fila di domande un po’ più pungenti all’autore. Il giornalista ha chiesto conto all’autore dei suoi luoghi, i microcosmi, Ischia, il Matese e le piccole realtà. Esposito ha chiarito che per lui il proscenio dell’azione è una questione d’istinto: “la realtà odierna c’insegna che il mostro, l’uomo nero, non vive nelle caverne ma alla porta accanto, a Brembate, a Cogne, ad Avetrana. Ciò ci da modo di raccontare il male e la vita reale così come essa è e non come vorremmo che fosse. Questo è il noir, gli schemi del giallo classico dove il bene vince sempre non rispecchiano più il nostro vivere. Il bene e il male sono una miscela e spesso il lieto fine non c’è. Non siamo tutti potenziali serial killer – ha spiegato Esposito – ma dobbiamo essere capaci di riconoscere il male finanche dentro di noi”. Raicaldo ha chiesto un’opinione sulla crisi dell’editoria e sulla sua esperienza. Andrea non s’è tirato indietro: “Un autore che non pubblica e non condivide le proprie opere è un autore che non esiste. L’editore è fondamentale perché, con una buona distribuzione, aiuta l’autore a farsi conoscere il più possibile, è questa la cosa più importante, tutto il resto è fumo negli occhi”- un elogio implicito alla sua nuova casa editrice Meridiano Zero – “Non tenete né incubi né romanzi nel cassetto – ha concluso Esposito – perché i sogni migliori sono quelli realizzati”.
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